Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Archivio Argomenti

Autori: Raffaella Navari
Data: 04 novembre 2010

Seconda parte del viaggio in auto di una collaboratrice della Cancelleria dello Stato per le strade dello stato bilingue del Nord America

Canada, parte due

Kingston

Lasciata definitivamente Toronto, ci siamo diretti a Kingston, cittadina situata alla foce del fiume San Lorenzo. Data la sua posizione, Kingston per tutto il XIX secolo ha avuto una grande importanza militare e fra il 1841 e il 1844 è stata la prima capitale della colonia britannica delle Province Unite del Canada. Di quel periodo conserva Fort Henri, una delle più grandi fortificazioni del nord America, e un patrimonio di case, in uno stile a metà tra il neoclassico e il neogotico, fatiscenti quel tanto che basta a conferire loro un malinconico fascino.

Noi non ci siamo fatti mancare la gita in battello alla scoperta delle Tousend Islands, arcipelago che si dipana lungo il San Lorenzo per decine di chilometri, a partire da Kingston, composto da quasi 2'000 isole di dimensioni varie. A volte poco più di uno scoglio a cui si abbarbica un intrepido albero. Le isole ospitano graziose - se non lussuose - residenze e i canali sono solcati da rilassate barche a vela.

Ottawa

La tappa successiva del nostro viaggio è stata Ottawa, accogliente città, tutta compresa del suo ruolo di capitale, pur rimanendo aperta agli stimoli esterni e proiettata verso il futuro. Uno dei luoghi più interessanti per un turista è la collina del Parlamento, dove sorgono tutti gli edifici connessi alla sua attività, risalenti alla seconda metà del XIX secolo. Il servizio ai visitatori è impeccabile, offerto da giovani affabili e competenti. In tutti i luoghi pubblici in cui siamo stati, come musei, ristoranti, uffici informazioni, erano occupati molti giovani, con una presenza vivacizzante.
Con la loro guida è possibile visitare le sale in cui si riuniscono la Camera dei Comuni e il Senato, la biblioteca, salire in cima alla Torre della Pace, percorrere stanze e corridoi normalmente frequentati da deputati e funzionari. Non sapendo nulla dei politici e della politica canadesi - il Canada in Europa raramente fa notizia - l'esperienza è stata un po' estraniante, ma istruttiva. Svizzera e Canada sono entrambe plurilingue e federaliste, ma il loro sistema politico è del tutto differente, quasi agli antipodi della somma dei sistemi parlamentari democratici: democrazia diretta la prima, monarchia costituzionale la seconda. La cerimonia del cambio della guardia, che si svolge sulla collina del Parlamento ogni mattina dalla fine di giugno a metà agosto, in Svizzera sarebbe semplicemente inconcepibile. Comunque sia, guardare questi giovani luccicanti, che si incrociano ordinati in un prato verdissimo al ritmo della fanfara, è tutto sommato divertente.

Nel corso dell'estate, le mura e le finestre del Parlamento diventano il fondale su cui viene proiettato l'affascinante spettacolo di luci e musica Mosaika, in francese ed inglese, che racconta la storia del Canada e della sua cultura. La collina del Parlamento si riempie pian piano di gente, famiglie e gruppi di amici, tutti seduti tranquillamente per terra. Alle 10 di sera, dopo il suono della campana, puntuali iniziano i primi raggi di luce a colorare il palazzo, dando forma a paesaggi, animali e uomini. Mosaika, a partire dal suo stesso nome, pone l'accento sul fatto che il Canada è una nazione composita, tenuta assieme dal collante di valori condivisi.

Un luogo in cui trascorrere piacevolmente un po' di tempo a Ottawa, curiosando fra negozi e bancarelle o bevendo una birra, è il Byward Market. Di sera l'animazione non finisce, anzi: qui si concentrano un gran numero di locali e ristoranti, frequentati da persone di tutte le età.

Montréal

Eccoci nel luogo che più ho apprezzato in tutto il viaggio e che - secondo il mio personalissimo giudizio - merita un articolo tutto per sé.

Quebéc

Imboccando l'autostrada 40 ci siamo lasciati alle spalle Montréal. Le autostrade canadesi meritano una nota particolare. Dati gli ampi spazi a disposizione, gli ingegneri non si sono posti particolari problemi né a posare asfalto né a gettare cemento e hanno costruito delle strade ottimiste che non si fermano davanti a nulla: larghe e robuste, proseguono imperterrite calpestando le colline e scavalcando fiumi e baie.

