Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Archivio Argomenti

Autori: Paola Decristophoris
Data: 26 aprile 2011

I risultati dello studio sulla presenza di batteri resistenti agli antibiotici negli animali domestici e nelle persone

I nostri amici a 4 zampe condividono molto con noi... talvolta anche i batteri!

Gli animali e gli uomini ospitano sul loro corpo milioni di microscopici organismi chiamati batteri, che aiutano a vivere in equilibrio con l'ambiente che ci circonda. Questo vale anche per i nostri amici a 4 zampe. Sulla pelle, nelle orecchie e nel naso di persone e animali troviamo, tra gli altri, anche batteri del genere Staphylococcus. Questi microrganismi fanno parte della normale comunità batterica della pelle, ma in casi particolari possono sviluppare resistenze ad antibiotici diversi. Il trattamento di eventuali infezioni derivanti da questi batteri allora si complica, in quanto la scelta di antibiotici utilizzabili per fermare l'infezione è in parte ridotta dal tipo di resistenza mostrata dal microrganismo responsabile del disturbo. Nella letteratura scientifica, inoltre, è stato suggerito che il contatto fisico con cani e gatti potrebbe favorire uno scambio di batteri, tra i quali quelli resistenti a trattamenti antibiotici, tra persone e animali.

Abbiamo quindi deciso di studiare la diffusione di stafilococchi resistenti agli antibiotici in gatti, cani e persone in Svizzera e di verificare se la presenza di questi batteri nelle persone può essere riconducibile al contatto con i nostri amici a 4 zampe.

Abbiamo svolto il nostro lavoro negli istituti di lunga degenza (case per anziani) e nella comunità (economie domestiche) di quattro cantoni svizzeri (Berna, Ticino, Vaud e Zurigo). Lo studio ha ricevuto un'autorizzazione per la sua realizzazione da parte dei comitati etici dei Cantoni interessati e per la sperimentazione sugli animali da parte degli Uffici veterinari cantonali e federale. Tra marzo 2008 e dicembre 2009 abbiamo eseguito strisci con batuffoli di ovatta al naso di 978 persone e al naso e all'orecchio di 256 cani e 277 gatti per rilevare la presenza di stafilococchi. Abbiamo identificato le specie di stafilococchi presenti e abbiamo stabilito il loro grado di resistenza agli antibiotici. Ogni partecipante e i proprietari di ogni animale investigato hanno dovuto completare questionari sulla demografia, lo stato di salute e il contatto tra uomo e animale domestico.

Siamo stati in grado di confermare la presenza di stafilococchi nelle orecchie o nel naso del 60% di cani e gatti e nel naso del 90% delle persone studiate, a dimostrazione che questi batteri sono comunemente presenti su pelle e mucose di uomini e animali. Le diverse specie isolate indicano una possibile specificità per l'ospite: Staphylococcus pseudintermedius è più frequente nei cani, Staphylococcus felis nei gatti e Staphylococcus epidermidis nell'uomo.

Il 17% di tutti gli animali analizzati presentava stafilococchi resistenti a tre o più diverse classi di antibiotici, ma tra questi non abbiamo isolato nessun batterio appartenente al gruppo degli stafilococchi più patogeni per l'uomo (coagulasi positivi meticillino resistenti). Negli istituti di lunga degenza il 40% dei residenti era portatore di batteri resistenti agli antibiotici. Il contatto con cani o gatti, nell'ambito della vita all'interno dell'istituto o di attività terapeutiche con l'ausilio di questi animali (pet-therapy), non sembra però legato a un'aumentata probabilità per i residenti di essere portatori di questi germi. Certo è che le persone negli istituti di lunga degenza beneficiano del contatto con cani e gatti dal punto di vista psicologico. Il 60% dei residenti intervistati ha infatti dichiarato che la presenza di un animale da compagnia all'interno dell'istituto ha un effetto positivo sulla propria qualità di vita. Questo conferma i risultati di precedenti studi scientifici, che hanno dimostrato che il contatto con cani e gatti è di grande beneficio per la salute psicologica delle persone.

Nelle economie domestiche investigate abbiamo documentato un contatto molto intenso tra proprietari e animali da compagnia. Il 70% delle persone intervistate ha dichiarato che ha regolarmente un contatto "faccia-muso" con il proprio amico a 4 zampe. Inoltre più del 30% delle persone lascia dormire l'animale sul proprio letto (e in almeno un terzo di questi casi l'animale in questione é un cane). Dal punto di vista della presenza di batteri resistenti agli antibiotici, non abbiamo tuttavia constatato nessuna differenza rilevante tra persone che possiedono un animale domestico e persone che non ne possiedono uno da almeno un anno.

In conclusione lo studio ha mostrato che lo scambio di stafilococchi resistenti agli antibiotici tra persone e animali é possibile, ma questo sembra più l'eccezione che non la regola. Lo scambio di stafilococchi è molto probabilmente favorito da un contatto fisico intenso tra persone e animali: le misure d'igiene di base, e in particolare il fatto di lavarsi le mani prima e dopo il contatto con gli animali, rivestono quindi un'importanza fondamentale. Queste misure permettono infatti di evitare o di diminuire notevolmente gli scambi indesiderati di microorganismi. Ciò è soprattutto importante nel caso di persone con difese immunitarie diminuite quali ad esempio anziani e persone trattate con medicamenti immunosoppressori. L'osservanza di queste regole permetterà in futuro di rafforzare e intensificare i contatti tra esseri umani e i loro amici a 4 zampe senza nessun pericolo per la loro salute.