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Autori: Silvano Beffa
Autori: Emanuela Diotto
Data: 31 marzo 2009

Intervista a Silvano Beffa

Epilogo di un'esperienza iniziata nel 1983

Dopo 26 anni trascorsi a capo della Sezione delle risorse umane, Silvano Beffa si appresta a lasciare la sua funzione per raggiunti limiti di età. Prima di congedarsi ha gentilmente accettato di raccontare alle colleghe e ai colleghi aspetti positivi, negativi e grandi cambiamenti che hanno caratterizzato il suo mandato presso l'Amministrazione cantonale ticinese.

Signor Beffa, in veste di Responsabile del personale dell'Amministrazione cantonale sicuramente avrà vissuto esperienze sia positive che negative. Ha qualche aneddoto che desidera condividere con i lettori della rivista?

Sicuramente aver avuto la possibilità di lavorare a stretto contatto con i Consiglieri di Stato, il Cancelliere dello Stato come pure con tutte le colleghe e i colleghi che si sono succeduti nel corso degli anni è stato un fattore molto positivo. Stima e rispetto sono sempre stati alla base del rapporto diretto che ho instaurato con ciascuna di queste persone.
Inoltre, sempre tra gli episodi positivi a mio modo di vedere ci sono le importanti modifiche che sono state apportate all'Ordinamento giuridico del pubblico impiego cantonale nel 1988 e nel 1995. Questi cambiamenti hanno reso possibile adattare il rapporto d'impiego dei funzionari tenendo presente le esigenze sia del datore di lavoro sia dei collaboratori.
In negativo, forse i casi disciplinari - fortunatamente numericamente contenuti - che hanno contribuito nel tempo a discreditare il lavoro di buona parte dei funzionari dello Stato.

Ha vissuto grandi cambiamenti nell'ambito della gestione delle risorse umane, quale secondo lei è stato quello che più di ogni altro ha trasformato il volto dell'Amministrazione cantonale?

La diffusione delle nuove tecnologie dell'informazione e della comunicazione, che ha trasformato sia la società sia l'agire delle persone, ha indubbiamente contribuito a mutare le modalità di lavoro anche all'interno dell'Amministrazione cantonale. Grazie a questa evidente evoluzione l'Amministrazione si è adattata al cambiamento a mio avviso in modo positivo e a favore del cittadino. Infatti, attualmente, la cittadinanza può usufruire di prestazione tempestive e di qualità da parte dei dipendenti statali.

Che cosa le mancherà di più del suo lavoro?

Di sicuro i contatti umani, le relazioni dirette con i funzionari dirigenti e i collaboratori dell'Amministrazione cantonale. Il sapere di essere un punto di riferimento, sul piano amministrativo ma anche sul piano personale, ha costituito un'esperienza, un valore estremamente importante e qualificante della mia attività. "Dare per avere"; questa è stata la semplice traccia che ho cercato di seguire in questi anni. Giunto al termine del mio mandato, non ne sono affatto pentito, anzi credo di esserne uscito rafforzato nel mio modo di essere e di fare.

Si sente di esprimere pubblicamente un consiglio o un'avvertenza a chi proseguirà il suo lavoro?

La collega che mi subentra ha una visione altrettanto realistica della sfida che l'attende; non ritengo pertanto di darle consigli particolari. Mi limiterei a una sola raccomandazione: quella di essere sempre sé stessa, riservando - nell'assumere questa delicata funzione - un'attenzione particolare alla dimensione umana.

Con quale stato d'animo lascia la sua attuale funzione?

Lascio la mia funzione con una buona tranquillità d'animo, nella convinzione di avere sin qui agito nell'interesse dello Stato, nel rispetto delle istituzioni e delle leggi che le reggono e con la certezza di essermi impegnato a svolgere questo delicato compito con equidistanza, con oggettività di giudizio e credo anche con una certa dose di sensibilità e di buon senso.
Con una punta d'orgoglio posso affermare che la Sezione delle risorse umane ha saputo ritagliarsi, nel tempo, uno spazio importante ed è ora riconosciuta quale partner competente e affidabile, pur avendo sempre un margine di miglioramento.

La sua funzione in questi anni è sicuramente stata onerosa in termini di impegno, ciononostante riesce da sempre a curare molteplici interessi; quando sarà in pensione proseguirà con attività sociali e societarie al di fuori dell'Amministrazione cantonale, magari mettendo a beneficio di altri la grande esperienza accumulata nel suo ambito professionale?

Devo dire sinceramente che al dopo, in modo forse un po' incosciente, non ho ancora riservato molta attenzione. Oltre alla mia funzione presso lo Stato, sono da tempo attivo in una Fondazione che si occupa di persone portatrici di gravi handicap fisici e/o psichici. Continuerò dunque a rendermi utile in tale ambito. Ho pure intenzione di intensificare i miei rapporti all'interno di un'azienda di famiglia e, perché no, di dedicarmi finalmente a mia moglie, alla mia famiglia e, non per ultimo, alle attività del mio tempo libero. Ho dedicato ininterrottamente 40 anni della mia vita al lavoro; spero sia giunto il momento di godermi un po' di relax.