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Autori: Isaac Asimov
Autori: Coco Acquistapace
Data: 03 dicembre 2009

Siamo quasi a fine anno: tempo di bilanci e buoni propositi per il futuro! Seconda parte

A proposito di preveggenza... seconda parte

... è anche il momento d'oro per astrologi, chiromanti, "maghi" e quant'altro, tutte persone che ritengono di avere la verità in tasca per ciò che concerne -appunto- il futuro. Senza scomodare personaggi della mitologia (o della storia), divenuti immortali proprio per le loro previsioni (l'Oracolo di Delfi, Sibilla Cumana, Nostradamus...), scambiamo un'ipotetica chiacchierata con qualcuno che, grazie a una mente aperta e acuta, 30 anni fa ha immaginato e descritto come sarebbe stata la società del 21esimo secolo.

Continuazione

Come risultato, ci sarà più "gente del Rinascimento"?

Sì. Al giorno d'oggi lo svago rappresenta un piccolo segmento della vita, che viene sfruttato ben poco a causa della mancanza di tempo, oppure viene sprecato nel dolce far niente, nel disperato tentativo di fuggire quanto più lontano possibile dall'odiato mondo del lavoro di tutti i giorni. Quando lo svago riempirà la maggior parte del tempo, non ci sarà più la sensazione di essere in gara con l'orologio e la macchina che timbra il cartellino, né l'impulso irrefrenabile a sfogarsi nei bagordi con la schiavitù dell'odiato lavoro. La gente assaporerà una varietà d'interessi senza limite alcuno, diventerà specializzata o esperta in un certo numero di campi, e coltiverà diversi talenti in vari periodi della propria vita.

Queste non sono soltanto congetture?

Ci sono state epoche nella storia in cui la gente disponeva di schiavi (la versione umana, brutale dei computer) che lavoravano per loro.
Altri hanno avuto l'appoggio dei mecenati.
Quando anche soltanto pochissime persone avevano ampi spazi di tempo a disposizione per perseguire i propri interessi, il risultato è sempre stato l'esplosione della cultura.
L'età dell'oro di Atene nel tardo Quinto secolo a.C. e il Rinascimento in Italia dal Quattordicesimo al Sedicesimo secolo sono gli esempi più noti. Non soltanto la gente avrà la libertà di dedicarsi ai propri hobby e interessi e sogni, ma un gran numero di loro vorrà anche condividere i propri talenti.
Siamo in tanti ad avere in noi un po' del gigione.
Cantiamo sotto la doccia, prendiamo parte a spettacoli teatrali di dilettanti, oppure marciamo in parata. È mia ipotesi che il Ventunesimo secolo svilupperà una società nella quale un terzo della popolazione sarà impegnato nel fornire svaghi agli altri due terzi. E ci saranno inevitabilmente nuove forme di svago che adesso riusciamo a prevedere soltanto in modo indistinto.

Ci può citare qualche esempio?

Lo spazio potrebbe diventare una nuova arena di attività. Per esempio, la manipolazione di oggetti sferici di varie dimensioni in una gravità prossima allo zero potrebbe produrre forme molto più complicate di tennis o di calcio.
La danza classica e perfino i balli di tutti i giorni potrebbero diventare qualcosa di stupefacente e richiedere un nuovo tipo di coordinazione che sarà delizioso da osservare, poiché sarà altrettanto facile muoversi in su e in giù così come lo è oggi muoversi avanti e indietro, o a sinistra e a destra.

E cosa ne sarà di chi sceglierà di non condividere le proprie inclinazioni e i propri interessi e vorrà ritirarsi in un mondo tutto suo?

Una persona interessata ad apprendere tutto il possibile sulla storia dei costumi, per esempio, sarà in grado di cercare in tutte le biblioteche del mondo da una singola località isolata, e potrà far tutto semplicemente restando lì dove si trova.

Potremmo allora ritrovarci in una società nella quale un numero senza precedenti di persone sarà costituito da eremiti intellettuali? Potremmo generare una razza di introversi?

