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01.
“DOP”, “IGP”, “montagna”,
“alpe”: denominazioni, indicazioni e designazioni utilizzate
ancora troppo spesso in modo non conforme!
Riprendiamo qui, con un taglio più cantonale, il
comunicato stampa pubblicato in data odierna dall'Associazione dei Chimici
Cantonali Svizzeri
In
sintesi: Nell’ambito di una campagna nazionale
di controllo delle denominazioni-indicazioni di derrate alimentari che
beneficiano di protezione (DOP-Denominazione di Origine Protetta,
IGP-Indicazione Geografica Protetta) o delle designazioni
“Montagna” o “Alpe”, svolta nel 2015, gli organi
ufficiali di controllo delle derrate alimentari hanno ispezionato 963
operatori alimentari. Durante le ispezioni sono stati controllati 1'445
prodotti svizzeri e europei che beneficiano di denominazioni-indicazioni
protette o designazioni particolari. Sono state contestate delle non
conformità alla specifica legislazione vigente nel 38% delle
ispezioni effettuate e per 313 prodotti controllati (22%). Questo bilancio
non è evidentemente soddisfacente e mostra come i settori economici
toccati debbano applicare le esigenze di legge specifiche in modo molto
più attento e disciplinato.
In dettaglio:
La legislazione sulle derrate alimentari mira anche a proteggere il
consumatore da inganno e frodi. In questo contesto gli organi ufficiali di
controllo delle derrate alimentari effettuano giornalmente, sotto la
responsabilità dei chimici cantonali, dei controlli sulla
caratterizzazione delle derrate alimentari (etichettatura,
pubblicità, carta dei menu, ecc.). Le constatazioni fatte finora in
questo ambito sono state raramente oggetto di valutazione e bilancio
sistematico. Nel 2015, l’Associazione dei Chimici Cantonali Svizzeri
(ACCS) ha pertanto organizzato una campagna nazionale di controllo di
quelle derrate alimentari le cui denominazioni-indicazioni beneficiano di
protezione (DOP-Denominazione di Origine Protetta, IGP-Indicazione
Geografica Protetta) così come delle designazioni
“Montagna” o “Alpe”. Tutti i cantoni svizzeri e il
Principato del Lichtenstein hanno partecipato alla campagna. I controlli si
sono svolti prioritariamente presso aziende che preparano, trasformano,
(re)imballano o (ri)etichettano derrate alimentari, quindi in esercizi
pubblici, panetterie, macellerie e caseifici, nonché in aziende di
commercio all’ingrosso, presso grandi distributori, dettaglianti e
mercati.
I controlli si sono svolti in modo mirato su tipi
diversi di denominazioni di origine protette (DOP) o indicazioni
geografiche protette (IGP) sia svizzere
(30 in totale) sia europee
(una trentina di prodotti selezionati sul migliaio disponibile). La
Svizzera e l’Unione Europea (UE) hanno infatti concluso accordi che
mirano ad un reciproco riconoscimento delle rispettive denominazioni e
indicazioni protette nonché alla loro protezione contro abusi,
imitazioni o indicazioni ingannevoli.
I controlli presso
operatori alimentari hanno portato alla contestazione per non
conformità della dichiarazione delle derrate alimentari in ca. il
50% delle bancarelle di mercato, nel 44% degli esercizi pubblici e nel 39%
delle panetterie controllate.
Sono stati oggetto di controllo
ben 625 prodotti svizzeri recanti una denominazione o indicazione protetta:
nel 14% dei casi (85 prodotti) questa specifica caratterizzazione da parte
dei commercianti non è risultata veritiera visto che i prodotti non
ne avevano le specifiche peculiarità. La carne secca
del Vallese IGP e la “Damassine”
DOP (acquavite di prugne di Damasco) sono risultati essere i prodotti
con il più elevato numero di contestazioni dovute alla non
conformità della caratterizzazione.
Per quanto concerne
i prodotti dell’UE, sono state emesse 192 contestazioni (27%) per
caratterizzazione non corretta su 721 prodotti controllati. Il formaggio “Parmigiano
Reggiano”, il formaggio “Feta” e il “Prosciutto
di Parma” sono risultati essere i prodotti europei con il tasso
maggiore di contestazione.
Sono stati inoltre controllate le
denominazioni “Montagna”
e “Alpe” di 99 prodotti. Per 36 di essi (36%) le esigenze
per potersi fregiare di tale appellativi non erano rispettate.
Gli organi di controllo hanno preso i provvedimenti del caso a seconda
della natura delle mancanze, emettendo semplici avvertimenti o denunciando
i casi alle competenti autorità penali.
Questa campagna
nazionale ha messo in evidenza una situazione insoddisfacente per quanto
riguarda l’utilizzo di denominazioni e indicazioni protette o
designazioni riservate. Di riflesso, le associazioni professionali toccate
dalla problematica devono intervenire immediatamente per migliorare la
situazione, mentre i chimici cantonali continueranno a controllare e
imporre misure di ripristino e sanzioni a tutela della protezioni di queste
denominazioni e indicazioni, ma soprattutto per proteggere i consumatori da
specifici inganni.
