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Archivio Argomenti

Autori: Fabio Züger
Autori: Claudio Gilardi
Data: 07 dicembre 2010

Corso di lettura lampo

Fischi per fischi e fiaschi per fiaschi

Per un giorno, gli apprendisti informatici dell'Amministrazione cantonale si sono messi nei panni dei lettori del Centro di produzione dell'Unitas

Cacio sui maccheroni o cavoli a merenda?

Martedì 2 novembre 2010, cinque apprendisti informatici dell'Amministrazione cantonale e una stagista del Centro sistemi informativi hanno seguito un corso accelerato di lettura presso Casa Andreina a Lugano, il centro diurno dell'Unitas, l'Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana.
Il programma prevedeva: al mattino, un corso lampo di comunicazione e lettura; al pomeriggio, la registrazione di un breve testo scritto dai partecipanti stessi, poi di un paragrafo ciascuno dell'edizione di novembre-dicembre dell'Arcobaleno, il bimestrale sonoro edito dall'Unitas, distribuito a circa 400 soci e simpatizzanti, ma anche liberamente scaricabile dal sito dell'Associazione.
Ma che c'entra l'informatica con l'editoria per disabili visivi?
Gli obiettivi della giornata erano essenzialmente due. Da un canto, un esercizio complementare alle tecniche di presentazione, una delle competenze da acquisire nell'ambito della formazione professionale di un informatico.
D'altro canto, però, c'era anche la speranza di riuscire a sensibilizzare sei giovani ai bisogni di chi non ci vede bene o non ci vede affatto.

Dalle grotte di Lascaux a Louis Braille e Helen Keller

La storia della comunicazione, con cui è iniziata questa giornata di formazione, non è riuscita a catturare a lungo l'attenzione dei giovani partecipanti. Malgrado il suo entusiasmo, Giovanna Guarino, responsabile della formazione dei lettori volontari e voce storica dell'editoria dell'Unitas, ha quindi dovuto procedere rapidamente e a grandi balzi dalle pitture rupestri delle grotte di Lascaux, ai geroglifici egizi, alla stampa di Gutenberg, per accennare infine solo brevemente a due eroi disabili sensoriali: Louis Braille (Coupvray, 4 gennaio 1809 - Parigi, 6 gennaio 1852), l'inventore dell'alfabeto tattile che ha permesso per la prima volta ai ciechi di leggere e scrivere autonomamente e Helen Adams Keller (Tuscumbia, 27 giugno 1880 - Easton, 1º giugno 1968), di cui Mark Twain ha detto: "The two most interesting characters of the 19th century are Napoleon and Helen Keller".

Fischi per fischi e fiaschi per fiaschi

Per voi lo scioglilingua: "Sopra la panca la capra campa, sotto la panca la capra crepa" è un gioco da ragazzi? Allora provate con questo: "Se l'arcivescovo di Costantinopoli si disarcivescoviscostantinopolizzasse vi disarcivescoviscostantinopolizzereste voi per non disarcivescoviscostantinopolizzare l'arcivescovo di Costantinopoli?". Questo è stato uno dei tanti esercizi con cui si sono cimentati i partecipanti nella seconda parte della mattinata, prima di passare alla lettura in cabina di registrazione.
Ma perché tanti sforzi?
Nella produzione di testi, in particolare di riviste e libri parlati o audiolibri (da non confondere con gli e-book, testo in formato digitale), è essenziale comunicare tutto quanto ha voluto dire l'autore. Ma saper utilizzare in modo adeguato la propria voce è utile anche quando si parla e ancor di più quando si fanno delle presentazioni. Ora, ciò è più complesso di quanto potrebbe sembrare a prima vista.
Essenziale, è una corretta articolazione, in modo che all'orecchio dell'ascoltatore arrivino tutte le sillabe, così che egli non debba indovinare quelle che si è mangiato il lettore.
Ma sono importanti molti altri aspetti: saper restituire la punteggiatura, mettere gli accenti al posto giusto (ìndice o indìce?), pronunciare correttamente le vocali (bòtte o bótte); anche se ciò non corrisponde sempre all'italiano regionale della Svizzera italiana (ad esempio per pèsca).
Non da ultimo, bisogna capire bene cosa intendeva comunicare l'autore del testo, in modo da dare la giusta intonazione, inflessione: bonaria, scherzosa, drammatica, cordiale, triste, allegra, aggressiva, sorridente e così via.
Insomma, anche se, appena venuto al mondo, ognuno di noi sa già strillare in modo sufficientemente espressivo da farsi amare a prima vista dalla sua mamma, per diventare lettore volontario dell'Unitas è necessario assai di più!

Tre piccioni con una fava

Quale bilancio trarre da quest'esperienza?
In primo luogo, i partecipanti hanno avuto un'occasione privilegiata per confrontarsi con le potenzialità e i limiti della loro voce e intravedere il modo per poterne fare il miglior uso possibile, tanto a livello professionale, quanto nella loro vita di tutti i giorni.
Interrogati su ciò che si sarebbero ricordati di questa giornata, vari ragazzi hanno affermato di aver scoperto i mezzi ausiliari, l'editoria per disabili visivi e riconosciuto l'importanza dell'accesso all'informazione per tutti.
E il terzo piccione?
Con il dovuto rispetto, il terzo piccione sareste voi, sempre che questa relazione sia riuscita a incuriosirvi sul ruolo di editore per disabili assunto dall'Unitas per la Svizzera italiana e -perché no- sulle potenzialità che offrono gli apprendisti a coloro che si assumono il ruolo di formatore.
Se poi queste parole riusciranno a indurre qualche lettore a prendere contatto con l'Unitas, per annunciarsi quale aspirante lettore volontario, o con la Sezione delle risorse umane, per assumere il ruolo di formatore di apprendisti, avrebbero addirittura fatto centro!