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Autori: Tiziano Veronelli
Data: 27 luglio 2010

Alla scoperta della Cambogia insieme a Tiziano Veronelli, giurista presso l'Ufficio legislazione e pari opportunità e il Controllo cantonale delle finanze

Cambogia, non solo "Angkor wat"

Ventotto anni di guerra - dal 1970 al 1998 - e non dimostrarli! Merito probabilmente dello spirito e della mentalità dei cambogiani, un popolo incapace di concepire la vendetta e che, una volta deposte le armi, ha ripreso a vivere come se nulla fosse accaduto, reimmergendosi nei suoi ritmi secolari. Del resto, probabilmente, è giusto così: chi conosce la storia cambogiana sa che in quegli anni i ruoli si sono spesso invertiti, le vittime sono diventate carnefici e viceversa, il tutto con il "benestare" della comunità internazionale, corresponsabile di quell'infernale e gigantesco mattatoio in cui sono letteralmente sparite oltre 1'500'000 persone.

Oggi l'atmosfera del Paese è di nuovo serena, sospesa tra un limbo di dolce tranquillità e moderata euforia, grazie a un benessere che pian piano comincia ad affermarsi in alcune città. A partire da Phnom Penh, la capitale dal sottile fascino e sempre più cosmopolita, o Siem Reap, all'origine piccolo e ininfluente villaggio che il turismo ha saputo trasformare nella moderna e viepiù agitata porta di Angkor, sito archeologico strabiliante che riunisce, concentrati in un'unica area, l'equivalente di tutti i tesori della valle del Nilo e considerato l'ottava meraviglia del mondo. Altrove, villaggi disseminati attorno al placido corso del fiume Mekong, una natura rigogliosa e onnipresente e un'infinità di piccoli tesori tutti da scoprire, sparsi un po' ovunque e spesso avvolti da un'aura di mistero.

Phnom Penh

È da Phnom Penh che ha inizio quest'ennesima "spedizione" nel sud-est asiatico. L'attuale capitale della Cambogia richiede una sosta di almeno due giorni data la moltitudine di cose da vedere. Una visita ai mercati cittadini è sicuramente un ottimo "trampolino di lancio" per chi desidera assistere da subito a veri e propri rituali della vita quotidiana. Ora colorati e vivaci, gran parte dei mercati furono chiusi e abbandonati durante l'occupazione dei khmer rossi, e stanno ora risorgendo a nuova vita; in particolare il Mercato russo e il Central market, al cui centro campeggia un orologio fermo alle ore 10 del 17 aprile 1975, giorno in cui Pol Pot s'impossessò della città, accolto da una popolazione festante, purtroppo ignara di quanto sarebbe accaduto da lì a poco.
Prima di proseguire, una sosta allo storico caffè FCC è pressoché imperativa. Situato lungo il fiume Tonle Sap, al secondo piano di un stabile coloniale, questo bar fu il ritrovo dei corrispondenti stranieri, di giornalisti e reporter, durante la metà degli anni 70; è dalla sua terrazza che Tiziano Terzani era solito scrivere i suoi dispacci dalla Cambogia.
Proseguendo la visita della città, è d'obbligo una sosta al Palazzo Reale all'interno del quale, sparse su di una superficie di oltre 16 ettari, si possono visitare alcune pagode dorate (di cui una dal pavimento letteralmente ricoperto di placche d'argento), la sala del trono e il singolare padiglione d'acciaio (facilmente - si fa per dire - smontabile e trasportabile, in uno stile francese caratteristico del "periodo Eiffel", offerto dall'Imperatrice Eugenia moglie di Napoleone III al Re Norodom 1°). Il Quartiere Francese, il Wat Phom e il Museo nazionale sono alcune delle altre mete imprescindibili di Phnom Penh, così come la navigazione in battello sul fiume fino alla confluenza del Mekong con il Sap e il Bassac. Suggerisco inoltre di approfondire la conoscenza della storia recente della Cambogia (dal 1975 al 1998), tristemente legata alla guerra e al regime dei khmer rossi, per capire il passato di questo popolo e cogliere fino in fondo le suggestioni con una visita al Museo del crimine e del genocidio di Tuol Sleng (all'origine il liceo della città poi trasformato in un'orribile prigione), che in modo asciutto e onesto testimonia quei tragici anni (vedi immagine 3).

