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Autori: Sandra Rossi
Autori: Alberto Gianetta
Data: 30 gennaio 2007

Intervista di Sandra Rossi a Alberto Gianetta, funzionario del cantone in pensione

Un pensionato sempre molto attivo

Oggi, 30 gennaio 2007, Alberto Gianetta lascia, dopo quasi 18 anni, la presidenza cantonale dell'Associazione Ticinese Terza Età (ATTE). Ripercorriamo insieme, brevemente, le tappe salienti dell'ATTE.

25 ottobre 1980: fondazione dell'ATTE. In quel momento lei era ancora attivo nel mondo del lavoro, di che cosa si occupava?

Ero direttore dell'ente che oggi conosciamo con la sigla IAS (Istituto delle Assicurazioni Sociali). Dopo dieci anni passati a Berna, all'Ufficio federale delle assicurazioni sociali, nel 1957 ero rientrato in Ticino per assumere la direzione dell'allora Cassa cantonale di compensazione AVS, che ho lasciato alla fine del 1989 per raggiunti limiti di età. Durante i trentadue anni passati al servizio dell'Amministrazione Cantonale ho collaborato con cinque Consiglieri di Stato: Guglielmo Canevascini, Piero Pellegrini, Federico Ghisletta, Benito Bernasconi e Rossano Bervini.

Quel 25 ottobre del 1980 cinquanta persone sensibili ai bisogni allora emergenti (soprattutto di socializzazione e occupazione del tempo libero) della popolazione anziana che iniziava in quegli anni, grazie alle migliorate condizioni di vita, a conoscere una crescente longevità, si ritrovarono a Giubiasco per fondare l'ATTE. Votarono gli statuti e elessero il primo comitato composto da Federico Ghisletta (presidente), Vitaliano Alfani, Enrico Besozzi, Guido Bustelli, Armida Gaggetta, Neera Gianotti, Astrid Marazzi, Luciano Pigazzini, Basilio Scacchi e Stefano Turchetti. Due anni dopo i soci erano già saliti a 1950, vennero quindi costituite cinque sezioni regionali.

2 maggio 1989

Su indicazione del presidente uscente, Federico Ghisletta, e di Carla Balmelli, madre storica dell'Associazione, l'assemblea dei soci mi elesse alla presidenza dell'ATTE.

1990: decimo anniversario dell'ATTE

Per festeggiare degnamente l'anniversario decidemmo di organizzare un raduno a carattere essenzialmente ricreativo e conviviale, bandendo riti e atti ufficiali e celebratitivi. Dopo aver scelto la data (4 luglio), la meta (Giornico) e aver stilato il programma, comprendente le visite al museo della Casa Stanga e alle chiese romaniche di Santa Maria del Castello e di San Nicolao, cercammo di prevedere quanti soci si sarebbero iscritti e azzardammo la cifra massima di 800. Una settimana prima della scadenza del termine per l'iscrizione, sommersi da 1400 tagliandi di partecipazione, a malincuore, dovemmo rassegnarci a chiudere le iscrizioni per non mandare in tilt l'organizzazione della giornata del decennale. Nei giorni successivi ci giunsero ancora più di 600 adesioni, che vennero regolarmente registrate ma non poterono essere accettate. Per darvi un'idea del lavoro che implica un evento del genere posso dirvi che solo per il trasporto dei partecipanti dovemmo organizzare 15 torpedoni e un treno speciale.

1999: anno importante, dichiarato dalle Nazioni Unite: Anno internazionale della persona anziana

L'ATTE ha contribuito partecipando, con altre associazioni, a "Club 99", una trasmissione di una televisione privata dedicata alle persone anziane e convocando il quarto congresso  della sua storia. Dall'11 al 13 ottobre, al palazzo dei congressi di Lugano, è stato trattato il tema "Comunicare è partecipare. Anziani che cambiano in una società che cambia". La situazione degli anziani, passati dal mondo del lavoro a quello della pensione, è stata analizzata da alcuni esperti: Eddo Rigotti, Ulrich Saxer, Fulvio Scaparro e Eugenia Scabini. Tutti sono stati concordi nel ritenerli una risorsa economica e umana immensa, ma sottovalutata dalla società con il pericolo di escluderli e di isolarli. Grazie alla comunicazione, anche tra le diverse generazioni, è però possibile da una parte evitare la solitudine e l'isolamento e dall'altra far partecipi i più giovani dell'esperienza accumulata nel corso di una vita.

