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Archivio Argomenti

Autori: Nicolas Bosia
Autori: Enis Rigiani
Data: 01 giugno 2010

Enis Rigiani, attraverso la condivisione del proprio vissuto, ci fornisce uno sguardo retrospettivo dei primi mesi di attività presso il Laboratorio cantonale

Cambiare professione: un'opportunità di crescita personale

Signor Rigiani, il suo è un percorso professionale che riflette appieno le nuove opportunità e sfide del mercato del lavoro: la formazione continua e la riqualificazione. Ci racconti la sua esperienza.

Da circa un anno lavoro presso il Laboratorio cantonale come controllore per il settore delle derrate alimentari. Prima di approdare in questo ambito ero capo macellaio in un supermercato. Oltre alle mansioni relative al mestiere, mi occupavo della vendita al banco e gestivo il personale composto da nove persone. Ho sempre svolto il mio lavoro con interesse e professionalità. Della mia professione apprezzo molto l'autonomia, il contatto con le persone e il fatto di svolgere attività diversificate. Pur consapevole che un impiego non si conosce mai a fondo, ritenevo di aver conseguito una buona padronanza del mestiere e le competenze necessarie nel settore di attività che mi competeva. Questo mi ha portato a ripensare al mio indirizzo professionale, e a decidere di inserirmi in un ambito dove poter sfruttare la mia esperienza, investendo quindi le energie in un campo affine ai miei interessi. Ero soddisfatto del mio lavoro, ma avevo bisogno di trovare qualcosa che stimolasse la mia curiosità e assecondare la mia voglia d'intraprendere una formazione continua. In quel momento mi si presentò l'opportunità di concorrere per la funzione che sto esercitando e dalla quale ricevo molta soddisfazione.

Quali sono i suoi compiti in seno al Laboratorio cantonale?

Principalmente procedo a ispezioni presso aziende di diverso tipo, quali negozi, mercati, industrie, aziende, mense, ristoranti e bar che operano nel settore alimentare. Il mio compito è verificare - anche su segnalazione - che le imprese ottemperino all'obbligo di autocontrollo definito dalla Legge federale. Chiunque produce, distribuisce, importa o esporta derrate alimentari deve, in altre parole, rispettare procedure ed esigenze legali entro ogni processo (manipolazione, lavorazione, preparazione, produzione, distribuzione) a cui è sottoposto un determinato alimento; è tenuto inoltre all'osservanza dell'igiene generale (locali, attrezzature, stoccaggio, conservazione ed esposizione delle derrate) e del personale e, infine, a far riferimento ai criteri di caratterizzazione e dichiarazione delle derrate. L'acqua ad esempio è una delle derrate alimentari più consumate che esige controlli severi e requisiti di potabilità tramite prelievo di campioni. L'obiettivo ultimo è il rispetto della salute pubblica e dei principi d'igiene.

La nuova professione le ha offerto nuovi stimoli e, di conseguenza, nuove responsabilità. Quali sono stati gli ostacoli, le difficoltà e come li ha affrontati?

Se da un lato lo stimolo della nuova professione risiede proprio nell'assunzione di un nuovo punto di vista, sia per quanto riguarda il tipo di lavoro che per le competenze necessarie, dall'altro lato questo ha richiesto da parte mia notevoli sforzi di adattamento. Il periodo formativo, che ho superato con successo, è stato fondamentale per il mio progressivo inserimento in azienda. La formazione ricevuta ha saputo integrare la teoria con la pratica in modo ottimale. Mi è stata data la possibilità di acquisire nozioni teoriche riguardanti le leggi e le procedure, e di attuare interventi concreti sul territorio redigendo i rapporti in merito a quanto riportavo dalle mie ispezioni. Nel concreto questo mi consente di portare avanti l'aspetto pratico in modo più solido e professionale grazie a una base teorica acquisita accanto all'agire reale. Una buona formazione, come quella che ho potuto seguire, deve saper ancorare il sapere al saper fare, valorizzando la personalità dell'apprendente in modo tale da orientarlo in maniera efficace e progressiva verso l'obiettivo della piena assunzione della professione.

Le maggiori difficoltà legate al passaggio da un fronte all'altro del banco di vendita hanno riguardato in particolar modo l'aspetto delle leggi e delle procedure verso cui non avevo alcuna familiarità, in quanto un aspetto del lavoro a me totalmente nuovo. Dover rispettare determinate norme in materia d'igiene e salute è ben diverso dal conoscerne le procedure e le basi legali che stanno alla base e che sono complesse e articolate. Il mio lavoro non consiste più come prima nella promozione e preparazione del prodotto, ma nel vigilare affinché questo venga fatto in modo corretto. L'esperienza acquisita in passato mi aiuta a svolgere il mio attuale ruolo in modo consapevole e professionale, conoscendo il punto di vista di chi vado a visitare e le problematiche a cui sono confrontate le persone che operano nel settore delle derrate alimentari.

Qual è l'aspetto che reputa più importante nella sua nuova professione? Cosa l'entusiasma maggiormente del suo lavoro?

In questo lavoro subentra l'aspetto relazionale, che già mi toccava in passato, ma che assume ora una nuova veste. In altri termini non si tratta più per me di gestire un gruppo di persone entro l'organizzazione del lavoro, o di promuovere dei prodotti verso il consumatore, bensì di controllare e segnalare eventuali mancanze o problemi. Ciò mi pone di partenza in un tipo di relazione asimmetrica, e quindi le capacità relazionali e di empatia, così come il riuscire a esplicitare bene le ragioni della mia presenza, diventano parte integrante della funzione. In particolare esse devono realizzarsi - a volte scontrandosi - entro i limiti che impone la funzione stessa, vale a dire garantire in modo perentorio il rispetto di determinate norme legali perché fondamentali per la collettività.

In sintesi ciò che amo della mia professione è il grado di autonomia nella gestione del lavoro in generale e per quanto riguarda i sopralluoghi sul terreno. Non si tratta però di un lavoro solitario, in quanto vi è un continuo confronto, sia di tipo formale che informale, di quanto si effettua sul territorio. Mi piace questo tipo di attività perché le situazioni che si presentano di volta in volta sono variegate e necessitano di capacità d'intervento adeguate al bisogno. Dopo questo primo anno lavorativo realizzo ancora di più la complessità della professione che svolgo e di quanto ho ancora da apprendere.