Phnom Penh - Kep - Kampot

Spostandosi più a sud, in direzione del Golfo di Thailandia, al confine con il Vietnam, si raggiunge dapprima la vecchia stazione balneare di Kep, un tempo ambita meta di villeggiatura con rive e spiagge pittoresche, ora cittadina pressoché fantasma, le cui strade sono bordate da vecchie ville in rovina, abbandonate e saccheggiate durante gli anni del terrore.
Da qui, proseguendo per una quarantina di chilometri attraverso sconfinate campagne (immagine 4), costeggiando rigogliose e (in questa stagione, fine novembre) verdissime risaie (immagine 5), si raggiunge la tranquilla cittadina di Kampot. Strade tranquille, pochi turisti, architettura coloniale francese e cinese, e il vecchio cinema, regalano a questo luogo un'atmosfera d'altri tempi. Chi si reca a Kampot, generalmente lo fa per assaporare la Cambogia provinciale, la sua atmosfera rilassante, e per usare questa meta come base di partenza per una visita al Parco Nazionale di Bokor, sulla cui sommità, dopo una faticosa scalata di oltre quattro ore, lungo un sentiero impervio avvolto da una folta giungla, è possibile raggiungere la vecchia stazione climatica, costruita dai francesi a partire dagli anni venti, per offrire alla propria elite coloniale ristoro dall'insalubre calura di Phnom Penh nei mesi più caldi. Gli edifici presenti sono stati ("ancora?" direte voi...) abbandonati da tempo: dispersi qua e là sull'intero altipiano, troverete il maestoso Bokor Palace Hotel (avete presente... "Shining" di Stanley Kubrick?) con annesso casinò, quel che resta di qualche negozio, un ufficio postale (evidentemente...diroccato!), una chiesa e le rovine degli appartamenti reali. L'importanza del sito, che offre comunque una vista mozzafiato su tutta la regione sottostante, compreso il delta del Mekong, è ora soprattutto di tipo storico-culturale, in quanto fornisce una panoramica, seppur notevolmente sbiadita, su come i coloni trascorressero il tempo libero nei loro possedimenti.
La stazione climatica fu abbandonata una prima volta alla fine degli anni quaranta, durante la Guerra d'Indocina, a causa delle insurrezioni locali guidate dal Khmer Issarak, e di nuovo nel 1970, quando fu occupata dai khmer rossi, che la sottrassero al controllo del governo guidato da Lon Nol. Durante l'invasione vietnamita, nel 1979 i khmer rossi vi si asserragliarono e resistettero per mesi all'esercito vietnamita. Nei primi anni novanta fu uno degli ultimi presidi da loro occupati.

Kampot - Battambang - Siem Reap

Lasciata Kampot, ci dirigiamo a nord, diretti a Battambang, una tranquilla cittadina nel cuore delle risaie cambogiane, a pochi kilometri dal confine con la Thailandia, da cui poi, all'alba, prenderemo un battello, che lungo un sinuoso corso fluviale, attraversando villaggi galleggianti, ci porterà a Siem Reap.

Benché sia la seconda più grande città del Paese, Battambang ha mantenuto una dimensione locale singolare, non turistica. Qui l'economia è essenzialmente basata sulla coltivazione del riso, del legname, della lana, e può contare su alcune redditizie miniere di zaffiri. Nella campagna circostante si trovano vecchie pagode, rovine del periodo Angkor, cascate, e un paio di grotte divenute oggi veri e propri luoghi sacri, in quanto i khmer rossi vi massacrarono centinaia di persone. Altri luoghi d'interesse sono il villaggio di Ratanakirri a nord della città, in cui le donne lavorano la pasta di riso, e il mitico treno di bamboo che attraversa le campagne offrendo uno spaccato di umanità rara e paesaggi incantevoli.

Siem Reap - visita del sito di Angkor

Pochi luoghi al mondo stregano come la città tempio di Angkor, antica capitale del regno Khmer, nel cuore della Cambogia. Dopo decenni di chiusura totale al mondo esterno è nuovamente possibile visitare questa meraviglia di pietra e fantasia. La storia di Angkor è fatta di guerre, guerriglie, abbandoni, di secoli in cui la giungla si è riappropriata della città. E poi la sua riscoperta, i restauri fatti dai francesi e ancora guerre fratricide, il silenzio e i primi spiragli. Venire ad ammirare i cento e più templi, gli edifici civili, religiosi o adibiti alla corte regale, eretti tra il 900 e il 1200 d. C. e riemersi dalla giungla, richiede un viaggio non facilissimo. Ma la meraviglia del posto è tale che non ci si pente di alcun disagio.

Sicuramente nell'immaginario collettivo l'attrazione principale della Cambogia è proprio rappresentata dal sito archeologico di Angkor, considerato l'ottava meraviglia del mondo. Al fine di poter visitare con calma la parte più rappresentativa dell'area, suggerisco una sosta a Siem Reap (a un quarto d'ora dal sito di Angkor) di almeno tre giorni. Se siete appassionati di archeologia ci sono due circuiti (uno piccolo e uno grande), più alcuni monumenti singolari un po' distanti dall'area principale (notevole il Banteay Srei, situato a 30 km da Siem Reap).
Se non giungete a Siem Reap via battello, assolutamente da non perdere è la visita al villaggio galleggiante sul lago Tonle Sap, dove i bambini si divertono a navigare dentro conche di alluminio, improvvisando battaglie sull'acqua.

