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Autori: Paola De Marchi-Fusaroli
Data: 08 marzo 2006

Donne e mimosa, un simbolo, ma soprattutto un fiore di stagione

8 marzo: un giorno dedicato alle donne

Per saperne di più sull'8 marzo e sulle donne, in particolare su quelle che lavorano per l'Amministrazione cantonale.

A quanto pare, le origini della Giornata internazionale della donna sono piuttosto contrastate. La versione più comune, ma screditata da alcune femministe italiane, è quella che ne decreta la nascita nel 1910, in occasione della II Conferenza dell'Internazionale socialista di Copenaghen, quando venne proposto di dedicare l'8 marzo al ricordo delle operaie dell'industria tessile Cotton di New York.
Si dice che nel 1908 le operaie dell'industria tessile Cotton scioperarono per l'ottenimento di migliori condizioni di lavoro. Il proprietario, Mr. Johnson, bloccò le porte della fabbrica, al cui interno divampò un incendio che costò la vita a 129 operaie. Realtà o verosimiglianza?

Che le origini di tale ricorrenza siano queste o meno non ha importanza. Ciò che conta è che l'8 marzo, in diversi Paesi del mondo, si celebrano i successi sociali, politici ed economici delle donne e nel contempo si ricordano i sacrifici e le difficoltà da esse affrontati per riuscire a concretizzare ideali quali libertà ed emancipazione.

Parlando di conquiste, si pensi, ad esempio, al diritto di voto delle donne. I primi a istituirlo furono alcuni stati degli USA. In Finlandia e in Norvegia fu introdotto prima della I Guerra mondiale. I votanti del Cantone Ticino approvarono l'introduzione del diritto di voto e di eleggibilità integrale per le donne a livello cantonale e comunale il 19 ottobre 1969. In Svizzera, le donne acquisirono i diritti politici il 7 febbraio 1971, quando il 65.7 dei votanti si pronunciò a favore della revisione dell'art. 74 della Costituzione federale del 1874, già proposta ma senza successo il 1. febbraio 1959. Art. 74 in base al quale l'esercizio dei diritti politici era consentito soltanto agli "Svizzeri". Termine, quest'ultimo, interpretato sia dalla dottrina sia dal Tribunale federale come "cittadini di sesso maschile".
Dieci anni dopo l'ottenimento di questo successo, le donne svizzere ne ottennero un altro: nel 1981 fu sancita l'uguaglianza di diritti tra uomo e donna nella Costituzione federale. Inoltre, nel 1996 fu varata la Legge sulla parità dei sessi, intesa a promuovere la parità di fatto fra donne e uomini nella vita professionale. 

Ma focalizziamoci sul Ticino. Anzi, restringiamo ancora un po' il campo e parliamo delle donne attive all'interno dell'Amministrazione cantonale. Vi siete mai chiesti quante donne lavorano per il Cantone? Quante di loro sono inserite nei quadri? Quante di loro lavorano a tempo parziale, magari perché diventate mamme, e quante al 100%? Io queste domande me le sono poste. O meglio: le ho formulate all'indirizzo di chi conosce le risposte. Ed ecco quel che mi è stato detto.

Il numero di donne aventi una nomina o un incarico all'interno dell'Amministrazione cantonale è 1753, vale a dire il 37.8% del totale dei funzionari nominati o incaricati.
Su 275 funzionari dirigenti, solo 16 sono donne, vale a dire il 5.8%.
1203 donne, ossia il 69%, sono attive presso l'Amministrazione cantonale con un'occupazione al di sopra del 50%; il tempo di lavoro delle rimanenti 550 (31%) è invece inferiore o pari al 50%.

Per completare questi dati, ho posto alcune domande più generiche alla Responsabile dell'Ufficio della legislazione e delle pari opportunità Marilena Fontaine.

Rispetto agli anni passati, vi è stato un aumento del numero di donne che ha ripreso a lavorare dopo una gravidanza? Perché?
In generale, nell'ultimo decennio, il numero di donne che ha ripreso a lavorare dopo la prima gravidanza è aumentato. Le ragioni vanno ricercate innanzi tutto nel miglioramento del grado di formazione delle donne e nel desiderio di queste ultime di mantenere una certa indipendenza. Sempre più donne investono nella loro formazione, per cui è legittimo che vogliano poi valorizzarla. Un'ulteriore motivazione è senz'altro l'insicurezza presente nel mercato del lavoro. Oggigiorno trovare un posto di lavoro è sempre più difficile, di conseguenza chi ne possiede uno difficilmente vi rinuncia.

Qual è la tendenza a livello di vita lavorativa e familiare delle donne?
Il desiderio di poter svolgere un'attività professionale è sempre più diffuso nelle donne. Tendenzialmente, esse desiderano interrompere la loro attività solo per un certo periodo, per poi riprenderla, magari in maniera più flessibile, riuscendo così a conciliare famiglia e lavoro.
Questo aspetto concerne sicuramente anche l'Amministrazione cantonale, nel senso che molto spesso vengo contattata da donne che vogliono informarsi sui loro diritti dopo la maternità, ecc. Sempre più donne usufruiscono, ad esempio, del congedo parentale o del congedo per ragioni familiari, ecc. E in questo va detto che l'Amministrazione cantonale è molto generosa rispetto ad altre aziende o ad altre amministrazioni pubbliche. Da uno
studio effettuato dalla Conferenza svizzera delle Delegate alla parità fra donne e uomini (CSDP) sulle regolamentazioni concernenti i genitori adottate da 31 amministrazioni pubbliche, il Ticino risulta infatti essere al secondo posto; al primo vi è Ginevra.

Quali sono le maggiori difficoltà incontrate da una donna sul posto di lavoro?
Dalle problematiche che mi vengono segnalate, sebbene io non sia in possesso di dati statistici che lo confermino, credo di poter dire che in generale le maggiori difficoltà incontrate da una donna sul posto di lavoro sono legate al fatto di avere figli. Non sempre è facile far capire al datore di lavoro che oltre a quello professionale si possono avere anche altri impegni. Da qui la difficoltà di ottenere ad esempio una riduzione del tempo di lavoro, oppure maggiore flessibilità.
Un'altra difficoltà consiste nell'ottenere una valorizzazione in termini salariali del lavoro svolto. Capita infatti spesso che - nonostante a parità di funzione non si possa parlare di discriminazione salariale tra uomini e donne - il lavoro svolto da queste ultime non sia sufficientemente riconosciuto in termini salariali.
Non vanno poi dimenticate le difficoltà di carriera incontrate soprattutto da donne con famiglia. Nonostante possiedano capacità di riuscita in ambito professionale, esse incontrano di fatto non poche barriere che ne ostacolano l'avanzamento, il che è ingiusto. A una donna deve essere data la possibilità di conciliare la vita familiare con le proprie ambizioni professionali.


Siti consigliati:
Giornata internazionale della donna (sito in inglese) 
Ufficio federale per l'uguaglianza fra donna e uomo 
Commissione federale per le questioni femminili 
Conferenza svizzera delle Delegate alla parità fra Donne e Uomini 
AARDT - Associazione archivi riuniti delle donne Ticino 
Archivio della RTSI. Voci di donne nella storia (un sito dove trovare biografie di personalità femminili ticinesi del passato)