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Autori: Mattia Bertoldi
Data: 04 dicembre 2014

Alla scoperta delle operazioni postali interne ed esterne all'Amministrazione cantonale

Una mattinata alla Messaggeria governativa

Diecimila buste, quattrocento raccomandate, una quarantina di pacchi. Numeri che raccontano il lavoro quotidiano della Messaggeria governativa, responsabile delle operazioni postali interne ed esterne per gli uffici dell’Amministrazione cantonale. Per comprendere meglio come funziona questo importante servizio con base al piano terra della Residenza governativa, ArgomenTI ha seguito per un giorno Mauro Dozio, incaricato del turno 2. Orario di inizio, le cinque del mattino.

Il sole del 30 giugno 2015 non è ancora sorto in Piazza Governo, ma una luce è già accesa dietro le finestre del piano terra della Residenza governativa. Mauro Dozio, dal 2007 alla Messaggeria governativa, è appena tornato dal Centro di distribuzione postale di via del Carmagnola. «Da lì partono tutte le buste dirette nel Bellinzonese», mi racconta. «Da lì l’incaricato del turno 2 passa tre volte nel giro di quattro ore.»

Patrizia Pesenti? È ancora in Consiglio di Stato

Il turno 2 è quello mattutino: inizia poco dopo le cinque, termina attorno alle due del pomeriggio. I colleghi di Mauro arriveranno a scaglioni nel corso delle successive due ore; intanto, è già tempo di iniziare il lavoro della spartizione. «Questo è il primo carico» mi dice spingendo un carrello con una trentina di cassette di plastica grigia, 25 centimetri per 50. Ognuna di queste contiene a occhio e croce dalle 100 alle 150 buste. Ne solleva una e l’avvicina a un mobile di metallo diviso in 56 riquadri, uno per ogni servizio dell’Amministrazione cantonale: corsi d’acqua, sviluppo economico, esazioni e condoni, pretura penale, centro di risorse didattiche e digitali…

Mauro inizia di gran lena: preleva un mazzo di buste dalla cassetta e, man mano che legge nome e indirizzo del destinatario, le infila nello scompartimento giusto. «Inizio sempre dalle buste più piccole. Sono sempre più numerose di quelle di dimensioni maggiori, è meglio portarsi avanti». Legge e piazza dalle 25 alle 35 buste al minuto, senza sbagliare un colpo. «Anche se gli indirizzi non sempre sono inappuntabili: c’è chi mette solo il nome della persona senza indicare l’ufficio, chi accenna all’ufficio ma scrive l’indirizzo sbagliato, c’è persino chi intesta ancora le lettere agli ex Consiglieri di Stato». Vabbe’, si tratterà di Laura Sadis. In fondo l’elezione di Christian Vitta risale solo a qualche settimana fa… «No no. Ci sono ancora lettere dirette a Marco Borradori. O a Patrizia Pesenti, più altri ex».

Tasse, elezioni cantonali, borse di studio… e ancora tasse

Chi lavora dietro allo sportello della Messaggeria governativa ha una differente percezione della ciclicità del tempo. «Ora è la stagione delle borse di studio» mi dice Mauro indicando il riquadro dell’omonimo servizio, al quale stanno arrivando molte richieste. «Maggio e settembre sono i mesi delle dichiarazioni delle imposte, in estate il calo è del 30-40% ma iniziano a circolare le cartoline, a dicembre i biglietti natalizi». E durante le recenti elezioni cantonali? «C’è sempre qualcuno che ci invia la propria scheda di voto, anziché consegnarla alla cancelleria del proprio Comune. Noi comunque non le apriamo: le consegniamo direttamente alla Divisione giustizia».

Le cifre parlano di diecimila buste, quattrocento raccomandate e una quarantina di pacchi al giorno. Non sempre è possibile dedurre dall’esterno l’esatto destinatario, e talvolta manca il mittente, mettendoci in non poche difficoltà

La gente preferisce la carta

Intanto si sono fatte le 5 e 45, Mauro è raggiunto da un messaggero che arriva da Lugano portando con sé la posta interna, mentre un altro collega della sede di Bellinzona si mette anche lui alla spartizione. Per la Messaggeria governativa lavorano in tutto undici persone: due prestano servizio a Lugano e una a Locarno, le altre stanno a Bellinzona. A rotazione settimanale, i turni cambiano. «Non ne ho uno preferito» ammette Mauro: «alla fine, è tutta una questione di abitudine.»

Vedere così tanta carta, però, un po’ stupisce: non siamo nell’epoca della digitalizzazione e dei servizi su Internet? «In otto anni io non ho registrato un calo sensibile della corrispondenza» afferma Mauro.

«Nemmeno io» lo affianca Diego, « ho sentito diverse persone sulla questione, e tutte mi dicono che preferiscono inviare le informazioni più importanti via posta. Per quanto riguarda la comunicazione sensibile diretta all’Amministrazione cantonale la gente preferisce ancora il cartaceo, insomma».

Cassette grigie e buste rosse

Verso le 7 Mauro fa ritorno a Carmagnola per la seconda tornata di cassette: ne arrivano sedici. Intanto è arrivato in Messaggeria il responsabile del turno 1 che si occupa di registrare le raccomandate e infilarle nelle buste rosse di pelle sintetica. «Insieme alle offerte» mi ricorda Mauro, «rappresentano la corrispondenza più sensibile. Ogni settimana poi abbiamo anche a che fare anche con provette e campioni del laboratorio cantonale e con i fermenti lattici vivi destinati ai caseifici».

Alle 8.30 Mauro inizia il giro di consegne fuori dalla Residenza governativa. «Gli stabili esterni ai quali consegniamo la posta sono una ventina, il turno 2 ne copre circa un terzo.» Carichiamo il furgone con le cassette postali grigie e le buste rosse già suddivise dai colleghi e seguiamo un percorso ad anello: stato civile ed enti locali, divisione della cultura, divisione della scuola, tassazioni, esecuzioni e fallimenti, sostegno sociale e logistica. Il giro completo di consegna dura 45 minuti. L’ultima tappa è ancora il Centro di distribuzione postale di via del Carmagnola per la terza e ultima tornata di cassette di posta B: sono sei. «E con questo abbiamo finito» mi dice sulla strada di ritorno verso la Residenza governativa. Arriviamo allo sportello della Messaggeria verso le 9.30: i funzionari di Palazzo delle Orsoline e di quello Amministrativo sono già in coda per ricevere la posta, firmare i fogli, prelevare le raccomandate.

Mauro pregusta la pausa caffè. «Poi mi toccheranno il servizio di parco di uno dei nostri sette veicoli e altre mansioni di ufficio» mi comunica. Lo saluto, rivolgendo un ultimo sguardo a chi - ignaro di tutto - se ne va con la mazzetta di carta. Il lungo viaggio della corrispondenza continua.