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Autori: Paola De Marchi-Fusaroli
Data: 22 giugno 2006

Solstizio d'estate, tra credenze, riti pagani e usi popolari

Dal giorno alla noce...

24 giugno: San Giovanni Battista, giorno di raccolta per gli alchimisti del nocino e del ratafià.

Il 21 giugno il sole entra nel solstizio d'estate, raggiungendo il punto più alto . Nell'emisfero nord, questa data coincide pertanto con il giorno più lungo dell'anno e, conseguentemente, con la notte più corta. Al solstizio d'estate si oppone il solstizio d'inverno, che cade il 21 o il 22 dicembre.

Nell'antica Grecia i due solstizi venivano indicati come porte: "Porta degli dei" quello d'inverno e "Porta degli uomini" quello d'estate. Attraverso la prima si entrava nel regno soprannaturale, mentre la seconda dava accesso al mondo materiale. Se ne trova testimonianza nell'antro di Itaca descritto da Omero nell'Odissea: «(...)Due sono le porte, l'una che scende verso Borea (rivolta a nord dell'equatore celeste) è per gli uomini, l'altra verso Noto (rivolta a sud) ha (un carattere) più divino; per di là non entrano gli uomini, chè è la via degli immortali. (...)».

Per i babilonesi, il solstizio d'estate rappresentava le nozze tra il Sole (fuoco) e la Luna (acqua), che unendosi spargevano le loro energie sul mondo.

Nella cultura anglosassone si parla di Midsummer, ossia di mezza estate, come di un momento magico e particolare. Nella commedia "Sogno di una notte di mezza estate" di W. Shakespeare viene infatti descritta una notte singolare, ricca di emozioni e di strane alchimie, sospesa in un ambito atemporale, tra sogno e realtà; una notte animata da fate, folletti, ninfe, fauni...

Associata al solstizio d'estate vi è anche la notte di San Giovanni, tra il 23 e il 24 giugno, il cui nome deriva dalla tradizione cristiana. Secondo il calendario liturgico, il 24 giugno si celebra infatti San Giovanni Battista , detto anche "Giovanni che piange" a causa del suo tragico destino, da non confondere con San Giovanni Evangelista, "Giovanni che ride", celebrato il 27 dicembre, in corrispondenza al periodo del solstizio d'inverno.

Molti sono i riti e le credenze popolari legati a questo evento. In numerose regioni europee, ma non solo, vi è ad esempio l'usanza di accendere fuochi propiziatori e purificatori.

La notte di San Giovanni è famosa anche per la raccolta delle noci ancora verdi e immature da utilizzare nella preparazione del nocino e del ratafià. Si dice che la ricetta  del nocino derivi da quella del ratafià, un liquore di origine francese. Differentemente dal ratafià, dove i malli delle noci non ancora mature vengono fatti macerare nella grappa, per il nocino si utilizza l'alcol. L'utilizzo del mallo di noce quale ingrediente per la preparazione di liquori o medicinali ha origini molto antiche.

Il noce, secondo una credenza popolare, era l'albero attorno al quale si riunivano a convegno le streghe per espletare i propri sortilegi. Questo era anche il motivo per cui i contadini lo piantavano lontano dagli altri alberi da frutto e dagli orti.

Streghe a parte, sono comunque note le proprietà terapeutiche di questa pianta e dei suoi frutti: la corteccia ha proprietà ematiche, le foglie hanno un effetto febbrifugo e con il mallo della noce acerbo può essere preparato anche un tonico contro i disturbi del fegato.
Naturalmente, se consumato in eccesso, il prodotto derivante dal binomio "mallo di noce" e "alcol" i disturbi al fegato rischia di causarli...