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Autori: Raffaella Navari
Data: 28 ottobre 2010

Prima parte del viaggio in auto di una collaboratrice della Cancelleria dello Stato per le strade dello stato bilingue del Nord America

Canada, parte uno

Nous irons à Toronto
En auto
Nous irons à Montréal à cheval
Nous traverserons Québec à pied sec
Nous irons à Ottawa en oua oua
Nous irons à Valleyfield sur un fil
Nous irons à Trois Rivières en litière
Passant par Chicoutimi Endormis
Nous irons au lac Saint-Jean en nageant
Voilà! Voilà!
Un beau voyage un beau voyage
Voilà! Voilà!
Un beau voyage au Canada!

Charles Trenet, Le voyage au Canada

Quest'anno buona parte dei nostri giorni di vacanza li abbiamo consumati in Canada, durante il mese di luglio. Nonostante la suggestione di Trenet, per spostarci ci siamo limitati all'automobile, il mezzo sicuramente più adatto a percorrere gli ampi spazi dell'Ontario e del Québec. Partendo da Toronto siamo saliti in direzione nord-est, toccando Kingston, Ottawa, Montréal, Québec e, per finire, Tadoussac, andando incontro alle balene.

Il Canada, mito per gli europei, al pari dell'Australia e del Sud America, negli ultimi secoli ha accolto milioni di persone in cerca di speranze, di un lavoro e di una nuova vita. Ancora oggi continua a richiamare uomini e donne un po' da tutto il mondo, ma soprattutto dall'Asia(1). Prima francesi, poi inglesi, poi cinesi e poi e poi... fino ad arrivare a oltre 200 nazionalità diverse, che convivono l'una a fianco dell'altra. Il Canada è nato e vive all'insegna del multiculturalismo; il Governo pone un'attenzione particolare al tema, e non potrebbe essere altrimenti, perché un canadese su cinque è immigrato e perché l'immigrazione è necessaria alla nazione dal punto di vista demografico (percentualmente il numero di stranieri in Svizzera è simile, ma la storia e lo sviluppo del fenomeno nei due paesi sono molto differenti).

Toronto
«Gli abitanti di Toronto dimostrano in più occasioni di non apprezzare il lago che lambisce la loro città. In realtà, la dozzinale pianificazione urbanistica ostruisce la vista del lago e l'accesso alle sue sponde è stato ampliato soltanto in questi ultimi decenni. Il deflusso di sostanze chimiche, acque di scolo e fertilizzanti ha per lungo tempo contaminato il Lake Ontario e, sebbene la situazione stia migliorando, soltanto i più coraggiosi (o stupidi) osano nuotare presso le spiagge cittadine. Nel complesso, i cittadini di Toronto considerano il Lake Ontario alla stregua di una grande, grigia e fredda distesa acquea che impedisce agli statunitensi di raggiungere in auto Yonge St.»(2). In questo breve stralcio della Lonely Planet Canada Orientale ci sono i tre elementi principali che caratterizzano Toronto: il lago, Yonge St. e l'automobile. Il primo è ovviamente apprezzato soprattutto d'estate, perché permette piacevoli gite in battello e perché a ridosso della città si trovano le verdeggianti Toronto Islands, ideali per passeggiare o fare un barbecue; Yonge St. è l'arteria principale che, partendo dal lago Ontario, attraversa la città dividendola in Est e Ovest, puntando in direzione del lago Simcoe; la terza è un mezzo di trasporto imprescindibile, le cui esigenze plasmano il territorio. Toronto dispone di ottimi trasporti pubblici, ma l'urbanistica della città è molto "americana": arrivando dall'aeroporto si rimane impressionati dalla Skyline della sua Downtown e dalle imponenti Highway che si gettano ai suoi piedi. Tranne che nel quartiere finanziario, le costruzioni e le attività non sono ripartite in modo omogeneo, ma vi sono aree qualitativamente più dense e altre quasi desolate. Perciò, per raggiungere i luoghi di interesse, sparsi qua e là, a volte occorre attraversare zone monotone e trascurate. Grazie a intelligenti riqualifiche alcune aree risorgono, come è avvenuto per esempio con il Distillery District: qui l'architettura vittoriana di una congerie di fabbriche, fino a ieri abbandonate, oggi valorizza un quartierino di locali alla moda.

Toronto, con oltre 4 milioni di abitanti, è la maggiore città del Canada e concentra le principali attività finanziarie del paese, ma anche locali di musica dal vivo in cui ambiscono ad esibirsi gli artisti che vogliono sfondare (Bryan Adams, Céline Dion, Michael Bublé, Nelly Furtado, Diana Krall - per fare solo alcuni esempi - sono canadesi). In passato Toronto ha dato rifugio a molti giovani statunitensi che sceglievano di lasciare la loro patria pur di non prestare servizio militare in Vietnam; ancora oggi la comunità americana è viva e consistente.
Toronto è anche il luogo migliore del Canada per fare shopping: i punti di riferimento sono l'Eaton Centre, il maggiore centro commerciale del paese, e il quadrilatero Bloor/Yorkville, dedicato a chi predilige gli abiti firmati e i prodotti di design. Le differenze etniche si riverberano sui mercati di quartiere e sui prodotti in vendita nei negozi. Percorrere un tratto di Yonge St. dà un'idea della vivacità, della diversità e della tolleranza dei cittadini di Toronto, delle loro abitudini e dei loro commerci. Emblematici in tal senso sono Chinatown (lo si incontra imboccando Dundas St. Ovest) e il Wellesley-Church Village, storico quartiere gay (situato a est di Yonge St., fra le omonime vie).

