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Autori: Eros Crotta
Data: 10 settembre 2007

Non gettate gli obiettivi al vento, non rinchiudeteli in un cassetto!

Il Parlamento ha approvato i nuovi obiettivi pianificatori cantonali

Nell'ultima sessione prima delle vacanze il Gran Consiglio ha approvato i nuovi obiettivi pianificatori cantonali. Scaduto il termine di referendum, essi sono entrati in vigore con la pubblicazione sul Bollettino ufficiale del 24 agosto 2007

"In sedici anni di presenza in Commissione, non avevo mai avuto la soddisfazione di firmare un rapporto di questa portata": questo intervento di Edo Bobbià nel Gran Consiglio del 26 giugno 2007 sintetizza bene lo spirito e il contenuto del rapporto della Commissione speciale per la pianificazione del territorio sugli obiettivi pianificatori cantonali  [Vedi BU 41/2007, pag. 584] del piano direttore.

Un lavoro iniziato il 27 ottobre 2006 in un luogo simbolico, il Dazio Grande di Rodi-Fiesso, con la presentazione del messaggio del Consiglio di Stato da parte del Direttore del Dipartimento del territorio, e concluso il 29 marzo 2007, a poche ore dall'apertura dei seggi elettorali per il rinnovo del Parlamento, con la firma del rapporto da parte di 15 commissari su 17.

Uno spirito ben recepito anche dai nuovi deputati, come lo testimonia l'intervento di Carlo Lepori in Gran Consiglio: "Non possiamo pretendere che gli obiettivi siano a tal punto precisi da soddisfare la propria visione della pianificazione e del futuro del Cantone di tutti noi. La quasi unanimità della Commissione è però la testimonianza dello sforzo di trovare una formulazione accettabile per tutti. È importante che alla base del progetto di revisione del Piano direttore ci sia un ampio consenso". Un ampio consenso dato anche dal Gran Consiglio che, dopo due ore e cinquanta minuti di discussione, ha adottato gli obiettivi pianificatori cantonali con 68 favorevoli, 5 contrari e 8 astenuti.

Concorde è anche la valutazione dei due deputati sul rischio insito nei nuovi 29 obiettivi: "Non li si considerino parole da leggere e da gettare al vento o da rinchiudere in un cassetto. Questa adozione è un punto di partenza per il lavoro futuro", ha indicato Lepori. "Se i funzionari non capiranno la filosofia che c'è dietro questo documento allora il nostro lavoro verrà quanto prima vanificato", ha aggiunto Bobbià.

In verità, anche se ha modificato, riunito, separato o anche stralciato un terzo degli obiettivi, non è che la Commissione abbia sconvolto la proposta del Consiglio di Stato.

Il modello territoriale, basato su tre scale , è stato pienamente condiviso.

La suddivisione degli obiettivi in quattro ambiti è stata confermata, cercando comunque di darle un profilo più chiaro. Ad esempio, riunendo tutte le politiche di gestione del territorio non urbanizzato sotto la politica del paesaggio. Oppure separando i temi legati a salute e protezione dell'ambiente dai temi legati a sicurezza e pericoli naturali e introducendo un nuovo obiettivo qualità di vita, legato alla qualità funzionale e sociale dei quartieri, alla disponibilità dei servizi nelle zone periferiche e di montagna e alla considerazione delle categorie sociali più deboli.

Un peso particolare è stato dato agli agganci con la politica nazionale e a confronti puntuali con altri Cantoni. Negli ultimi anni, l'Ufficio federale dello sviluppo territoriale (ARE) ha assunto una funzione di guida sul piano strategico, in particolare per quanto riguarda la politica dell'ordinamento del territorio, la politica globale dei trasporti e gli aspetti inerenti all'interazione fra sviluppo territoriale e trasporti. È importante che questi impulsi vengano recepiti a livello cantonale e trasmessi tempestivamente anche a livello regionale e locale.

Leggere le 71 pagine del citato rapporto commissionale può risultare impegnativo, ma ne vale la pena. Ad esempio per scoprire qual è il vostro contributo a uno sviluppo sostenibile del Cantone. Quali sono i vostri TEMI FORTI?

Eros Crotta, eros.crotta@ti.ch, Ufficio del Piano direttore, Sezione dello sviluppo territoriale.