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Autori: Sabrina Caneva
Data: 20 luglio 2010

Di Sviluppo sostenibile ormai se ne sente parlare un po' dappertutto in TV, alla Radio, su giornali e riviste e ancora di più al lavoro! Le aziende, pubbliche e private, adottano sempre più delle politiche "sostenibili". Che cosa significa concretamente?

Sviluppo sostenibile al lavoro

Lo sviluppo sostenibile è un concetto ancora molto vago nell'opinione pubblica ticinese, questo malgrado gli sforzi di trattare il tema su più fronti. Il gruppo cantonale per lo sviluppo sostenibile (Grussti) si sta impegnando a sensibilizzare i cittadini, anche all'interno dell'Amministrazione cantonale, su che cosa sia lo sviluppo sostenibile, così da promuovere iniziative e comportamenti più compatibili con l'ambiente. Oltre a qualche linea guida, questo articolo vuole dare anche qualche consiglio per ridurre l'impatto ambientale sul posto di lavoro

Com'è nato il concetto di sviluppo sostenibile?

La più nota definizione di Sviluppo Sostenibile è quella fornita dalla Commissione Mondiale per l'Ambiente e lo Sviluppo, nota col nome di Commissione Brundtland, presieduta nel 1987 dalla politica svedese Gro Harlem Brundtland. Nel rapporto figura una clausola che a distanza di vent'anni è ancora valida: "L'umanità ha la possibilità di rendere sostenibile lo sviluppo, cioè di far si che esso soddisfi i bisogni dell'attuale generazione senza compromettere la capacità delle generazioni future di rispondere ai loro".
Lo Sviluppo Sostenibile è un tipo di sviluppo che coinvolge tutte le popolazioni del mondo, questo significa che ogni essere umano deve essere partecipe dei benefici locali e globali, nel tempo presente e nel futuro. Lo sviluppo sostenibile non riguarda il solo aspetto economico, bensì ingloba anche le tutele sociali, la lotta alla povertà, il diritto alla salute, il rispetto dei diritti fondamentali dell'uomo, la cui integrazione deve incorporare la conservazione delle risorse naturali (la Biosfera).
In sintesi potremmo dire che lo Sviluppo Sostenibile riguarda tre campi fondamentali della nostra esistenza: l'ambiente, l'economia e la società nel suo insieme. Lo scopo è ridare armonia alla società di modo che si profili come rispettosa del prossimo e delle risorse della Terra. Infifatti le sfide della sostenibilità sono varie e attualmente la maggior parte degli sforzi si concentrano sulla questione dei cambiamenti climatici, poiché le loro conseguenze più dirette non riguardano soltanto l'ambiente, ma anche il sistema sociale ed economico. Economia e società non possono fare a meno delle risorse naturali presenti sulla Terra, per questo motivo sono indissolubilmente dipendenti dalla loro disponibilità e distribuzione (questo pone il problema della temporalità e dell'uso degli stock delle risorse naturali; per stock si intende una quantità di materia disponibile non rinnovabile o rinnovabile su tempi molto più lunghi di quelli in cui è stata esaurita). Inoltre l'ambiente in cui viviamo va salvaguardato poiché la capacità degli ecosistemi di assorbire l'impatto delle attività umane non è illimitata e può compromettersi irrimediabilmente!
Non va peraltro dimenticato che il capitale artificiale, ovvero i sistemi di produzione, e il capitale naturale, cioè le risorse naturali, sono assolutamente complementari!

Quale contributo individuale possiamo dare alla "Sostenibilità"?

Per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità promossi dal Protocollo di Kyoto (tenutosi in Giappone nel 1992), che non è null'altro che un accordo internazionale che stabilisce obiettivi precisi per i tagli delle emissioni di gas responsabili dell'effetto serra, è necessario l'impegno di tutti. Infatti sono le nostre abitudini quotidiane a influenzare in modo preponderante i consumi energetici!
Che cosa significa in concreto risparmiare energia? Le nostre abitudini quotidiane, private e non, hanno sempre un impatto ambientale. Siamo energivori quando ci spostiamo con l'auto, lavoriamo, ci laviamo o facciamo la spesa, ... . In poche parole consumiamo energia per ogni nostra attività e tutto questo ha un costo ambientale.
La riduzione delle emissioni di anidride carbonica non è solo compito dell'industria ma anche di noi singoli individui: ogni nostra piccola azione può ridurre in modo notevole il consumo energetico pro-capite e questo è possibile già a partire da una scelta razionale dei mezzi di trasporto con cui spostarci giornalmente (nozione di mobilità sostenibile) e dei prodotti di consumo, a partire dal cibo che comperiamo, dalla scelta degli elettrodomestici, dal tipo di auto, ecc....

Piccoli consigli per ridurre l'impatto ambientale delle nostre attività in ufficio!

Il vostro collega è una assiduo utilizzatore della stampante? Inculcategli la storia della deforestazione della foresta amazzonica: per ogni foglio stampato (bianco) è una parte di albero che muore e di quella di uno o più animali che di esso vivono. I sensi di colpa avranno la meglio e la stampante sarà usata in modo più consapevole: stampa fronte/retro, carta riciclata e riutilizzata per le annotazioni o gettata negli appositi contenitori di raccolta.
Spesso si sente dire che le "cose vecchie" sono ancora le migliori, ebbene nel caso delle lampadine non è vero. La nuova tecnologia ci ha dato i LED (Light Emitting Diode, ovvero diodo a emissione luminosa), che permettono una riduzione notevole del consumo dell'energia elettrica, illuminano meglio e la luce diffusa è molto meno fastidiosa per gli occhi. Certo, ci mettono un po' di più ad accendersi e sono più cari delle lampadine vecchio stile.
La prima cosa che un nuovo impiegato guarda è quanto è luminoso l'ufficio che gli verrà assegnato e di conseguenza quante finestre sul mondo gli spettano. Allora come mai tante volte tiriamo le tende e accendiamo la luce? Le finestre ci regalano una bella e sana luce naturale, perché non sfruttarle al meglio e fare del bene all'ambiente consumando meno elettricità?
Fare le pulizie è una scocciatura, figuriamoci se poi le dovessimo fare anche in ufficio! Eppure sarebbe doveroso spolverare le lampade di tanto in tanto, perché la polvere fa perdere loro fino al 20% di luminosità!
Tornando alle finestre in ufficio...chissà perché spesso e volentieri chi ha concepito i locali sistema i caloriferi sotto le finestre, causando un nesso poco logico in inverno: riscaldamento acceso (magari al massimo!) e finestra aperta per non rischiare di patire il caldo dei Caraibi. Non sarebbe più razionale regolare il termosifone in base agli orari di ufficio, così da non soffrire né il troppo caldo né il troppo freddo e risparmiare energia allo stesso tempo? Anche la stagione estiva non è priva di contraddizioni: fa caldo quindi si compera il "pinguino", che certamente ci regala l'agognata frescura ma anche malesseri di vario tipo, dal torcicollo alla sinusite, ... . Inoltre il dotarsi dell'aria condizionata è uno spreco enorme di energia. Ai pinguini sarebbe quindi preferibile usare col buon senso le persiane e le tende per tenere freschi gli uffici!