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Autori: Giampiero Gianella
Autori: Sabrina Caneva
Data: 25 gennaio 2011

Sviluppo sostenibile: un concetto trasversale, intersettoriale e multidisciplinare che tocca tutti i cittadini e l'amministrazione pubblica

Il nostro futuro comune

La Svizzera dal 2002 si impegna a favore della promozione dello sviluppo sostenibile a livello federale e cantonale. La nozione di base su cui poggia la Strategia federale per uno sviluppo sostenibile è il Rapporto Brundtland "Il nostro futuro comune", redatto dalla Commissione mondiale dell'ambiente e dello sviluppo nel 1978 e definisce che "lo sviluppo sostenibile va inteso come uno sviluppo che consente alla generazione presente di soddisfare i propri bisogni senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i loro".
Il rapporto evidenzia l'interazione esistente tra i processi economici, sociali ed ecologici ed è pure servito da base durante il Vertice di Rio de Janeiro del 1992 in cui è stata sottoscritta l'Agenda 21 locale da ben 180 capi di Stato .
Ma il Ticino che cosa fa e che cosa ha fatto negli anni per promuovere lo sviluppo sostenibile? Per rispondere a questa domanda abbiamo intervistato il Cancelliere dello Stato Giampiero Gianella che segue da vicino il lavoro svolto dal Gruppo cantonale per lo sviluppo sostenibile (www.ti.ch/sviluppo-sostenibile).

Da qualche anno la Cancelleria dello Stato ha assunto il coordinamento del Gruppo cantonale per lo sviluppo sostenibile. L'interdisciplinarietà e l'"interdipartimentalità" di questo gruppo sono una ricchezza ma a volte anche un limite; come ha gestito questa ambivalenza in questi anni di attività?

Una premessa è necessaria: il fatto che la Cancelleria dello Stato, servizio centrale di supporto amministrativo e tecnico al Governo e al Parlamento, si occupi di promozione dello sviluppo sostenibile non è assolutamente ovvio.
Semplicemente il Consiglio di Stato ha ritenuto che un tema, una materia, che interessa in generale l'attività dell'Amministrazione cantonale fosse meglio coordinata, seguita e stimolata con un occhio "neutro e disinteressato", ma altrettanto attento e sensibile per la sua prossimità ai due poteri.
Del resto l'art. 24 cpv. 4 del regolamento sull'organizzazione del Consiglio di Stato e dell'Amministrazione consente l'attribuzione di compiti ad hoc al Cancelliere dello Stato e ai servizi che da esso dipendono.
Questa posizione ha favorito a mio giudizio un approccio coerente e costante alle questioni legate allo sviluppo sostenibile, pur ammettendo la modesta disponibilità di risorse umane e finanziarie che ha fin qui limitato l'attività del Gruppo interdipartimentale preposto (GRUSSTI) sostanzialmente ad azioni informative, di raccomandazione e di sensibilizzazione.

Per la Confederazione e i Cantoni, lo sviluppo sostenibile non è un compito opzionale. Quali vantaggi vede per l'amministrazione nel perseguire questo nuovo modo di concepire il mondo e le sue risorse?

Rilevo che il Consiglio di Stato ha fissato degli obiettivi e dettato alcune indicazioni di indirizzo politico a favore dello sviluppo sostenibile nelle Linee Direttive e nel Piano finanziario di questa legislatura.
Ha quindi ripreso e puntualizzato orientamenti più generali della politica territoriale, ambientale, economica e sociale improntati allo sviluppo sostenibile, contenuti nel documento "Rapporti sugli indirizzi" del 2 dicembre 2003.
Dagli atti precitati si desume che non si tratta di misurare dei vantaggi, ma piuttosto di perseguire consapevolmente un processo ineluttabile.

Che possibilità potrebbero aprirsi per il Ticino se ci si impegnasse di più nell'armonizzare le attività economiche, le esigenze sociali e quelle dell'ambiente?

