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Autori: Sandra Rossi
Autori: Lorenzo Franscioni
Data: 02 novembre 2009

Intervista di Sandra Rossi a Lorenzo Franscioni, membro del Comitato Direttivo della Società Genealogica della Svizzera Italiana (SGSI), tesoriere e amministratore del sito web della SGSI, nonché docente del corso per adulti "Alla ricerca delle proprie radici".

Contemporaneamente patrigno e suocero - figliastra e nuora!

In questo giorno, dedicato alla commemorazione dei defunti, ricordiamo i nostri morti presentando la disciplina che per eccellenza si occupa degli antenati e di tramandarne la memoria. (Foto a lato: Giuseppe Ponziano Franscioni*)

Che cosa l'ha spinta a occuparsi di genealogia?

Penso che il primo stimolo me l'ha dato mio padre con il suo esempio; mi ha trasmesso il suo attaccamento alla storia, alle tradizioni non solo a parole ma anche attraverso la raccolta e la conservazione di lettere, fotografie, oggetti della civiltà contadina. Il salto di qualità è avvenuto in un momento preciso e improvvisamente. La molla che ha fatto scattare il mio interesse, allora latente e non ancora indirizzato razionalmente, è stato un lascito ereditario. Alla morte di uno zio, mio padre ha ricevuto molti documenti relativi alla famiglia, una vera manna per noi appassionati! Tra le carte abituali abbiamo trovato alcuni fogli che hanno suscitato la mia curiosità. Che significato dare a quegli elenchi di nomi e date, a quel grafico abbozzato? Quando mi sono reso conto di trovarmi di fronte a un embrione di albero genealogico dei Franscioni è affiorato prepotente il desiderio di completarlo, di risalire alle origini.

Ha costruito l'albero genealogico della sua famiglia da autodidatta?

Sì, per cominciare ho fatto ricorso ai ricordi di mio padre e di altri parenti, prendendo nota dei nomi e, quando possibile, delle date di nascita e di morte degli antenati diretti e certi. Grazie a queste prime indicazioni ho potuto risalire ai trisnonni.
Sono poi passato a consultare i "Ruoli della popolazione" all'Archivio di Stato di Bellinzona. Ogni comune a partire dal 1850 circa ha dovuto registrare in questi libroni i vari gruppi famigliari. A dipendenza del numero di abitanti alcuni comuni hanno suddiviso i "Ruoli" in: popolazione attinente e popolazione domiciliata, arrivata quindi da altri comuni ticinesi, svizzeri o dall'estero. Questa ricerca mi ha permesso di identificare altre generazioni di Franscioni, gli ultimi dati comprendono i nati attorno al 1780 - inizio 1800.
La terza fonte l'ho trovata nelle parrocchie di Moghegno e Lodano, dove sono custoditi i registri originali dei battesimi, dei matrimoni e dei defunti - i microfilm di tutti i registri parrocchiali ticinesi sono centralizzati e consultabili in Curia a Lugano -, che mi hanno permesso di fare un ulteriore balzo indietro nel tempo, quattro generazioni, un secolo!
Una volta raccolte tutte le informazioni mi si è posto il problema del come organizzarle. Dapprima ho pensato di utilizzare le tabelle di Excel, ma non erano adeguate. Sono passato quindi a ricercare in Internet gli applicativi informatici disponibili. Dopo averne provati una decina mi sono orientato su Family Tree Maker e Généatique; il primo è un programma statunitense che permette di schedare facilmente tutti i membri della famiglia, mentre il secondo è un programma francese molto duttile e che permette di personalizzare graficamente gli alberi genealogici.

Quali sono le difficoltà che ha incontrato?

Per quanto riguarda i registri civili: recarmi a Bellinzona per poterli consultare e, essendo divisi per famiglie, non poter collegare i vari rami e avere quindi una visione globale della stirpe.
Per quelli parrocchiali si va dalla lingua, latino e abbreviazioni ai quali dopo un po' ci si abitua, alle varie calligrafie, alle quali dopo un po' ci si fa l'occhio, allo stato dei registri, pagine macchiate, strappate, mangiate dai topi ... La disponibilità del parroco a permettere l'accesso alle fonti contribuisce inoltre a accelerare o rallentare i tempi della ricerca.
In entrambi ho riscontrato lacune e inesattezze. Per alcuni periodi mancano le registrazioni per cause diverse: assenza, malattia o dimenticanza del parroco. La data di nascita riportata nei due registri, civile e parrocchiale, non sempre coincide, può variare da alcuni giorni a anni. Dai Verbali dei defunti veniamo a sapere che XY è morto all'età di "circiter" (circa) ad esempio 80 anni, il che, spesso e volentieri, non aiuta molto a definire la data esatta di nascita ma, anzi, ogni tanto complica la ricerca, perché, all'interno dello stesso gruppo famigliare, i nomi erano sempre quelli. Quante volte ho faticato a capire di quale Giuseppe si trattava!

