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Autori: Giuseppe Chiesi
Data: 01 settembre 2009

A 100 anni dall'adozione della legge sui monumenti storici, il Dipartimento del territorio propone incontri, serate informative e visite guidate.

Cento anni di vita per la protezione dei beni culturali

Perché tutelare i beni culturali? Questo è il filo conduttore delle manifestazioni indette in autunno dal Dipartimento del territorio e dall'Ufficio beni culturali. Conferenze, presentazioni, visite guidate permetteranno al pubblico di accostarsi a una tematica di grande attualità che suscita interesse, talora apprensioni e critiche. I monumenti sono parte della nostra storia e vivono nel nostro presente: la tutela del patrimonio culturale è un imperativo non solo per lo Stato, ma per tutti. (Foto: Orselina, gruppo ligneo della Pietà).

Nel 1909, grazie al contributo di personalità del mondo culturale, il Ticino si dotava del primo testo legislativo chiamato a proteggere i monumenti storici. Veniva cosí compiuto un passo coraggioso e decisivo in un settore delicato, dove l'interesse pubblico spesso si urta con quello privato. Decretare un edificio, sacro o profano, quale monumento significava e significa tuttora che l'oggetto in questione assume importanza e significato non solo per chi lo possiede, ma per l'intera collettività. In altre parole: l'oggetto è da considerare quale elemento in cui, per i suoi pregi estetici e storici, si possono riconoscere tutti, e la cui distruzione rappresenterebbe una perdita per ognuno di noi. Il monumento evoca il passato, lontano o prossimo, e alimenta la memoria, senza la quale non si vive il presente: incarna una necessità vitale che accomuna persone e raggruppamenti sociali.

Dal 1909 in poi si sono avute due modifiche legislative nel 1946 e nel 1997. Lo Stato ha sentito il bisogno di adattare la normativa alle mutate condizioni sociopolitiche, ma soprattutto alla sensibilità culturale. Da una concezione in cui il monumento era consacrato dall'alone di antichità e bellezza che lo circondava, si è passati a una definizione di bene culturale piú ampia, in grado di comprendere le piú significative opere realizzate dall'uomo. Dunque non solo i grandi testimoni del passato, come la chiesa di Negrentino, i castelli di Bellinzona, i palazzi dell'artistocrazia patrizia, ma anche gli edifici della civiltà rurale (torchi, molini), le vie storiche, le piú recenti realizzazioni dell'architettura moderna.

Il programma, che intende offrire occasioni di incontro, di riflessione e di visita, prevede questi momenti:
1. Porte aperte. Bellinzona, viale S. Franscini 30A, 8 settembre, 20 ottobre (10:00-12:00; 15:00-17:00) l'Ufficio beni culturali si presenta;
2. L'inventario. Biblioteca cantonale Bellinzona (viale S. Franscini 30A) 23 settembre, ore 17:30: il Sistema Informatico Beni Culturali; sarà disponibile un opuscolo che descrive l'opera di censimento e di inventario.
3. Visite guidate. Venerdí 2 ottobre, visita ai cantieri di Orselina, Santuario della Madonna del Sasso, e chiesa di San Francesco (9:30-12:00); giovedí 22 ottobre: a Locarno (Piazza Castello, Casorella, reperti archeologici (10:00-12:00/14:16:00)
4. Esposizioni. Dal 29 ottobre, nell'atrio interno della Biblioteca di Bellinzona, si potranno ammirare il gruppo ligneo della Pietà di Orselina e i risultati di alcune ricerche archeologiche.
5. Serate informative. Bellinzona, Biblioteca, ore 20:30: i servizi dell'Ufficio presentano la loro attività: monumenti (11 novembre,), archeologia (18 novembre), inventario (25 novembre).

Il convegno. Giovedí 15 ottobre, dalle ore 09:30 alle 12:30, si terrà nella sala di lettura della Biblioteca cantonale di Bellinzona, il convegno dal titolo «Beni culturali e identità locale», con la partecipazione di: Jonathan Nelson, coordinatore dell'Art History Department, Syracuse University, Firenze; Cristina Acidini, sovrintendente del Polo Museale Fiorentino, Firenze; Paolo Biscottini, direttore del Museo diocesano di Milano; Andrea Kerbaker, Immaginazioni Srl, Milano.
La tavola rotonda sarà moderata da Salvatore M. Fares e da Stefano Zuffi.