Tabella riassuntiva a livello
nazionale
(AZIENDE VISITATE =
963)
|
Derrate di origine svizzera con DOP/IGP
|
Derrate di origine UE con DOP/IGP
|
Derrate di origine svizzera con designazione
“montagna” /
“alpe”
|
Numero di denominazioni
Controllate
|
30
|
33
|
non applicabile
|
Numero di prodotti
controllati
|
625
|
721
|
99
|
di cui conformi
|
540 (86%)
|
529 (73%)
|
63 (64%)
|
Prodotti più spesso
contestati
|
Damassine DOP:
10 contestati su 24
(= 42%)
|
Formaggio Parmigiano Reggiano DOP:
106 contestati su 222 (= 48%)
|
non
applicabile
|
Carne secca del Vallese IGP:
7 contestati su 18
(= 39%)
|
Feta DOP:
16 contestati su 49
(= 33%)
|
non
applicabile
|
Tabella riassuntiva per il Canton Ticino
(AZIENDE VISITATE = 44)
|
Derrate di origine svizzera con DOP/IGP
|
Derrate di origine UE con DOP/IGP
|
Derrate di origine svizzera con designazione
“montagna” /
“alpe”
|
Numero di denominazioni
controllate
|
6
|
13
|
-
|
Numero di prodotti
controllati
|
14 *
|
26 **
|
4
|
di cui conformi
|
13 (93%)
|
23 (88%)
|
2 (50%)
|
Seguito dato alle non conformità
|
1 x contravvenzione
|
3 x ammonimento
|
2 x
ammonimento
|
Prodotti più spesso
contestati
|
1 x Sbrinz
|
1 x Bresaola della Valtellina
1 x
Prosciutto di Parma
1 x Taleggio
|
-
|
* 1 x Carne
secca dei Grigioni, 7 x Formaggio d’alpe Ticinese, 1 x Formaggio
Gruyère, 1 x Formaggio Raclette, 2 x Formaggio Sbrinz, 2 x Formaggio
Vacherin Fribourgeois
** 3 x
Bresaola della Valtellina, 1 x Formaggio Castelmagno, 1 x Culatello di
Zibello, 2 x Formaggio Grana Padano, 2 x Mortadella di Bologna, 3 x
Mozzarella di bufala Campana, 2 x Formaggio Parmigiano Reggiano, 1 x
Formaggio Pecorino Sardo, 2 x Prosciutto di Parma, 2 x Salame Felino, 4 x
Formaggio Taleggio, 2 x Speck Alto Adige, 1 x Jamon de Trevelez
|
02.
Rassegne
gastronomiche in Ticino: informare sempre correttamente il cliente
sull'origine dei propri prodotti è "trasparenza pagante" (oltre che
obbligo di legge)!
Il cliente Ticinese di ristoranti o altri esercizi pubblici ticinesi che
decide di uscire a pranzo o cena per mangiare qualcosa nell'ambito di una
rassegna gastronomica che vanta l'uso di materie prime "locali", "del
territorio", "della Valle", "a km-zero" o altro, è disposto a
spendere anche qualche franco in più per sostenere la filiera
alimentare Ticinese che è certamente di qualità.
In passato ci sono stati segnalati da attenti consumatori alcuni episodi
particolari, come -a titolo di esempio didattico- l'offerta sul menu di
"pesce persico fresco del nostro lago" in pieno periodo di divieto di
pesca. Le nostre verifiche avevano poi evidenziato che il pesce proveniva
dall'Estonia. Certamente episodi singoli che possono tuttavia alla
lunga gettare discredito sulla serietà dei promotori e della maggior
parte degli osti aderenti a queste rassegne.
Fra gli
scopi della legislazione alimentare vi è, oltre a quello della
sicurezza del prodotto, anche la tutela del consumatore da inganni o,
peggio ancora, da frodi. Questi aspetti sono pertanto regolarmente
verificati dall'ispettorato delle derrate alimentari del Laboratorio
cantonale, organo esecutore in Ticino della legislazione federale.
La nostra azione durante rassegne gastronomiche non è da
intendersi come vessatoria o solo repressiva, ma deve essere vista -oltre
che a tutela del consumatore- anche come strumento per promuovere ancora
meglio il prodotto Ticinese e generare così importanti ricadute
socio-economiche-ambientali positive.
Pertanto, dopo la campagna
ispettiva svolta nel 2014 nel Luganese nell'ambito della rassegna "Sapori in
liberta", l'ispettorato delle derrate alimentari del Laboratorio
cantonale ha verificato nel 2015 la situazione in ristoranti del
Bellinzonese e 3 Valli che hanno aderito alla Rassegna "Maggio
Gastronomico".
Presso una
quindicina di ristoratori, oltre ai normali "controlli di igiene", è
stata verificata l'origine di sessanta materie prime su cui "faceva leva"
la promozione pubblicitaria sul sito o nella brochure dedita
all’evento. Le verifiche dei nostri ispettori hanno mostrato che 9
ristoratori su 10 serviva effettivamente quello che il cliente si
aspettava. In un "piccolo" 7% di casi, non trovando la materia prima in
Ticino o avendo esaurito le scorte (per il successo del piatto), l'oste ha
pensato di ovviare con prodotti provenienti dalla Svizzera. Una non
conformità, quella di aver dato informazioni non veritiere al
cliente, che avrebbe potuto essere evitata con poco (p.es. una lavagna
appesa nel ristorante, un foglio supplementare inserito nel menu, con
indicato "Caro cliente, purtroppo chi è arrivato prima di te ha
mangiato tutto il nostro ..... Ticinese. Quello che vorrai ricevere nel
piatto proviene da ...."). In un 5% dei casi l'esercente ha servito
prodotti italiani, in un caso prodotti provenienti dalla UE (non italiani).
Nei casi di manifesto inganno si è aperta una procedura
contravvenzionale.
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tel. +41 91 814 61 11 fax +41 91 814 61 19 dss-lc@ti.ch www.ti.ch/laboratorio
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