La città di Québec detiene vari record storici: è il più vecchio insediamento del Canada e in Nord America è la capitale più vecchia e la sola città ancora circondata da mura. Naturalmente oggi la sua estensione va ben oltre il nucleo originario; però per il turista, soprattutto statunitense e canadese, il fascino maggiore si ritrova fra quelle antiche case. Il centro storico di Québec è una piccola cittadina del nord della Francia che una tempesta invernale ha divelto e scaraventato su una collina di là dall'oceano. In cima alla collina, più imponente della collina stessa, è stato edificato il Chateau Frontenac. Questo albergo di lusso, inaugurato nel 1893, è l'edificio più conosciuto di Québec. I suoi legni e le sue tappezzerie hanno ascoltato anche Winston Churchill e Franklin Delano Roosevelt discutere le strategie dello sbarco in Normandia e pianificare gli scenari del dopo guerra.

Spinti dal desiderio di immergere anche le dita nella realtà locale, abbiamo deciso di assaggiare la poutine, inventata a Québec negli anni Ottanta e diventata una sorta di piatto nazionale. È come mangiare un piatto di arrosto con la salsa e contorno di patate fritte, però senza l'arrosto. In sostituzione avrete una manciata di grumi di formaggio filante. Confesso che sono rimasta perplessa.

In generale la cucina canadese lascia piuttosto a desiderare. Gli ingredienti primi sono di buona qualità, ma, per un eccesso di generosità dei cuochi, i piatti non sono sempre attraenti. Quantità pantagrueliche di cibo sono sommerse da quantità equivalenti di salse. I consigli sono tre: approfittare dei numerosi ristoranti etnici presenti nelle grandi città; scegliere i piatti più semplici, come carne o salmone alla griglia; rassegnarsi ad avanzare cibo nel piatto.

Prima di lasciare Québec, consiglio di visitare le sue fortificazioni e la Cittadella, nelle cui caserme ancora ha sede l'unico reggimento interamente francofono dell'esercito canadese. Le guide vi illustreranno la storia della città, le lotte tra francesi e inglesi, e le imprese eroiche del 22° reggimento, ornandola di coloriti aneddoti.

Tadoussac

La tappa seguente del nostro viaggio è stata il villaggio di Tadoussac, distante circa 220 km da Québec. La via più veloce per arrivarci è la route 138, ma fra Baie-Saint Paul e La Malbaie è possibile optare per la 362, più lenta, ma molto più panoramica. Costeggerete il San Lorenzo, che vi impressionerà mostrandosi più grande ad ogni curva della strada, finché non riuscirete più a scorgere la costa opposta.

Per raggiungere Tadoussac occorre attraversare in traghetto il fiume Sagueney, che si diparte dal San Lorenzo per raggiungere il lago Saint-Jean. Rallegrato dalle sue casette di legno colorato, Tadoussac offre una manciata di bar e ristoranti, qualche negozietto di artigianato e poco altro; parecchie di queste attività sono gestite da persone provenienti da Montréal, che trascorrono qui la stagione estiva. Se d'inverno il villaggio è ripiegato su sé stesso, d'estate è infatti meta di villeggiatura per gli abitanti del Québec e richiama turisti da tutto il mondo.

L'attività principale è l'osservazione delle balene: da terra, dai battelli o dai gommoni, la città d'estate vive principalmente grazie a loro. Anche noi naturalmente non potevamo fare a meno di provare l'esperienza. Dopo una prima giornata trascorsa godendoci una tranquilla crociera sul Saguenay, il secondo mattino intrepidamente ci siamo imbarcati su un gommone che ci ha sballottati per due ore sulle onde. Qui si impongono due consigli: non intestardirsi a scattare foto se non si è dotati di un apparecchio performante e con un ottimo zoom; non mettere piede sul gommone se si patisce la nausea. Una volta a bordo, a meno che non ci sia un reale pericolo, non tornerà a riva fino alla fine del tour.

Sul traghetto, tornando da Tadoussac, una famiglia di nativi americani viaggiava nella macchina accanto alla nostra. L'apparenza loro e del loro disastrato veicolo era in triste contrasto con l'immagine patinata contrabbandata dai lussuosi negozi di artigianato indigeno visitati a Montréal e a Québec.

A questo punto eravamo sulla strada per l'aeroporto di Montréal, contenti di ciò che avevamo visto e coscienti di quanto ancora avremmo potuto ammirare e conoscere in Canada. È vero, abbiamo trascurato gli immensi parchi canadesi e la natura in generale; questa volta abbiamo privilegiato l'ambiente urbano, ma prima o poi torneremo!