INFORMAZIONI GENERALI

Nome in lingua originale: Kampuchea,Preah Reach Ana Pak Kampuchea,Republique populaire du Kampuchea

Forma di governo: Monarchia Costituzionale

Capitale: Phnom Penh

Superficie in km quadrati: 181'035

Popolazione: 13'388'910

Densità Popolazione per Km2: 74

Lingue parlate: Khmer (uff.), Francese

Moneta: Riel cambogiano

INFORMAZIONI UTILI

QUANDO ANDARE
Per visitare la Cambogia qualunque stagione potrebbe andare bene. Ricordo tuttavia che tra maggio e novembre piove molto (anche se in genere solo al pomeriggio) e il caldo è spesso insopportabile.
La stagione migliore è quindi compresa tra i mesi di novembre e gennaio, quando smette di piovere ma il Mekong e il Tonle Sap sono ricchi d'acqua e la temperatura è fresca. Durante questo periodo tutto è verde e brillante, l'aria è fresca, le piscine sacre dei templi di Angkor sono colme d'acqua riflettendo le sagome dei monumenti.
La temperatura massima varia dai 30° C in media di gennaio ai 40° C di aprile.
Di notte, le temperature medie non scendono mai sotto i 15° C per arrivare ai 20°-24° C di aprile.

VISTO
Per entrare in Cambogia occorre il passaporto in corso di validità.
Il visto è necessario, costa 20 USD e si può ottenere all'arrivo: negli aeroporti si trovano i moduli da compilare ed è meglio essere muniti di una foto formato passaporto, da consegnare al funzionario incaricato delle formalità doganali.
Meglio premunirsi dei dollari necessari al pagamento del visto, dato che non viene accettato nessuna altro tipo di moneta.

QUANTO STARE
La Cambogia non è un Paese grandissimo: una prima visita può richiedere un minimo di 6 giorni per vedere almeno il sito di Angkor (2-3 giorni), i dintorni di Siem Reap (Tonle Sap) e la capitale Phnom Penh (2-3 giorni). Se si dispone di più tempo (15-20 giorni) si può approfittare per visitare il Paese muovendosi in macchina, passando così attraverso la campagna tra Siem Reap e Phnom Penh, dove si estende il sito pre-angkoriano di Kompong Thum, ancora parzialmente inghiottito dalla foresta, trascorrendo magari anche qualche giorno al mare.

ANGKOR
Per visitare il sito di Angkor occorre un pass che può essere fatto sul posto (costo: 20 USD per 1 giorno e 40 USD per 3 giorni) e per il quale vi verranno richieste 2 foto in formato passaporto.

ALLOGGIO
In Cambogia gli hotel, le pensioni e le guesthouses stanno fiorendo ovunque nei centri di attrattiva turistica, dove si possono trovare sistemazioni per tutte le tasche.
Il prezzo medio di una camera doppia in guesthouse è di 12-18 USD a notte; dai 20 USD in su le camere dovrebbero essere dotate di acqua calda, frigo, aria condizionata e talvolta TV satellitare.
Nelle zone di campagna, poco o per nulla frequentate dai turisti, gli alloggi sono molto carenti per il momento.
Si consiglia di visionare le camere prima di affittarle e di verificare il funzionamento dell'impianto di condizionamento, indispensabile nella stagione umida.

CUCINA
La cucina cambogiana è simile a quella thailandese ma non è affatto piccante (in genere aglio e peperoncino vengono serviti a parte).
Abbondante la verdura fresca e saporita, la frutta, la carne (maiale, pollo, manzo), il pesce, e i gamberetti di fiume.
Ogni piatto è accompagnato da riso e tè serviti gratuitamente come prassi.
Si trovano anche ristoranti cinesi e vietnamiti. Un piatto particolare è l'amok, stufato di pesce servito nella noce di cocco intagliata a guisa di pentola.
I curry di carne o di pesce cotti nel latte di cocco sono squisiti, così come l'insalata di mango e pesce secco.
Dati i trascorsi coloniali francesi, in Cambogia come in Laos si possono trovare croissant e baguette con paté.

SICUREZZA
La Cambogia è un Paese tranquillo dove le guardie agli incroci appendono i fucili mitragliatori agli alberi fino alla fine del turno di servizio. Nei mercati i soldi vengono lasciati in bella vista sui banchi e lo scippo è una pratica sconosciuta. È comunque bene, anche per rispetto verso chi vive in condizioni economiche così semplici, non esibire oggetti preziosi o gioielli costosi.
Nelle zone più turistiche spesso si viene circondati da venditori o mendicanti, ma non ci sono problemi né fastidi: se non si è interessati all'acquisto o alla questua è sufficiente negare facendo un gesto con la mano o non mostrare interesse e si viene lasciati stare immediatamente.

La Cambogia è uno tra i Paesi con il maggior numero di mine inesplose sul suo territorio (province di Battambang, Banteay Meanchey, Pursat, Siem Reap e Kompong Thom): si consiglia pertanto di non lasciare mai i sentieri segnati e di non avventurarsi per proprio conto in mezzo ai campi (l'avvertenza vale anche per i dintorni di Angkor). Meglio quindi viaggiare possibilmente accompagnati da una guida e mai di notte.