Non bisogna poi trascurare, soprattutto nei mesi invernali, la Toronto sotterranea, costituita da 28 km di sale e di passaggi, lungo cui si dipanano negozi, bar e ristoranti. Vi si può entrare dalle fermate del metro, ma anche da molti palazzi, semplicemente schiacciando un tasto nell'ascensore. Per essere ammessi in questo mondo parallelo bisogna cercare i segnali con la scritta "PATH", che indicano i punti di accesso, a volte un po' nascosti.

Il simbolo di Toronto è la CN Tower, la torre per telecomunicazioni più alta del mondo. Se avete molta pazienza (nei periodi di punta possono esserci ore di attesa), se il vostro viaggio non è a budget limitato (i biglietti non sono propriamente economici: 22.99 dollari fino al primo livello, 27.99 dollari fino al secondo) e se non soffrite di vertigini, salite: il panorama della città è spettacolare.

Un altro luogo importante è il Royal Ontario Museum, una sorta di British Museum canadese che tenta di riassumere in sé stesso gli ultimi 300 milioni di anni di storia, dai dinosauri alla crisi della biodiversità. Il museo è strutturato in capitoli, come se fosse l'illustrazione in 3D di un immaginario testo scolastico. La prima parte è dedicata alla storia naturale, la seconda alle culture del mondo. Particolare attenzione è posta alla didattica e infatti i visitatori sono soprattutto scolari e famiglie con bambini.

Se la stagione è bella, non può mancare una passeggiata sull'Harbourfront, da dove partono i traghetti in direzione delle Toronto Islands. Ristorantini e un bel lungolago lo rendono un luogo piacevole; peccato che per raggiungerlo si debba passare sotto un paio di viadotti dell'autostrada.

Toronto ovviamente offre molto di più di quanto succintamente descritto, sia come luoghi da visitare sia in termini culturali e sociali. Però può essere apprezzata e compresa solo vivendola, assaporandone lentamente gusto e retrogusto, e non sbocconcellando qua e là ciò che sembra più appetibile, come può fare un turista ingordo e frettoloso.

Niagara Falls
A solo un'ora di macchina da Toronto si trovano le cascate del Niagara. Sarebbe stato un vero peccato non andarci, perciò, prima di puntare a nord, abbiamo dedicato una giornata a questa meraviglia della natura. Attorno alle cascate, sia dalla parte statunitense che da quella canadese, sono sorti alberghi e casino ed è tutto un fiorire di iniziative per attirare i turisti, farli divertire e farli spendere. I passaggi obbligati includono sempre un negozio di souvenir ed è impossibile sottrarsi al rito della foto - che, a dire la verità, abbiamo subito anche altrove; un esempio su tutti la CN Tower. Vi pongono davanti a un fondale, vero o finto a dipendenza del caso, vi intimano «smile» e scattano. Le foto vi saranno poi offerte all'uscita, alla cifra (la medesima ovunque) di 25 dollari, inquadrate in una simpatica cornice di cartone.

La Niagara Parks Commission, l'ente statale (questo ente è canadese; dalla parte americana opera il Niagara State Park) che ha il compito di preservare e valorizzare le cascate, ha creato molteplici possibilità di divertimento. È emozionante percorrere i cunicoli scavati nella roccia fino a una terrazza posta a poche decine di metri dalla caduta d'acqua, da cui si possono scattare impressionanti foto ("Journey Behind the Falls"), e camminare sui sentieri e le passerelle che costeggiano le rapide del Niagara ("White Water Walk"). Il pacchetto "Adventure Pass", per poco meno di 40 dollari, comprende quattro attrazioni: le due già citate, poi la visione di Niagara's Fury: a un cartone animato in stile Age of Ice che spiega la storia geologica delle cascate, segue la proiezione di un documentario sullo stesso tema, girato dal punto di vista di una goccia d'acqua. Spacciato come esperienza "in 4D", dopo la quale «You'll never look at the Falls the same way again!»(3), purtroppo lascia abbastanza a desiderare se si ha più di 12 anni. Fra tutto ciò con cui il turista viene allettato, il piatto più goloso è senz'altro l'avventura in battello: grazie alla perizia dei capitani del Maid of the mist ci si può avvicinare alle cascate fin quasi a farsi avvolgere, provando un'esperienza sensoriale completa. Un rombo di acqua ininterrotto vi assale in un turbinio di gocce, lasciandovi stupefatti, eccitati e completamente fradici (le mantelline in dotazione non sono granché; se poi non le chiudete bene...).

Continua...

(1) Centre syndical et patronal du Canada, «Tendances de l'immigration», in: Guide du CSPC sur l'immigration et les pénuries de competences, Ottawa 2003.
(2) Karla Zimmerman e altri, Canada orientale, Lonely Planet, EdT 2008, pag. 112.
(3) Vedi il sito http://www.niagarasfury.com/