19 novembre 2004: costituzione del Consiglio degli Anziani e sua elezione a presidente

Maria Spiga, segretaria generale dell'ATTE dal 1998 al 2005, aprendo l'assemblea di costituzione l'ha definita a ragione una data importante nella storia della socialità del cantone Ticino. Veniva realizzato quanto chiesto già a partire dal 1997, quando il MODAP (Movimento per i diritti degli anziani e dei pensionati aderenti all'USS Ticino e Moesa) aveva presentato due petizioni una per istituire un segretariato cantonale per gli anziani e l'altra per creare Gruppi di solidarietà anziana. Nel marzo del 2001 il Consiglio di Stato, su proposta del Dipartimento sanità e socialità, chiedendo al Gran Consiglio di emanare una legge sul consiglio degli anziani, diede l'impulso decisivo. Il parlamento, che in un primo tempo aveva votato contro la creazione di un Consiglio degli Anziani, aveva poi accettato la soluzione di compromesso proposta dal relatore Giovanni Jelmini. Nel 2003 l'inserimento nella legge sugli anziani di un nuovo articolo, il 15a, ha posto le basi legali per la costituzione del Consiglio degli Anziani. A Giubiasco, i delegati delle associazioni fondatrici approvarono all'unanimità i ventinove articoli dello statuto del Consiglio degli Anziani, riconosciuto per legge come organo consultivo del Consiglio di Stato per tutti gli atti legislativi che li toccano direttamente. Vennero inoltre nominati i quindici membri del comitato e venni eletto presidente. E subito abbiamo dovuto occuparci e continuiamo a occuparci di un problema di grande attualità: l'assicurazione malattia, con il continuo inarrestabile aumento dei premi e le sempre meno velate proposte di premi differenziati per età.

2005: l'ATTE compie 25 anni

In venticinque anni molte cose sono cambiate, gli anziani del ventunesimo secolo sono molto diversi da quelli del secolo precedente, la speranza di vita si è parecchio allungata e la terza età è diventata il periodo più lungo della vita di una persona. Abbiamo ritenuto opportuno cominciare a riflettere su questa nuova situazione e sulle nuove aspettative dei nostri soci giovani. Il quinto congresso cantonale, oltre a ripercorrere la strada fatta, è servito a guardare avanti, a immaginare il futuro dei "Nuovi sessatenni: cambiamenti, esigenze, potenzialità". Per un futuro sereno e dignitoso non basta garantire il benessere finanziario ma occorre che l'anziano si senta parte attiva della società, che partecipi pienamente e sia padrone della propria vita. In questo contesto l'ATTE ha un ruolo molto importante; i suoi fondatori, con lungimiranza, lo avevano già previsto e iscritto negli statuti identificando i seguenti obiettivi: prevenire e combattere l'emarginazione degli anziani, favorire la condizione sociale, culturale e economica degli over 60 e sostenere il legami di amicizia e solidarietà.

2007: uno sguardo al futuro, quali sono le sfide che, secondo lei, attendono il nuovo presidente?

Alla fine del 2005 l'ATTE ha superato il traguardo dei diecimila soci, che vanno dalla nuova generazione di anziani, i sessantenni ancora attivi e impegnati e con disponibilità finanziaria, agli ultra-ottantenni (in un secolo il loro numero è più che decuplicato in Ticino). Conciliare le aspettative e i bisogni, necessariamente diversi, di queste due fasce d'età sarà la sfida che dovrà affrontare il nuovo presidente.