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Autori: Tiziano Veronelli
Data: 13 luglio 2009

Introduzione. La prima parte del viaggio

Laos on the road

Tiziano Veronelli ci guida attraverso un´insolita destinazione del continente asiatico

Meta turistica del sud-est asiatico ancora poco conosciuta al grande pubblico, il Laos affascina da subito i suoi visitatori per la sensazione di pace e tranquillità che vi si respira ovunque. In questo Paese il tempo sembra non scorrere mai e i suoi splendidi paesaggi, i suoi monumenti storici raffinati ed eleganti, le sue tradizioni, la cordialità della gente e la sua cucina (essenziale ma nel contempo ricca di sapori innovativi), vi trasporteranno in una realtà d'altri tempi. Che ci si trovi in città, ai bordi del grande fiume Mekong, nelle verdi distese delle campagne pressoché incontaminate o avvolti nel manto della fitta giungla, tutto qui vi regalerà sensazioni straordinariamente belle e rilassanti.

Un po' di storia
Abitato sin da epoche remote, come dimostrano i resti della "Pianura delle giare" situata a nord-est del Paese, il Laos fu a lungo soggetto ai domini vietnamita e cambogiano, in p
particolare dei gruppi Cham e Khmer.

Nel V secolo si fece sentire l'influenza dei primitivi regni khmer e, tramite essi, della civilizzazione indù e quindi della civiltà "Dvaravati", buddhista.

Verso il XII secolo arrivarono nel paese le popolazioni thai, originarie della Cina meridionale, e soltanto nel XIII secolo, a Luang Prabang, si riuscì a costituire un regno autonomo di un certo rilievo. Nel 1353 venne costituito il regno di "Lane Xang" ("Paese del milione di elefanti") e si rafforzò definitivamente il buddhismo. Il reame si consolidò e Vientiane ne diventò la capitale nel 1520. Già nel XVII secolo il regno decadeva però repentinamente.

Il Laos fu conquistato dai thai nel 1778. Fu così integrato nel Regno del Siam, benché riuscisse a preservare una certa autonomia. Nel 1893 i laotiani accolsero di buon grado la protezione francese, sottraendosi definitivamente al dominio thai e divenendo un Regno autonomo nell'ambito dell'Indocina Francese (1899). Tra il 1940 e il 1945 il Regno fu occupato dalle forze dell'Impero Giapponese, che voleva sostituire ai francesi come potenza protettrice dell'Indocina. Tuttavia i francesi riottennero il protettorato nel 1945 e nel 1949 proclamarono l'indipendenza del Regno.

I primi anni di indipendenza furono caratterizzati da grande stabilità e continuità politica col periodo pre-bellico. Il Re Sisavang Vong regnò fino al 1959 mantenendo eccellenti rapporti con la potenza coloniale francese. A lui successe Savang Vatthana che, pur regnando fino al 1975, dovette fronteggiare quasi da subito una costante guerra civile che si intrecciava con le vicine crisi vietnamite e cambogiane.

Si verificò una terribile lotta di successione che vide un furibondo scontro fra tre Principi: il Principe Souphanouvong, fondatore del partito comunista Pathet Lao e non a caso soprannominato il "Principe rosso", filo-vietnamita; il Principe Vong Savang, Erede al Trono ufficiale, non legato a fazioni politiche; il Principe di Champassack, capo del Partito Costituzionale.

La lotta si chiuse solo nel 1975 con la vittoria del "Principe rosso", che depose e fece deportare l'anziano Re Savang Vatthana con tutta la sua famiglia, nonché i Principi rivali (non se ne seppe più nulla; oggi è noto che morirono tutti nei campi di concentramento).
Il Principe Souphanouvong fondò la Repubblica Popolare Democratica autoproclamandosene Presidente. Egli organizzò un regime comunista tra i più crudi, costringendo gran parte della popolazione all'esodo o alla deportazione; nel 1986 abdicò a favore del suo delfino, Phoumi Vongvichit.

Dopo il crollo del blocco sovietico ebbe inizio una certa liberalizzazione economica, ma il potere comunista si è mantenuto saldo, pur abbandonando concezioni ideologiche e concentrando la propria azione su una forte militarizzazione della gestione politica del paese. Ha altresì mirato a rappacificarsi con le vecchie opposizioni, tentando di integrarle nel regime.

Dal 1992 il Paese si è aperto al turismo
e nel 1994, grazie a finanziamenti australiani, è stato costruito il primo ponte sul Mekong (il "Ponte dell'Amicizia") che unisce Laos e Thailandia.

Il viaggio

Lo sbarco a Vientiane
È proprio dal Ponte dell'Amicizia che ha inizio la mia avventura in questo Paese fra gli ultimi "sogni d'Oriente", per un viaggio un po' fuori dal comune, in compagnia di due "vecchi" e intrepidi amici, compagni di studio.

