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Autori: Sandra Rossi
Autori: Daniela Summerer De Bernardi
Data: 05 maggio 2008

Intervista di Sandra Rossi a Daniela Summerer, voce storica del centralino dello Stato

La centrale telefonica, per molti il primo contatto con l'Amministrazione Cantonale

È da un po' che lavora per lo Stato, vero?

Esattamente dal 14 luglio del 1975. Dopo aver svolto la formazione di telefonista presso le allora PTT a Lugano sono stata assunta quale centralinista.

Quindi ha iniziato a lavorare quando era ancora in funzione il primo centralino telefonico automatico del governo?

Infatti, il vecchio impianto era in esercizio dal 18 giugno del 1956 e, proprio in quel periodo, stavano pensando di sostituirlo visto che tecnicamente era sorpassato.
L'ubicazione del centralino non è mai cambiata in tutti questi anni, solo la disposizione interna era un po' diversa. Dove si trovano attualmente le cabine c'erano tre posizioni di lavoro e dove oggi noi svolgiamo il nostro lavoro c'era la posizione della sorvegliante. La sorvegliante e due telefoniste erano occupate a tempo pieno, un'altra copriva le fasce orarie nove - undici e quindici - diciassette, la quinta sostituiva chi era assente per vacanze o malattia.
I centralini erano abbastanza ingombranti e occupavano tutta la scrivania, davanti a loro, a circa settanta centimetri, appeso al muro era sistemato un grande pannello con tutti i numeri interni dell'amministrazione, circa settecento. Un numero di solito era attribuito a tre o quattro funzionari dello stesso ufficio. Appena un impiegato staccava la cornetta si accendeva la luce corrispondente al suo numero il che significava che stava per chiamare il centralino o un numero interno. Tutte le chiamate in uscita e in entrata dovevano obbligatoriamente passare per il centralino. La centralinista prendeva nota dei numeri, quello del funzionario e quello richiesto, poi richiamava l'interno, faceva il numero esterno e infine li collegava.
Le 20 linee in entrata e le 20 in uscita erano veramente insufficienti, appena si superavano le 40 telefonate il centralino andava in tilt e dava sempre l'occupato. Qualcuno, nell'ottobre del 1977, aveva persino scritto a Gazzetta Ticinese: "Come mai chi vuole parlare con il Governo cantonale, al numero (092) 24.11.11, secondo quanto viene indicato dal libro 'ad hoc', trova sempre il 'tuh tuh' dell'occupato? Come potrebbe fare, in caso di emergenza, il presidente della Confederazione a parlare con il presidente del nostro Governo? Mi si può chiarire il mistero?" Il giornale, dopo aver scritto che il centralino era "un po' a soqquadro" invitava il lettore a portare pazienza fino al 17 novembre, quando sarebbero state raddoppiate le linee in entrata e uscita.

Che cosa ha significato la trasformazione del 17 novembre 1977 per voi?

Parecchie cose: un piccolo trasloco interno, un nuovo modo di lavorare, semplificato da un lato e più laborioso dall'altro.
Ci siamo trasferite nell'attuale locale e al nostro posto sono state installate le cabine, ancora funzionanti oggi. Abbiamo continuato come prima a rispondere "governo buongiorno" e a gestire il traffico telefonico del palazzo delle Orsoline, Residenza, Scerri 1 e 2, stabile Torretta, Archivio storico, palazzo Coop (dove c'erano l'Ufficio ricerche economiche, quello di statistica e economia acque), villa Salvioni (protezione civile), villa Nizzola (centro didattico cantonale) ... L'AVS in viale officina e le strade nazionali avevano i loro numeri e centralini indipendenti.
I capi ufficio e i capi servizio avevano linee dirette verso l'esterno, gli altri dovevano passare per il centralino e, grazie alle nuove apparecchiature somiglianti a grandi macchine da scrivere, si potevano collegare immediatamente, dunque senza doverli richiamare.
Il "quadro delle assenze" invece ha aumentato notevolmente la mole di lavoro. Esternamente si presentava come una graticola con 1500 fori, tanti quanti i numeri telefonici attivi, completata in fondo da due linee per gestire le deviazioni. Quando un capo ufficio voleva deviare il suo telefono su quello della segretaria noi, manualmente, inserivamo nelle linee una spina blu, rappresentante il deviante, e una rossa, il ricevente la deviazione. In caso di vacanze, malattie, riunioni, missioni, ... le chiamate potevano essere deviate in centralino inserendo un diodo di blocco, una specie di spinotto.
In quegli anni eravamo in cinque, tre a tempo pieno e due al 75%, e, contrariamente a ciò che si pensa, per niente sedentarie; era un continuo alzarci per inserire e disinserire spine dal "quadro assenze". E poi c'erano i telegrammi, tra i nostri compiti c'era anche la loro gestione, a quei tempi non si sentiva ancora parlare di computer, internet e posta elettronica.

