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Autori: Simone Agustoni
Data: 01 marzo 2006

Romani o ambrosiani?

Il Mercoledì delle Ceneri tra festaioli indefessi e penitenti convinti

Dopo il lungo periodo dei festeggiamenti carnascialeschi, quaranta giorni prima della Domenica delle Palme, il Mercoledì delle Ceneri segna l'inizio della Quaresima, che a sua volta si conclude alla mezzanotte del Sabato Santo. Via dunque le maschere, le stelle filanti e i coriandoli, e via dalle mense anche le libagioni che la tradizione contadina confidava alle mazze gennarine, per lasciare spazio all'austerità del digiuno e della penitenza, secondo l'atavico ciclico alternarsi di feste e privazioni, che la moderna scienza dell'etimo ha saputo rintracciare financo dentro la parola "carnevale", dove il volgo aveva preso cura di nascondere appunto il proprio sofferto addio alla carne (dai latini "carnis" e "sale").

Non per tutti però il distacco dai piaceri del corpo avviene tanto repentinamente. Il rito ambrosiano fissa in effetti l'inizio della Quaresima la domenica successiva, accorciando di fatto il periodo quaresimale di sei giorni e allungando di quattro il Carnevale. Gran colpo quello di Sant'Ambrogio, anche se incompiuto, almeno alle nostre latitudini, dove il rito romano ha saputo resistere, dividendo il Cantone tra fieri penitenti e accaniti festaioli, pur non mancando qualche anima allegra, che transita, con leggiadra noncuranza, tra un rito e l'altro, cedendo più volentieri alle voluttà della carne che ai rigori dell'anima.

Secondo la tradizione cattolica, il Mercoledì delle Ceneri è dunque giorno di astinenza, digiuno e penitenza. Il fedele è chiamato a riconoscersi come peccatore e a chiedere di essere perdonato. Proprio per questo, all'inizio della messa, l'officiante "impone le ceneri", tracciando il segno della croce sulla fronte dei convenuti oppure lasciandone cadere una piccola quantità sul loro capo, ripetendo ora: «Convertiti e credi nel Vangelo», ora: «Ricordati che sei cenere e che cenere ritornerai», facendo così della cenere il simbolo del lutto, l'immagine del peccato e della fragilità dell'uomo, salvato solo dal messaggio evangelico.

In origine, l'imposizione delle ceneri era legata alla pratica della penitenza pubblica, rito a cui dovevano sottomettersi coloro i quali avevano commesso gravi errori o suscitato scandali, prima di essere solennemente reintegrati alla comunità, il Giovedì Santo, assolti dai loro peccati e autorizzati a ricevere nuovamente la Comunione, dalla quale erano stati esclusi. L'abbandono di questa pratica si deve a Urbano II  che alla fine del XI° secolo introdusse finalmente la penitenza collettiva d'inizio Quaresima. Il rito venne dunque profondamente modificato: da allora in poi, a essere assolti e reintegrati non sarebbero più stati i soli pubblici peccatori, ma, e assai più democraticamente, l'intero pubblico dei peccatori.