Date le premesse richiamate sopra, come detto, occorre tradurre in pratica quelle intenzioni: è una sfida, un'opportunità che andrà ulteriormente definita, perfezionata e praticata con comportamenti e scelte tangibili e concrete.
Osservo comunque che sia dal punto di vista normativo, sia da quello amministrativo, il Cantone nei singoli settori interviene e agisce già prestando attenzione allo sviluppo sostenibile. Certo non sempre l'azione risulta manifesta e pubblicizzata. Quindi, si può e si deve fare di più.
Importante è essere consapevoli che la Politica comprenda, prevenga e si adegui con volontà, determinazione e responsabilità alle esigenze dettate dallo sviluppo sostenibile per evitare che lo si debba subire con rischi e conseguenze incalcolabili: è auspicabile che ciò avvenga senza condizionamenti ideologici pregiudiziali; ma piuttosto con riflessioni, ragionamenti, provvedimenti e strumenti adeguati alla nostra realtà territoriale e finanziaria.

Quest'anno, il 2 di ottobre, ha inaugurato la giornata dedicata all'Educazione allo sviluppo sostenibile il cui tema specifico ha toccato le interazioni tra l'alimentazione e la biodiversità. È soddisfatto della partecipazione del pubblico, in particolare dei docenti?

Sinceramente mi attendevo una rispondenza e una partecipazione maggiore. Devo ritenere che occorra insistere sul piano dell'informazione, della sensibilizzazione e del coinvolgimento dei docenti e dei quadri dirigenti dell'Amministrazione cantonale. Perché ciò avvenga con risultati soddisfacenti, è auspicabile che il GRUSSTI approfondisca le modalità e suggerisca proposte in tal senso.

Per parlare ai ragazzi di temi così complessi e delicati come quello dello sviluppo sostenibile pensa che si potrebbe fare di più a livello di amministrazione pubblica, magari col Gruppo cantonale per lo sviluppo sostenibile?

In parte nelle risposte precedenti ho anticipato l'esigenza di impostare in modo intelligente e convincente l'approccio allo sviluppo sostenibile . Questo deve avvenire sia nei confronti delle Istituzioni e delle loro amministrazioni, sia verso la popolazione.
Al GRUSSTI spetta l'impegnativo compito di proporre all'attenzione del Consiglio di Stato, in vista della prossima legislatura ormai alle porte, un programma mirato di formazione e di attività.

Tra novembre e dicembre sono state offerte due giornate di informazione ai comuni sul tema degli acquisti pubblici sostenibili. Il cambiamento nel modo di gestire le risorse non è immediato, ma crede si possano raggiungere dei buoni risultati nei prossimi anni?

Estendere anche sul piano locale la filosofia attitudinale di pensare e di agire secondo criteri di sostenibilità è un indirizzo assolutamente condivisibile e da percorrere.
Anche in questo ambito occorre però fissare le priorità, determinare i mezzi necessari, misurarne la disponibilità e stabilire gli attori da coinvolgere.

Un'ultima domanda per concludere; quando toglie le vesti di Cancelliere dello Stato, in qualità cittadino cosa fa per esempio per avvicinare il suo stile di vita a quello promosso dallo sviluppo sostenibile?

Appartengo alla generazione che ha vissuto nel bene e nel male l'affrancazione della Società e degli Stati dal drammatico periodo bellico, assistendo e condividendo nella nostra piccola realtà cantonale la crescita e le grandi trasformazioni economiche, sociali e tecnologiche che hanno contraddistinto la seconda parte del ventesimo secolo. Non è quindi facile e scontato assumere sistemi di vita più attenti e consapevoli allo sviluppo sostenibile.
Non è mia attitudine fare da semplice spettatore ai processi in atto sul piano generale o anche solo regionale; preferisco quindi essere associato, coinvolto e protagonista.
Di conseguenza farò modestamente la mia parte.
Il fatto che la Cancelleria dello Stato si occupi del tema, ritengo sia una dimostrazione di attenzione e di disponibilità.