La terza trasformazione del centralino nel suo piccolo è coincisa con un importante e grande cambiamento che ha toccato tutta l'Amministrazione Cantonale: la riforma del lago d'Orta, pensata dal Consiglio di Stato nel dicembre del 1991 e illustrata al Gran Consiglio nel marzo 1992.

Il passaggio da dieci a cinque dipartimenti strutturati in tre divisioni, lo spostamento di uffici, i cambiamenti di nome hanno creato all'inizio un po' di confusione. Per un certo periodo denominazione vecchia e nuova sono coesistite; dovevamo essere pronte a tradurre le richieste puntuali dei cittadini, poi piano piano i nuovi nomi e le nuove sigle hanno preso il sopravvento.
Siamo inoltre abituate, con gli interlocutori che ci espongono i loro problemi perché non sanno a quale servizio rivolgersi, una volta capita la questione a pensare: "questo riguarda il tal numero". Ogni tanto ci capita di dimenticare il nome di un funzionario quasi mai però il suo compito, il suo numero e la sua voce!
A livello tecnico, all'inizio del 1994, siamo passate da 40 a 120 linee; i centralini avevano una vaga somiglianza con i computer, prima di staccare la cornetta potevamo vedere chi chiamava dall'interno e solo alcuni numeri esterni; la maggior parte delle telefonate in entrata risultava perciò anonima. Il "quadro assenze" era stato eliminato perché il nuovo sistema permetteva ai funzionari di deviare le telefonate, bastava seguire una semplice procedura. A molti uffici era stato anche concesso l'accesso diretto verso l'esterno e molti utenti, conoscendo il numero del servizio, non passavano più dal centralino. Per noi tutto ciò ha significato una notevole diminuzione di lavoro, siamo così rimaste in due a lavorare a tempo pieno e tre a tempo parziale.

E l'attuale centralino a quando risale?

Alla fine del 2004; ora vediamo chi chiama, se chi riceve è occupato o ha il telefono deviato, possiamo cercare velocemente a chi inoltrare le chiamate, fare ricerche veloci in vari elenchi e banche dati ma ... quando intranet e internet non funzionano ci sono utilissimi il nostro pro memoria murale con i numeri degli uffici e dei funzionari più gettonati e  ... la nostra memoria.
In questi ultimi anni poi il nostro ruolo si è un po' modificato, forse perché anche la società è cambiata. Molte volte le persone ci espongono situazioni delicate, noi dobbiamo cercare di capire, con discrezione e tatto, a quale settore sociale indirizzarle; in altre occasioni dobbiamo informare, ci capita spesso per esempio di spiegare che l'estratto del casellario giudiziale deve essere richiesto direttamente a Berna e consigliare quali procedure seguire (telefonare o direttamente online); in determinati periodi dell'anno tutti vogliono parlare con gli uffici di tassazione e quello di esazione. Spesso riceviamo chiamate di gente che dice esplicitamente di non sapere a chi rivolgersi e perciò telefona in governo sicura di ottenere un'indicazione utile. Per questo motivo nel corso degli anni abbiamo compilato una lista, che teniamo sempre aggiornata, di associazioni, società, gruppi di auto aiuto ... È impressionante il loro numero nel nostro cantone.

Nel corso degli anni lei e le sue colleghe avrete sicuramente ricevuto delle richieste originali?

Capitolo mamme: una ci ha chiesto cosa doveva fare visto che suo figlio era in partenza per l'estero; un'altra: "Il mio bambino va a militare, cosa devo fare?"
Una volta ho impiegato mezz'ora per riuscire a capire il problema che angustiava il mio interlocutore. Quando gli ho comunicato che lo avrei collegato all'ufficio competente, mi sono sentita rispondere: "Ma allora, finora ho parlato con una semplice telefonista!"
Una signora: "Mi passi per favore quel signore con la barba che si vede sempre in televisione." Al che io: "Signora mi deve dire il nome" risposta: "Non lo so perché non lo chiamo mai per nome."
Ogni tanto ci imbattiamo in persone un po' irritate o non molto educate, una mia collega è stata apostrofata con: "Non mi risponda più con quella voce da zitella inacidita."

In questi 33 anni hanno lavorato al centralino per periodi più o meno lunghi: Moira Cardillo, Maria De Bernardi, Fulvia Gianoli, Nelly Lazzarotto, Cristina Mattle, Giselda Meneghetti, Claudia Moranda Genini e Marta Pedroli.

Attualmente rispondono alle vostre chiamate (nella foto da sinistra a destra): Daniela Summerer, Paola Zanetti, Elisa Spinelli e Stefania Longoni.