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Autori: Filippo Rampazzi
Data: 11 marzo 2009

Arriva a Bellinzona, unica tappa svizzera, la mostra itinerante dedicata alla più antica e meglio studiata "mummia umida" del mondo

Ötzi, l'uomo venuto dal ghiaccio

Il percorso espositivo, che conduce il visitatore alla scoperta del cacciatore vissuto nell'età del Rame, si ispira anche al clima, al paesaggio e alla civiltà preistorica.

Ha preso avvio nel 1991, sulle Alpi altoatesine, il lungo e affascinante viaggio di Ötzi, il cacciatore vissuto 5.300 anni fa e conservato dal ghiaccio in modo perfetto con i suoi indumenti e il suo equipaggiamento. Gli archeologi hanno ricostruito grazie a questo straordinario rinvenimento le abitudini e il contesto territoriale dell'uomo nelle Alpi durante l'età del Rame, che sono parte integrante di una mostra dinamica e accessibile a tutti. Il Museo cantonale di storia naturale e l'Ufficio dei beni culturali, in collaborazione con il Museo archeologico dell'Alto Adige, presentano al pubblico dal 13 marzo al 28 giugno un' esposizione ricca di eventi e attività collaterali dedicata a questa grande scoperta, per incentivare la conoscenza del nostro territorio in epoca preistorica.

Il ritrovamento

Il 19 settembre del 1991, due escursionisti di Norimberga trovano una salma congelata sul Ghiacciaio del Similaun, a 3.210 m di quota sullo Tisenjoch, lungo lo spartiacque naturale tra la tra la Val di Tisa e la Niedertal in Alto Adige (Alpi Venoste/Ötztaler Alpen). A causa delle difficoltà di recupero, soltanto il quarto giorno il corpo viene trasportato all'Istituto di medicina forense di Innsbruck per accertarne l'identità e le cause del decesso. Il quinto giorno, un archeologo esamina per la prima volta il cadavere e i reperti ritrovati sul luogo: il corpo non è quello di un alpinista vittima della montagna, bensì quello di uomo vissuto oltre cinquemila anni fa!

La mostra

La mostra "Ötzi, l'uomo venuto dal ghiaccio" presenta una delle maggiori e più affascinanti scoperte archeologiche dell'ultimo secolo: il corpo di un uomo vissuto 5.300 anni fa, rinvenuto su un ghiacciaio delle Alpi altoatesine.
Si tratta della più antica e meglio studiata "mummia umida" del mondo, la cui unicità sta nel fatto di essersi conservata nel ghiaccio in modo perfetto insieme a tutti i suoi indumenti e al suo equipaggiamento. Ciò ha permesso - grazie all'impiego delle più sofisticate tecniche di indagine in medicina, in scienze naturali e in archeologia - di ricostruire la vita dell'uomo nelle Alpi durante l'Età del rame (ca. 2200-3400 a.C.).
La mostra dà così una risposta ai molti interrogativi emersi con la scoperta dell'"Uomo venuto dal ghiaccio" (questo il nome ufficiale della mummia). Chi era Ötzi? Quale aspetto aveva? Come era vestito? Che cosa mangiava? Da dove veniva? Era in buona salute? Qual è stata la causa della sua morte? E com'era il mondo alpino oltre cinquemila anni fa?
La mostra è stata inaugurata nel 2007 al Museo storico di Stoccolma, da dove continua il suo periplo attraverso l'Europa con tappa a Bellinzona quale unica località in Svizzera. Essa è stata realizzata secondo la più moderna museografia e si avvale di molti supporti multimediali (filmati, animazioni 3D, schermi tattili interattivi ecc.) in grado di coinvolgere il pubblico nelle avvincenti indagini scientifiche degli ultimi vent'anni. L'esposizione permette altresì di ammirare la perfetta ricostruzione dei numerosi oggetti che facevano parte del corredo di Ötzi, come il suo vestiario (copricapo, mantella, sopraveste, perizoma, cintura, gambali, scarpe), e il suo equipaggiamento (gerla, faretra con arco e frecce, ascia in rame, pugnale, recipienti in corteccia di betulla, marsupio con utensili ecc.) ciò che mostra la grande perizia dell'uomo dell'età del Rame nella costruzione degli oggetti di uso comune, così come il suo straordinario adattamento alle risorse presenti in natura.
Dopo essersi lasciato alle spalle il "tunnel dell'era glaciale", il visitatore viene innanzi tutto calato nel contesto ambientale e umano del periodo postglaciale, dove alcuni moduli affrontano il clima, il paesaggio, la flora, la fauna e la cultura umana di cinquemila anni fa. Da qui il percorso espositivo conduce il visitatore alla scoperta di Ötzi, alle circostanze del suo ritrovamento, alle diversi fasi del recupero e dello studio della salma, alla ricostruzione della sua persona e del suo modo di vita, alla ricostruzione del suo vestiario e del suo equipaggiamento, alle cause del suo decesso, per poi concludere con le sofisticate tecniche impiegate per la conservazione della mummia. Trattandosi di una cosiddetta "mummia umida", la conservazione di Ötzi richiede condizioni del tutto particolari, tanto che il corpo non può essere assolutamente trasportato. Dal 1998 il corpo è conservato al Museo Archeologico dell'Alto Adige di Bolzano in una speciale camera frigorifera, in un'atmosfera satura di azoto con condizioni di temperatura e di umidità costanti (-6°C, umidità 98%) e su una bilancia di precisione per monitorare costantemente l'idratazione del corpo. Della mummia la mostra espone una ricostruzione, mentre Ötzi è visibile al pubblico attraverso una webcam collegata direttamente con il Museo archeologico dell'Alto Adige di Bolzano.

Eventi e attività collaterali

La mostra offre anche lo spunto per gettare un sguardo al passato preistorico delle terre ticinesi e moesane, le quali anch'esse presentano luoghi di rinvenimento del Neolitico e dell'età del Rame (Carasso-Lusanico, Castaneda-Pian del Remit, Bellinzona-Castelgrande). Proprio la località di Castelgrande - che emblematicamente ospita l'esposizione su Ötzi -rappresenta la testimonianza più antica di abitato neolitico di tutta la Svizzera, essendo stata occupata fin dal 5250 a.C. da villaggi di comunità dedite all'agricoltura e all'allevamento del bestiame. Il collegamento tra la sensazionale scoperta di Ötzi e la preistoria delle regioni sudalpine è assicurato da un nutrito calendario di eventi e di attività collaterali.
Grazie all'entusiasmo e al coinvolgimento dell'Ufficio dei beni culturali, del Centro didattico cantonale, dell'Associazione Archeologica Ticinese, del Gruppo Archeologia Ticino e della Società ticinese di Scienze naturali è stato possibile proporre:
> un ciclo di conferenze di approfondimento
> una serie di laboratori didattici e di animazioni per le scuole del Cantone, concepite soprattutto per il secondo ciclo delle elementari e per il primo ciclo del medie
> una giornata di archeologia sperimentale per il vasto pubblico a Castelgrande
> una serie di corsi di archeologia sperimentale e di escursioni in Ticino e nel Moesano
Grazie a questi eventi e attività collaterali sarà così possibile approfondire le conoscenze sulla vita dell'uomo del Neolitico e dell'età del Rame, ripercorrere le tracce degli antichi passaggi attraverso le Alpi, o calarsi direttamente nei panni di Ötzi per realizzare oggetti di uso comune attraverso gli strumenti e le tecniche disponibili all'epoca.