Ci sono suoi ascendenti o determinati avvenimenti che l'hanno particolarmente colpita?

I Franscioni, con altre poche famiglie ticinesi, hanno goduto, prima di essere obbligati per legge a scegliere, di uno statuto particolare: vantavano una doppia attinenza. Scoprire come e perché per un certo periodo sono stati patrizi di due comuni, Moghegno e Lodano, è stato gratificante.
Un ulteriore curioso episodio è avvenuto nel 1852, quando il mio quadrisavolo e suo figlio (il mio trisnonno), sposano, nello stesso giorno e in un'unica cerimonia religiosa, madre e figlia, patrizie di Lodano. Più chiaramente: Giuseppe Maria Franscioni, vedovo, sposa Anna Maria Tunzi, a sua volta vedova; Giuseppe Ponziano, figlio di Giuseppe Maria, si unisce ad Addolorata Tunzi, figlia di Anna Maria. Da questo momento questo ramo dei Franscioni si trasferisce definitivamente a Lodano.
Con questo doppio matrimonio anche i gradi di parentela diventano doppi:
Giuseppe Maria Franscioni diventa contemporaneamente patrigno e suocero di Addolorata Tunzi che, a sua volta, diventa figliastra e nuora di Giuseppe Maria.
Anna Maria Tunzi diventa contemporaneamente matrigna e suocera di Giuseppe Ponziano Franscioni che, a sua volta, diventa figliastro e genero di Anna Maria.

... e poi, niente di più bello che divulgare ciò che appassiona, vero?

L'animatrice di Cevio dei Corsi per adulti, Mariella Di Foglio, ha contattato la SGSI e il Presidente Renato Simona mi ha chiesto se ero interessato a tenere un corso. All'inizio l'idea di insegnare, non essendo docente di professione, mi ha preoccupato un po', ma poi mi sono lanciato e la mia proposta, strutturata in tre serate, è stata accettata. L'esperienza si è appena conclusa e, per me, è stata veramente proficua e gratificante.
Durante la prima serata ho dato agli otto partecipanti - provenienti per la maggior parte dalla Valle Maggia, ma anche dal Locarnese e dal Luganese - le indicazioni necessarie per svolgere una ricerca genealogica in Ticino: dove trovare i documenti, come leggerli, spiegando ed elencando i termini latini più ricorrenti, e infine mostrando, partendo dalle loro famiglie, come raccogliere e ordinare i dati. Il secondo incontro è stato dedicato alla ricerca in Internet per rintracciare coloro che sono emigrati; l'albero genealogico di buona parte delle famiglie ticinesi sarebbe monco se non contemplasse la loro discendenza. Alcune volte i rami degli emigranti si sono sviluppati più di quelli rimasti in patria!
E per finire i partecipanti hanno potuto iniziare a creare il loro albero genealogico, inserendo i loro ascendenti in uno dei migliori applicativi informatici in circolazione. Hanno visto come procedere nei casi semplici e in quelli complicati, ad esempio di fronte al secondo matrimonio di un vedovo.

A chi volesse lanciarsi nella ricerca che cosa consiglia?

Prima di tutto tanta pazienza e perseveranza. In certi momenti, quando i dati mancano, sono contraddittori, subentrano i "dictus" o "dicti", i soprannomi, si ha l'impressione di non più capire niente e ci si domanda "chi me lo fa fare?"
È inoltre essenziale non tralasciare niente, trascrivere tutte le informazioni, anche quelle più insignificanti possono diventare importanti in seguito.

... e lei? È pronto a lanciarsi in una nuova avventura?

Direi di sì, il prossimo albero sarà quello materno, le ricerche però saranno più complesse, lunghe e, soprattutto, a distanza perché mia madre è per metà olandese e per metà indonesiana.

* La foto completa è molto particolare, si tratta infatti di un collage di due fotografie: Giuseppe Ponziano Franscioni e i figli Natale e Severo (seduti accanto a lui) sono stati ritratti a Lodano, mentre gli altri tre figli in California. Contrariamente agli altri fratelli Natale e Severo non sono mai emigrati. Nella foto manca il sesto figlio maschio Venanzio, in quel periodo pure in California, ma a nord, al confine con lo stato dell'Oregon; Sereno, Mansueto e Virgilio (da sinistra a destra) lavoravano e vivevano tutti e tre nalla Salinas Valley.