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Archivio Argomenti

Autori: Marco Borradori
Autori: Redazione
Data: 06 giugno 2007

Intervista della redazione a Marco Borradori, direttore del Dipartimento del territorio

A tu per tu con Marco Borradori

I direttori dei cinque Dipartimenti si presentano sulle pagine della rivista aziendale Argomenti: una serie di interviste personali offre l'occasione per conoscerli da vicino.

Secondo la sua visione, in cosa consistono concretamente l'abbattimento delle barriere dipartimentali e la novità nell'individuare e affrontare in maniera congiunta le principali tematiche cantonali, temi discussi nell'ambito della due giorni di "clausura" al Monte Verità?

Terrei subito a precisare che queste "barriere" sono molto più permeabili di quanto non si pensi. Se la collaborazione fra dipartimenti fosse veramente così carente, la macchina dell'Amministrazione si sarebbe bloccata da un pezzo. Invece, su temi di routine, ma anche su grandi progetti, la coordinazione e lo scambio fra le varie aree ci sono sempre stati. Il Territorio, ad esempio, collabora con il DI (aggregazioni, circolazione stradale, segnaletica, ecoincentivi), con il DFE (domande di costruzione, progetti di riqualifica territoriale, logistica dei trasporti, impianti per la produzione di energia), con il DSS (inquinamento/salute in materia di aria e radiazioni non ionizzanti) e con il DECS (temi culturali).

Certamente esiste però anche un notevole spazio di miglioramento. Credo che al Monte Verità abbiamo fatto un passo avanti decisivo - soprattutto in termini di motivazione e progettualità - verso una collaborazione più articolata a livello politico. Ci siamo dati delle priorità tematiche e abbiamo definito delle responsabilità puntuali.


Quali cambiamenti comporterà il nuovo modo di condurre l'Amministrazione cantonale per chi è chiamato a prendere decisioni e per chi, invece, deve attuarle?

Il primo, grande cambiamento non l'abbiamo inventato noi. Mi riferisco ai principi dello sviluppo sostenibile ancorati nella Costituzione cantonale, che pian piano stanno diventando parte integrante delle scelte politiche e amministrative regionali, nazionali e anche internazionali. La necessità di utilizzare oggi il territorio e le sue risorse senza intaccarne la vivibilità per le generazioni future, passa da una valutazione dei progetti che tenga conto, con pari dignità, delle esigenze ambientali, di quelle sociali e di quelle dell'economia. Rapportato alla nostra realtà, ciò richiede già la collaborazione di almeno tre dipartimenti, il DT, il DSS e il DFE.

Che cosa significa concretamente? A livello di decisione politica, un approfondimento accurato da parte del Governo di tutti i progetti che hanno un impatto importante sul territorio. È fondamentale che le grandi scelte siano valutate da ogni punto di vista e, come tali, fatte proprie dal Consiglio di Stato. A livello amministrativo, non credo che vadano introdotte nuove regole: abbiamo già delle normative chiare che ci impongono di consultare gli altri servizi amministrativi.


Con quale spirito si prepara ad affrontare il quadriennio appena avviato? Quali sono le sue aspettative nei confronti dell'Amministrazione cantonale?

Devo pur dire che quest'inizio è stato molto motivante. L'ampia fiducia che mi hanno dato gli elettori, dopo dodici anni di Governo - anni intensissimi e che hanno portato a risultati positivi per quanto riguarda i settori di cui si occupa il mio Dipartimento - è stato uno stimolo grandissimo, una forte spinta a migliorare, a guardare con occhi nuovi anche le cose conosciute.

Inutile negare che un difetto dell'Amministrazione è l'abitudinarietà, che sedimenta procedure e comportamenti non sempre efficaci. Ecco, in questo quadriennio vorrei riuscire ad aprire la finestra e portare aria nuova, idee utili, modalità di lavoro più rapide, poiché margini per fare meglio ce ne sono, eccome. Ovvio, poi, che metto in discussione anche me stesso, principalmente me stesso, e non solo gli altri.

Infine, auspico che i primi segnali di ripresa economica trovino conferma nei prossimi anni, così che il Governo possa avere margini adeguati per proporre progetti di ampio respiro, che vadano a beneficio di tutto il Paese.


L'Amministrazione cantonale è un'azienda attiva 365 giorni all'anno e questo vale anche per chi la dirige. Durante il periodo di "tregua estiva", oltre al Rendiconto dello Stato, quali libri metterà in valigia?

La verità è che dal lavoro stacco pochissimo, in genere solo i dieci giorni del Festival di Locarno, che però chiedono a tutti noi consiglieri di Stato una serie di presenze ufficiali, così già che sono di strada ci scappa anche un salto in ufficio.

Però, riesco a ritagliarmi qualche momento per la lettura. Di recente ho partecipato a un paio di festival letterari, a Massagno e Chiasso, e mi sono portato via alcuni libri. Un paio di Björn Larsson, un autore svedese di cui ho già letto parecchio, e due gialli di Bruno Morchio, uno scrittore genovese che invece non conoscevo. Poi, sul comodino ho ancora intatti l'ultimo libro di Baricco Questa storia, e la Masseria delle allodole, di Antonia Arslan, che mi ha regalato una cara amica e da cui è stato tratto il film dei fratelli Taviani.