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Autori: Stéphane Grounauer
Data: 13 dicembre 2011

Intervista a Stéphane Grounauer, capo dell'Ufficio delle infrastrutture dei trasporti e persona di riferimento per quanto riguarda la mobilità ciclabile, a proposito del trascorso e degli sviluppi futuri di questa tematica

Mobilità Ciclabile

L'Europa sta riscoprendo la bicicletta come mezzo di trasporto quotidiano e in molti luoghi si prendono iniziative per favorire questo tipo di spostamenti. Si realizzano percorsi preferenziali, sistemi di noleggio a ore e anche veri e propri autosili per bici. Ing. Grounauer, il Cantone ha iniziato una politica attiva a favore delle biciclette alla fine degli anni novanta. A che punto siamo oggi e dove arriveremo in futuro? Avremo anche qui autosili (o meglio "bicisili") per le biciclette e non più per le auto?

Negli ultimi quindici anni il Cantone si è concentrato sullo sviluppo dei grandi percorsi per il cicloturismo che si integrano nella rete nazionale: da Airolo a Chiasso, da Biasca al Lucomagno, da Bellinzona verso il San Bernardino e verso Locarno e la Vallemaggia. Di recente abbiamo spostato l'attenzione sugli agglomerati (dapprima Mendrisiotto, Luganese, ora anche Bellinzonese e Locarnese) per realizzare percorsi regionali attrattivi per gli spostamenti di tutti i giorni. Nella mobilità quotidiana anche i Comuni giocano un ruolo fondamentale. Per sensibilizzarli, nel 2009 abbiamo pubblicato una brochure (www.ti.ch/biciclette). A livello cantonale saranno necessari investimenti cospicui, e tuttavia giustificati, perché sappiamo che quasi la metà degli spostamenti in automobile dei Ticinesi si svolge su una distanza inferiore ai 5km. In futuro dovremo dare la possibilità di svolgerli con mezzi diversi, perché lo spazio per le auto non basterà più.
Serviranno anche più posteggi per le bici e, per quanto di nostra competenza, nei prossimi anni vogliamo migliorare le infrastrutture presso gli stabili dell'Amministrazione cantonale e nelle stazioni ferroviarie. Nelle grandi stazioni vedremo addirittura nascere anche qualche bicisilo!

Si pensava che la mentalità dei ticinesi fosse poco propensa all'uso della bicicletta, invece sembrano non disprezzarlo affatto, soprattutto negli spostamenti casa-stazione, stazione-lavoro, casa-lavoro. Un esempio è stata la grande partecipazione al progetto "Bike to work". Qualcosa sta cambiando?

La sensibilità della popolazione sta cambiando per diversi motivi. Sempre più persone subiscono gli svantaggi causati dall'eccessivo traffico automobilistico e cercano alternative. Oggi su certi percorsi (non tutti ovviamente) la bicicletta o il treno sono più rapidi dell'automobile e, incredibile fino a qualche anno fa, sono anche più comodi e meno stressanti. Poi ci sono aspetti legati alla salute, alla voglia di movimento e di aria fresca, c'è il bisogno di riappropriarsi degli spazi urbani, di vivere il territorio. Qualcuno infine fa un calcolo economico...
Vi sono però lacune sulla conoscenza delle regole di convivenza sia da parte di ciclisti che automobilisti. Troppo spesso i primi si dimenticano di dover rispettare le regole della circolazione e i secondi si credono padroni incontrastati della strada.

Creare nuovi percorsi vuol dire realizzare numerose nuove infrastrutture: stradine, ponti e passerelle e corsie bisognerà provvedere affinché questi non vengano poi abbandonati a loro stessi e cadano in disuso. Come prevedete di mantenere, in termini di qualità e sicurezza, questi percorsi?

La Divisione delle costruzioni mantiene una delle reti di strade cantonali più complesse della Svizzera, con strade di ogni tipo, da quelle a grande traffico in città a quelle di montagna, con ogni sorta di manufatti. A loro competerà anche la manutenzione delle nuove infrastrutture, ovviamente in collaborazione con i Comuni. Per rendere più chiara la ripartizione dei compiti il Dipartimento del territorio proporrà nelle prossime settimane una modifica della Legge sulle strade, che includerà un capitolo specifico sui percorsi ciclabili. Con l'evolvere della tematica anche il tipo e la distribuzione dei compiti all'interno del Dipartimento deve adattarsi, ma questo è normale.

Per poter adempiere nel modo migliore al mantenimento, alla promozione e alla continua evoluzione di questa rete ci sarà bisogno di molte risorse, sia finanziarie che umane. Ci può dire qualcosa a riguardo?

Nel 2012 verrà sottoposto al Gran Consiglio un messaggio con la richiesta di un credito quadro per gli investimenti sulla rete ciclabile. L'approvazione di questo credito ci permetterà di iniziare un programma di sviluppo a tappe quadriennali. Per farvi fronte si procede a una riorganizzazione dei compiti e delle priorità all'interno del Dipartimento, affinché i progetti possano essere seguiti con la dovuta attenzione. Collaboriamo anche con partner esterni, che ci danno una mano dal profilo tecnico, ad esempio la Conferenza dei responsabili cantonali della mobilità ciclabile, la Fondazione SvizzeraMobile, l'Ufficio federale delle strade. Stiamo anche rafforzando la collaborazione con le organizzazioni di cittadini interessati e con gli studi d'ingegneria. La mancanza di specialisti in questo settore è tuttavia un problema a livello svizzero, il mestiere quindi s'impara sul campo.