Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Archivio Argomenti

Autori: Pascal Zbinden
Autori: Nadia Seiler
Data: 03 gennaio 2007

Articolo di Nadia Seiler e Pascal Zbinden sulla gestione del paziente aggressivo, violento, minaccioso presso i reparti della Clinica Psichiatrica Cantonale

Gestione dell'aggressività del paziente psichiatrico

I pazienti violenti sono soliti suscitare forti emozioni. Spesso evocano paura, ma possono anche indurre collera negli infermieri. È pertanto di fondamentale importanza, nell'ambito della presa a carico di questa tipologia di pazienti, prestare attenzione alle proprie risposte soggettive nei loro confronti, non entrare in simmetria e non adottare misure punitive.

Generalmente l'obiettivo di chi aggredisce è quello di spaventare, persuadere e sottomettere l'altro alla propria volontà; quindi, da parte dell'infermiere riconoscere la paura e palesarla abbassando la guardia (perfino dicendo: "mi fai paura") può centrare l'obiettivo e affievolire di colpo l'ira del paziente, che poi non sempre mira alla distruzione dell'oggetto. I problemi sorgono quando invece di fermarsi al rito, com'è regola nelle specie non umane, l'aggressività è distruttiva.

I pazienti violenti e potenzialmente violenti costituiscono una pratica importante nell'emergenza psichiatrica, essi sono di competenza psichiatrica quando soffrono di:
a) un disturbo psichico diagnosticabile. Un comportamento violento a livello sociale non per forza deve essere ricondotto a una psichiatrizzazione;
b) un disturbo neurologico e organico che conduca ad atti di violenza;
c) un disturbo indotto da intossicazione o una sindrome di astinenza da sostanze alcoliche o stupefacenti.

Va da sé che di coloro che non soffrono di malattie mentali, e che quindi non sono di pertinenza psichiatrica, devono occuparsene le autorità giudiziarie.
È infatti riconosciuto come atteggiamenti e comportamenti di minaccia, d'insofferenza o di violenza non abbiano di per sé significato psicopatologico. Soggetti sani, in assenza di qualsivoglia disturbo mentale, appartenenti ad ambienti socio-culturali che s'ispirano a ideali di violenza sono particolarmente predisposti a comportamenti antisociali e aggressivi.

D'altro canto, come detto, vari quadri psicopatologici possono presentarsi in maniera drammatica dal punto di vista aggressivo-comportamentale. Ciò nonostante la percentuale di autori di atti violenti fra i malati mentali non è più elevata rispetto alla popolazione generale. Pazienti con disturbi mentali gravi non trattati possono, comunque, presentare manifestazioni minacciose o violente anche gravi.

Chiunque sia chiamato con urgenza a intervenire su di un soggetto con sintomi psicopatologici in atto, la cui mimica, la gestualità e il comportamento esprimano in modo chiaro l'imminente possibilità di comportamenti violenti, avrà ovviamente un suo notevole coinvolgimento emozionale.

Il personale infermieristico chiamato a dare assistenza, in questi casi, deve essere formato specificamente, per gestire un tale frangente e adottare le misure più appropriate, a garanzia della sicurezza di tutti i soggetti coinvolti.
È in questo quadro quindi che si è inserita la volontà dell'Istituzione di mettere a disposizione degli operatori della Clinica una formazione specifica sulla gestione dell'aggressività del paziente psichiatrico.

Da febbraio 2006 è stato quindi inserito un corso, della durata di una settimana, il cui programma fa riferimento a un concetto sviluppato presso il Royal College of Nursing, in collaborazione con il dipartimento delle scienze infermieristiche dell'Università di Keele in Inghilterra, e in seguito approfondito in Olanda da Nico Oud, Dilpl. N.Adm. MNSc. e consulente. L'esperienza fatta dimostra come questa formazione specifica aumenti notevolmente il senso di sicurezza del personale curante, confrontato con situazioni di violenza.

Questo corso di 5 giornate comprende, oltre agli aspetti legati all'incidenza dell'aggressività, elementi sulle misure e strategie preventive e sugli aspetti etici, ponendo l'accento sulle tecniche di comunicazione. Nel programma è inoltre inclusa la presa a carico dei pazienti e del personale in seguito a un incidente.

I partecipanti imparano a gestire le situazioni di aggressività e di violenza nei reparti di cura, a valutare in modo obiettivo i comportamenti aggressivi dei pazienti e a reagire conseguentemente alla gravità della situazione. Apprendono i movimenti pratici basati sul principio «restraint and control» e conoscono in modo chiaro il ruolo di ognuno. Nell'eventualità di un intervento fisico, vengono mostrate le tecniche per gestire un paziente violento, senza che lo stesso o il personale curante possa ferirsi.

È stato provato come la formazione insufficiente del personale sia uno dei fattori che contribuiscono all'aumento delle aggressioni. Diversi studi dimostrano come una formazione sulla gestione dei comportamenti aggressivi permetta di diminuire molto i danni causati da azioni violente (Lipscomb, J. E al. 2002, Needham, 2004).
L'atteggiamento del personale sul modo di gestire la violenza è importante e, per tale motivo, è necessario promuovere e introdurre le reazioni coercitive delle équipe curanti e diminuire le esperienze umilianti per i pazienti.

Qualsiasi approccio venga  utilizzato, l'aggressività in un'Istituzione psichiatrica rimane tuttavia un fenomeno difficile da circoscrivere e anticipare.