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Smaltimento e pretrattamento

Smaltimento

Lo smaltimento delle acque di scarico industriali e artigianali fa capo in generale alla rete delle canalizzazioni pubbliche.

In rari casi lo smaltimento avviene in un ricettore naturale.

Le esigenze di scarico sono fissate dalla Legge sulla protezione delle acque (LPAc), e più in particolare dalla relativa Ordinanza sulla protezione delle acque (OPAc), che definiscono da una parte dei principi generali quali misure preventive di protezione delle acque e dall’altra fissano dei limiti qualitativi molto precisi per una serie di parametri.

  • separare le acque di scarico non inquinate da quelle inquinate
  • pretrattare le acque di scarico inquinate che non soddisfano le esigenze di immissione dell’OPAc in canalizzazione rispettivamente nel ricettore naturale
  • limitare al massimo il volume di acque scaricate
  • divieto di diluizione
  • ridurre al minimo la quantità di inquinanti nelle acque
  • utilizzare prodotti chimici non tossici e facilmente degradabili
  • esercizio e manutenzione a regola d’arte degli impianti
  • aggiornare regolarmente gli impianti allo stato della tecnica

I limiti qualitativi per l’immissione in canalizzazione rispettivamente nel ricettore naturale relativi ai singoli parametri, espressi come concentrazioni, sono elencati nell’allegato 3.2 OPAc.

Si distingue tra esigenze generali e esigenze particolari relative a determinate sostanze provenienti da settori industriali specifici.

L’autorità cantonale ha la facoltà di fissare ulteriori limiti relativi a sostanze suscettibili di inquinare le acque, conformemente allo stato della tecnica.

Qualora ne risultasse un beneficio per le acque, i limiti possono essere derogati da parte del Cantone; al contrario i limiti possono essere resi più restrittivi qualora le acque di scarico dovessero rappresentare un carico eccessivo per gli impianti di depurazione.

Nel caso in cui la qualità delle acque industriali non soddisfi le esigenze di scarico qualitative sopra descritte, è necessario eseguire un pretrattamento prima dell’immissione in canalizzazione.

Ciò ha lo scopo di renderne la qualità compatibile allo scarico e avviene all’interno della ditta con l’ausilio di appositi impianti.


Pretrattamento

Gli impianti di pretrattamento lavorano sulla base di processi fisici, chimici o, più raramente, biologici.

I processi fisici hanno lo scopo di omogeneizzare gli effluenti industriali oppure di separarne certi costituenti indesiderati.

Esempi: separatori idrocarburi, filtri, vasche di decantazione o di omogeneizzazione, impianti di flottazione.

Il pretrattamento chimico implica l’aggiunta di prodotti chimici (ossidanti, riducenti, acidi, basi) agli effluenti, allo scopo di ridurre la tossicità di alcuni inquinanti, rispettivamente di trasformarli in composti che possono essere separati dalle acque.

Esempi: impianti di neutralizzazione, di flocculazione, ossidazione, riduzione.

I processi biologici si avvalgono dell’azione di determinati ceppi di batteri in grado di migliorare la qualità delle acque, provvedendo in particolare alla riduzione del carico organico.

Questi processi sono poco utilizzati a livello industriale visto che questo tipo di trattamento è già svolto dagli impianti di depurazione pubblici.