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Autori: Simona Casati
Data: 01 marzo 2011

Nuove specie di zecche e insetti, possibili portatori di malattie, sembrano apprezzare il nostro territorio e il suo clima mite. Cosa le spinge verso nord?

Zecche, moscerini e zanzare: alla conquista del Ticino

In Ticino, grazie alla sua posizione geografica strategica sull'asse nord-sud osserviamo ogni giorno, a malincuore, il transito di centinaia di veicoli carichi di persone e di merci. Questo transito macroscopico nasconde qualcosa di molto più piccolo, spesso invisibile ai nostri occhi, che passa molto facilmente i nostri valichi, ma con difficoltà le montagne e le alpi. Sono veicoli microscopici, definiti vettori, come le zecche e alcuni insetti che possono trasportare diversi microorganismi (batteri, virus, parassiti) e quindi trasmettere malattie. Di fatto questi vettori sembrano spostarsi sempre più a nord rispetto al loro luogo di origine e il nostro bel territorio con il suo clima mite sembra invitarli a una sosta prolungata. Sono tre gli esempi che voglio portare per entrare in questa problematica di fatto molto attuale.

Il primo viaggiatore microscopico è una zecca dal colore arancione di nome Rhipicephalus sanguineus, diffusa nella regioni subtropicali e tropicali. Il primo avvistamento in Ticino avvenne negli anni '80, poi una ventina di anni più tardi uno studio condotto all'Istituto cantonale di microbiologia suggerì l'insediamento di questa specie nel nostro Cantone. Due sono i fattori che possono spiegare l'espansione di questo vettore molto più a nord rispetto alla sua origine: la mobilità delle persone e dei loro animali da compagnia e i cambiamenti climatici. Il ciclo vitale delle zecche comprende 3 diversi stadi: dalle uova nascono le larve, le larve si trasformano in ninfe, e infine mutano in adulti. A ogni passaggio la zecca si nutre di sangue di un animale; in questo caso specifico l'ospite è il cane, occasionalmente anche altri animali e l'uomo. Ed è proprio grazie ai cani che la Rhipicephalus arriva da noi. La sua presenza viene anche segnalata al nord delle Alpi dove però vengono ritrovate all'interno delle case o di strutture legate ai cani che possono fornire il microclima e l'apporto di sangue necessari alla loro sopravvivenza. Da noi, invece, trovano le condizioni per sopravvivere all'esterno nell'ambiente naturale e quindi si sono adattate al nostro territorio. La Rhipicephalus può trasmettere delle malattie come la febbre Q, la febbre botonnosa e la babesiosi. Fino a oggi, la presenza degli agenti patogeni all'origine di queste patologie non è ancora stata segnalata.

Anche insetti molto piccoli come i moscerini del genere Culicoides, appartenenti alla famiglia dei Ceratopogonidae, possono portare delle malattie. Sono 1'400 le specie di Culicoides distribuite in tutto il mondo, ma solo l'1% sono dei vettori competenti capaci di trasmettere il virus che causa la malattia della lingua blu. Questa malattia non è trasmissibile all'uomo, ma colpisce gli ovini con un tasso di mortalità del 30% e più raramente bovini e caprini. La propagazione di questa malattia in Europa del sud è strettamente legata all'espansione settentrionale del vettore afro-asiatico Culicoides imicola. Dal 1998 si è cominciato a osservare uno spostamento progressivo della malattia, grazie al suo vettore, verso i paesi del bacino mediterraneo. I venti hanno trasportato in maniera passiva questi moscerini dall'Africa del nord all'Italia e alle sue isole, compresa la Corsica; il clima ne ha favorito l'insediamento. Culicoides imicola è riuscita a risalire dal sud al nord d'Italia, avvicinandosi molto al Ticino. Per questa ragione nell'estate del 2006 ci si aspettava la sua prima apparizione nel nostro Cantone, con conseguenze gravi per gli allevatori ticinesi. Gli occhi di tutti gli addetti ai lavori erano puntati sul fronte sud, ma inaspettatamente fu proprio al nord dell'Europa, nei Paesi Bassi, dove i primi casi di malattia della lingua blu furono segnalati e rapidamente si moltiplicarono. In pochi giorni diventò una vera e proprio emergenza, estesa anche alle nazioni confinanti e alla Svizzera del nord, senza però toccare il Ticino. I quel momento mancavano i dati sulla composizione della popolazione di Culicoides al nord dell'Europa, molto importanti per capire la via di diffusione della malattia della lingua blu.

Qualche anno fa le zanzare tropicali non erano un problema per la nostra regione, ma dopo il 2003 la zanzara tigre Aedes albopictus è stata segnalata in Ticino, arrivata tramite i veicoli in transito sul nostro territorio. Questa zanzara può essere vettore di diversi virus come per esempio il virus Chikungunya, che ha raggiunto l'Italia nell'estate 2007 (200 casi riportati nella regione di Ravenna) e recentemente il virus della Dengue, responsabile del primo caso autoctono in Francia (settembre 2010, Nizza).

La problematica delle malattie emergenti è di fatto molto attuale. È legata sia ai nuovi microorganismi importati da nuovi vettori sia da microorganismi esotici che trovano il vettore competente in loco. Per questo è molto importante sorvegliare i vettori conosciuti e l'entrata di nuovi vettori per tenere la situazione sotto controllo o per eventualmente recensire l'apparizione di nuove malattie alle nostre latitudini. Se si conosce la composizione della popolazione di vettori si sa cosa ci si può aspettare e ci si può preparare ad affrontare la situazione. Esistono dei sistemi internazionali di allerta (promedmail; eurosurveillance) che segnalano in modo rapido non solo le epidemie ma anche casi singoli particolari. Questo ci permette di seguire la diffusione di alcune malattie su scala internazionale. Conoscere la situazione epidemiologica delle possibili malattie che potrebbero toccarci è indispensabile. Molti sono i preparativi da affrontare: il laboratorio di analisi deve allestire le tecniche per rilevare l'agente eziologico e il medico deve poter riconoscere i sintomi per fare le giusta diagnosi.

Di recente in Svizzera sono nati due centri di competenza per il monitoraggio di vettori: il centro di referenza per le malattie associate ai vettori e il centro nazionale di referenza per le zecche (CNRT). Il Ticino è considerato come la porta sud d'entrata di nuovi vettori e quindi di nuove malattie: la sorveglianza e il monitoraggio sono compiti essenziali nella lotta contro le malattie legate ai vettori (vector-borne diseases). Per questo motivo l'Istituto cantonale di microbiologia continua a occuparsi di vettori anche collaborando con questi due nuovi centri.