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Comunicato stampa

Consiglio di Stato
Dipartimento delle istituzioni

07 maggio 2020

Comunicato stampa

Consiglio di Stato
Dipartimento delle istituzioni

07 maggio 2020

Autorità di protezione del minore e dell’adulto: il Governo intende istituire una nuova autorità giudiziaria

Il Consiglio di Stato ha determinato l’indirizzo della riforma concernente le Autorità di protezione del minore e dell’adulto. A fronte dell’analisi svolta dal preposto Gruppo di progetto, il Governo condivide l’istituzione di una nuova autorità giudiziaria specializzata nel diritto di protezione. Un indirizzo innovativo, che sarà oggetto di un Messaggio di aggiornamento all’attenzione del Parlamento previsto entro fine anno.


Il Governo ha condiviso la proposta di nuovo modello organizzativo formulata dal Gruppo di progetto con riferimento alla riorganizzazione delle Autorità di protezione. Il Gruppo di progetto, coordinato dalla Direttrice della Divisione della giustizia Frida Andreotti, ha potuto contare sull’apporto specialistico dei vari membri: il Presidente della Camera di protezione del Tribunale di appello Franco Lardelli, il Magistrato dei minorenni Reto Medici, il Direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie Renato Bernasconi, l’Aggiunto al Direttore della Divisione delle risorse Curzio Guidotti, il Capo della Sezione degli enti locali Marzio Della Santa, il Rappresentante dei Comuni ticinesi Ettore Vismara e la Rappresentante dei Presidenti delle Autorità regionali di protezione Alessia Dolci.

La proposta presentata al Consiglio di Stato prevede in particolare l’istituzione di una nuova autorità giudiziaria specializzata nel diritto di protezione, che costituirà l’evoluzione delle attuali Autorità regionali di protezione (ARP) di natura amministrativa comunale/inter-comunale.

Questa riorganizzazione s’inserisce nel settore del diritto di famiglia sancito dal Codice civile. In prospettiva futura, il modello implica la suddivisione delle competenze in ambito di diritto di famiglia tra due autorità giudiziarie distinte:

  • le attuali Preture, che, oltre al resto del diritto civile, continueranno a giudicare i casi del settore del diritto di famiglia che il Codice civile sottopone alla competenza del “giudice di prima istanza”; 
  • le nuove Preture di protezione, che giudicheranno i casi del settore del diritto di famiglia che il Codice civile sottopone alla competenza dell’“autorità di protezione” (diritto di protezione)

Il Governo ha determinato un ri-orientamento della riforma, oggetto di un Messaggio tutt’ora pendente presso il Parlamento che postula l’accorpamento delle Autorità di protezione nelle attuali Preture. Una variante che, nella sua trattazione da parte della specifica Sotto Commissione parlamentare, ha posto diverse criticità a livello dell’impatto della riunione delle competenze in materia di diritto di famiglia in un’unica autorità giudiziaria.  

Il nuovo indirizzo della riforma consentirà di instaurare un processo di crescita delle Autorità di protezione da autorità amministrative comunali/inter-comunali ad autorità giudiziarie cantonali. I vantaggi principali di questo processo emergono in particolare dal profilo dell’autorevolezza derivante dalla natura giudiziaria dell’autorità, che rafforzerà pure il suo riconoscimento verso l’esterno anche per quanto riguarda le vertenze internazionali. Un’organizzazione maggiormente in linea con le modifiche del diritto federale entrate in vigore negli ultimi anni, che migliorerà le sinergie nel settore del diritto di famiglia: infatti, a livello procedurale, le attuali Preture e le nuove Preture di protezione applicheranno entrambe il Codice di procedura civile.

Il Consiglio di Stato ha incaricato il Dipartimento delle istituzioni di concretizzare l’indirizzo della riforma in un Messaggio che aggiornerà quello attualmente pendente presso il Parlamento. Il Messaggio è atteso entro fine anno e sarà oggetto di una consultazione esterna con gli attori interessati. La riforma in questione è stata dunque inserita nel progetto “Ticino 2020”, allo scopo di verificare la ripartizione dei flussi e degli oneri finanziari tra Cantone e Comuni, alla luce del prospettato passaggio di competenze istituzionali.