Dopo un viaggio in treno in provenienza da Bangkok durato tutta una notte, e dopo le formalità doganali per il visto d'entrata nei pressi di Paksan, non lontano dalla stazione ferroviaria di Nong Khai, eccoci varcare il fiume Mekong, direzione Vientiane. Soprannominata dai francesi "città del legno di sandalo", Vientiane è capitale dal XIX secolo. Situata in un'ansa del fiume Mekong, al centro di un'estesa valle coltivata a riso, questa città riecheggia immagini esotiche in cui le diverse culture lao, tailandese, cinese, vietnamita e francese si fondono a formare un'originale ed affascinante realtà.

Il primo impatto con questa città tranquilla e relativamente poco popolata (Vientiane conta 201'000 abitanti ed è il centro più grande del Laos) non è di certo fra i più impressionanti se comparato alle emozioni immediate che procurano altre città assai più "scenografiche" del sud-est asiatico (si pensi ad esempio alla capitale della Thailandia).
Appena sbarcati qui, infatti, ben poche cose lasciano presagire quanto in realtà, nei secoli, l'uomo è riuscito a plasmare in maniera sorprendentemente elegante e armonica, fondendo arte, religione e natura, quasi fossero un tutt'uno. Bastano però soltanto alcuni passi tra le vie del centro, costeggiate da imponenti alberi centenari, interminabili palme da cocco e profumatissimi frangipani, per scorgere, disseminati un po'ovunque, piccoli gioielli architettonici gelosamente custoditi all'interno di tranquilli cortili, e rendersi conto di quanto bendiddio questa discreta e timida realtà è in grado di offrirvi.

Una tappa al monastero "Vat Si Saket" è assolutamente d'obbligo: eretto nel 1818, le sue mura interne ospitano, nelle centinaia di nicchie poste tutte attorno, più di 2000 statue in argento o ceramica del Buddha. Un sito da non perdere e particolarmente suggestivo per la sua spiritualità, la sua essenzialità e la sua eleganza.

Lungo il "grande fiume" (Mekong), troverete invece una serie di simpatici ristoranti, assai spartani ma invitanti, in cui potrete rinfrescarvi bevendo un'ottima birra (ghiacciata) "Lao", o una spremuta di frutta fresca e assaporare piatti della cucina locale.

Un altro monumento suggestivo è il Pha That Luang (probabilmente il più importante del Laos), simbolo della religione buddista e della sovranità della nazione. Si narra che nel XVII secolo lo stupa fu addirittura ricoperto con 500 kg d'oro.
La sera, nei pressi di questo sito (dietro lo stupa, attorno delle mura che circondano un tempio del XIX secolo), si sviluppa un mercatino assai singolare, in cui la gente si ritrova per la cena: i menù variano dal riso fritto con legumi, pollo e uovo, alle tagliatelle fresche con gamberi di fiume o pesce, e altre interessanti specialità locali. Per i più coraggiosi invece, succulenti piatti a base di larve e cavallette, rigorosamente fritte (pare siano ricche di proteine). Dulcis in fundo, il dessert: un riso selvatico ("sticky rice") che cuocendo nelle foglie di banano assieme a zucchero di canna (greggio) assume una colorazione marrone-violacea.

La città offre poi diverse costruzioni che riflettono i passati contatti del Paese con l'Europa (occupazione francese); tra queste spiccano il Monumento alla Vittoria, costruito in uno stile appariscente, quasi rococò, e simile all'Arco di Trionfo di Parigi, e la biblioteca francese, in puro stile coloniale (fateci un giro, ne vale davvero la pena... non fosse altro che per il profumo, singolare ma piacevole, di vecchie stampe frammisto a fiori del frangipani - vero e proprio esercizio olfattivo - che vi si respira!).

Merita una visita anche il mercato del mattino (immagine 6), una disordinata distesa di bancarelle che, a dispetto del nome, restano aperte ogni giorno dalle 6 alle 18.

Circa 25 km a Sud di Vientiane, si trova infine il Wat Xieng Khuan (Parco di Buddha), un complesso di interessanti sculture buddhiste e hindu surrealmente disseminate su un prato dall'aspetto bucolico.

Scheda
Capitale: VIENTIANE
Popolazione: 6.063.000
Superficie: 236.800 km²
Fuso orario: +6h rispetto alla Svizzera, +5h quando in Svizzera vige l'ora legale.
Lingue: Lao, francese, e ora soprattutto tra i giovani e chi lavora nel turismo, anche l'inglese. Curiosità: i laotiani si esprimono con un tono di voce molto basso.
Religioni: La religione più diffusa in Laos è il buddhismo theravada (detto del "piccolo veicolo") introdotto nel Laos tra il XIII e il XIV sec. dal re Fa Ngum all'epoca dell'unificazione del regno Lan Xang. Accanto al Buddhismo sopravvive il culto dei Phii, gli spiriti guardiani. Vi sono poi minoranze musulmane e cristiane.

Continua...