Le possibilità che si arrivi a questo sono scarse.
La gente che finisce per interessarsi in maniera maniacale a un singolo aspetto del sapere sarà con molta probabilità posseduta da zelo missionario. Vorranno spartire con altri il loro sapere. Già oggi, chi si interessa a una materia poco nota preferisce di gran lunga parlarne con chiunque gli capiti d'incontrare piuttosto che starsene seduto in silenzio in un angolo. Se mai esiste un pericolo, quello è che un interesse bizzarro finisca per dar vita a un noioso chiacchierone, piuttosto che a un eremita. Non dobbiamo dimenticare la tendenza che hanno coloro che condividono gli stessi interessi a riunirsi, a formare un sottouniverso temporaneo che diventa un rifugio ricco di un fascino speciale. Negli anni Settanta, per esempio, qualcuno ebbe l'idea di organizzare un congresso per gli appassionati di Star Trek, aspettandosi che al massimo vi partecipasse qualche centinaio di persone, invece gli appassionati vi si riversarono a migliaia (e si supponeva che la televisione fosse un veicolo d'isolamento!). 

Sappiamo che lei è un estimatore e fan di Star Trek, come mai proprio di questa produzione piuttosto che di altre simili?

Quando iniziai a scrivere di science-fiction, non esistevano spiegazioni tecniche scientifiche che potessero dimostrare gli spostamenti spaziali così enormi che compivano gli eroi, così io mi aggiunsi a coloro che ipotizzavano un "salto iperspaziale" che rimaneva però confinato al mondo della fantascienza; Gene Roddenberry fece molto di più, si inventò la "velocità a curvatura" che ha una sua giustificazione nella fisica quantistica e questo ha immediatamente attirato la mia attenzione: a ragion veduta posso affermare che Star Trek è senza dubbio una serie di fantascienza "vera" e legata a doppio filo alla realtà.

In chiusura?

Le riunioni on-line, nelle quali il veicolo di collegamento è il computer, e la gente è coinvolta in maniera attiva, incontrano allo stesso modo alti livelli di partecipazione. E fra un convegno ufficiale e l'altro, ci sarà un caleidoscopio di gente collegata in comunità globali dalle comunicazioni computerizzate. Avranno luogo congressi perpetui, nei quali i singoli entreranno e usciranno portando scoperte e idee e andandosene arricchiti. Ci sarà un continuo intreccio di nozioni insegnate e apprese. Quello che prevedo è una società di intensi fermenti creativi, gente che comunica con altra gente, pensieri nuovi che sorgono e si diffondono a una velocità mai immaginata prima, cambiamenti e novità che riempiranno il pianeta (per non parlare dei mondi artificiali più piccoli che verranno costruiti nello spazio). Sarà un mondo nuovo che guarderà ai secoli precedenti come a un tempo in cui si viveva solo a metà.

Isaac Asimov è entrato a far parte dei Grandi autori della storia grazie soprattutto a numerosissimi testi di divulgazione scientifica e a saggi sui più disparati temi. Sono stati però i suoi romanzi fantascientifici a conferirgli notorietà a livello mondiale, tanto che altri scrittori e registi hanno confessato che senza gli scritti di Asimov molte loro opere non avrebbero visto la luce: "Star Wars" e "Star Trek" tanto per restare al cinema, "Dune" per citare una saga letteraria.
È stato anche uno dei più noti visionari, con Leonardo e Jules Verne, capace di anticipare i tempi, prevedendo addirittura alcuni strumenti e oggetti oggi di usuale consumo.
La linea indicata da Asimov è forse idilliaca ma, se non proprio i nostri figli, sicuramente le generazioni future potranno vivere queste nuove "età dell'oro" o nuovi "rinascimenti"... o almeno è ciò che ci auguriamo. 
***

Formulazione delle domande, ricerca e individuazione delle risposte nell'opera "Visioni di robot", Net, Nuove Edizioni Tascabili, 1990 (edizione originale: "Robot vision", 1979), a cura di Coco

Fine