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Autori: Coco Acquistapace
Data: 19 febbraio 2009

Giovedì grasso: il carnevale (rito Romano) ha ufficialmente inizio! Vediamo più da vicino gli le caratteristiche di una delle ricorrenze più amate da sempre.

Tutti pazzi per il carnevale?

Da anni ormai, chi si cimenta nell'operazione di scrivere qualcosa sul carnevale deve forzatamente fare i conti con l'etimologia della parola ancor oggi molto discussa: la più gettonata resta la derivazione da "carnem levare", ovvero la tradizione medievale di partecipare a un banchetto di "addio alla carne" che si teneva il mercoledì delle Ceneri prima di abbordare i digiuni quaresimali; ma esistono anche altre interpretazioni, dalla derivazione da "Carnalia" (i Saturnali Romani), a "Carna-aval" (invito a non consumare carne) passando per la più fantasiosa che farebbe risalire la parola a "Carrus Navalis", ovvero i carri a forma di nave utilizzati nell'antica Roma nelle processioni.

La festa affonda però le radici molto più lontano nel tempo, al periodo greco-romano ed è strettamente legata alle cerimonie religiose pagane quando si faceva largo utilizzo di maschere allo scopo di scacciare gli spiriti maligni; la tradizione delle maschere è addirittura antecedente, erano in uso fin dal paleolitico.

Ma le origini del nostro carnevale vanno cercate piuttosto nell'antica Roma nelle feste dedicate agli Dei: vi erano i Baccanali (in onore a Bacco), la festa notturna di Cerere e Prosperina, i Saturnali (proprio all'inizio della primavera), i Lupercali (in ricordo della Lupa), oltre alla Opalia (Opa, la moglie di Saturno) e la Sigillaria (in onore di Giano).

Con l'avvento del Cristianesimo questi festeggiamenti persero il carattere "magico" per mantenere solo la forma di divertimento popolare.

Ma veniamo ai nostri giorni: nella nostra tradizione latina, il carnevale rappresenta fuor di dubbio uno dei momenti di maggior baldoria dell'anno, sia nella versione Romana sia in quella Ambrosiana che termina il sabato notte della prima domenica quaresimale (la leggenda dice che i fedeli della diocesi di Milano dovettero attendere fino al sabato il vescovo Sant'Ambrogio che era in pellegrinaggio e aveva promesso il rientro per Carnevale).

Il punto centrale del Carnevale in Ticino è il Rabadan di Bellinzona (rito Romano), conosciuto anche al di fuori dei confini e che si conserva quale "festa da vivere", al contrario di numerosi eventi più grandi che hanno abbandonato questa connotazione per assumere quella di un "carnevale da guardare" (Basilea, Venezia, Viareggio, Rio de Janeiro e molti altri). Dal giovedì al martedì la città si trasforma in un'interminabile baraonda di musica, frastuono, colori, gente, bar, tendine e quant'altro di più chiassoso esista con migliaia di persone che ballano, saltano, cantano e si divertono in una sorta di esagerata esaltazione collettiva: ma proprio questa è la principale attrattiva dei bagordi.

Oltre a Bellinzona, a cui va riconosciuto il ruolo di principale carnevale del Cantone (un sondaggio on-line di questi giorni rileva che un terzo dei visitatori conferma l'imponenza del Rabadan, un altro terzo non è toccata e infine un terzo si divide fra tutti gli altri eventi in Ticino), esistono poi una serie di appuntamenti carnevaleschi molto amati, fra questi, a Tesserete e Biasca (rito Ambrosiano per entrambi) oltre ai piccoli carnevali che si tengono in ogni Comune e che talvolta rappresentano la vera essenza della tradizione popolare.

L'organizzazione del Rabadan vede impegnate numerose persone per un lungo periodo dell'anno che si occupano della parte meno ludica della festa ma non per questo meno importante: non intendiamo citare i numeri della manifestazione, ma si tratta di cifre non indifferenti con moltissime persone al fronte e un notevole servizio di sicurezza per garantire che tutto funzioni alla perfezione, non da ultimo è giusto citare l'appoggio delle autorità per quanto attiene a logistica e pulizia delle strade e piazze che devono sempre presentarsi degne.

Un grande apporto al successo deriva dalle Guggen del Ticino, che durante i sei giorni sono attive notte e giorno nel divertire con musiche, danze e animazioni senza dimenticare l'importante sostegno al grande corteo di carri e maschere della domenica pomeriggio, quando sul viale Stazione sfila più di un migliaio di musicisti e figuranti in una continua allegoria.

L'ultimo punto importante per il buon risultato di ogni festa siamo noi, voi e tutti i partecipanti, indipendentemente da quale sia il carnevale di cui si parla; la voglia di divertirsi evadendo dalla routine ma nel rispetto delle comuni regole del vivere civilmente è l'ingrediente principale su cui organizzatori, animatori, forze di sicurezza, visitatori, spettatori, collaboratori ecc. devono poter contare. Per quanto sfrenata possa essere la volontà di superare il quotidiano modo di vivere, esistono regole scritte e non-scritte che non vanno mai oltrepassate... pena: il rischio di venir meno alle libertà fondamentali di ciascuno di noi, che non sono il "fare ciò che vogliamo" ma che sono legate al "senso di partecipazione"!