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Autori: Sandra Rossi
Autori: Giovanni De Giorgi
Data: 16 maggio 2007

Intervista a Giovanni De Giorgi che da poco ha lasciato il suo incarico di Capo della Sezione dell'agricoltura del Cantone Ticino per andare in pensione.

Compiti vecchi e nuovi per l'agricoltura

Quando ha assunto la direzione della Sezione cantonale dell'agricoltura nel 1982 quali erano i pilastri della politica agricola federale e cantonale?

A livello federale si trattava essenzialmente di sostenere i prezzi dei prodotti, latte e carne soprattutto; i prezzi, fissi o indicativi, venivano stabiliti direttamente dalla Confederazione. Gli aiuti all'agricoltura attraverso contributi legati alla produzione erano pochi e limitati quasi esclusivamente alle regioni di montagna.

A livello cantonale ho fatto parte del piccolo gruppo di lavoro - comprendente Sandro Guarneri e, quale consulente giuridico, Giancarlo Staffieri - incaricato di redigere il messaggio e il testo finale della legge sull'agricoltura del 1982 preparato da una speciale commissione presieduta dall'allora deputato Massimo Pini e della quale facevano parte i rappresentanti delle varie organizzazioni agricole. Si trattava di una legge quadro, una delle prime di questo tipo, che, contrariamente a quella precedente del 1894, regolamentava tutti gli aspetti dell'agricoltura. Durante le tre sedute che il Gran Consiglio dedicò alla discussione della legge, l'allora capo del dipartimento economia pubblica, Flavio Cotti, mi volle a suo fianco al tavolo del Consiglio di Stato per fornirgli eventuali informazioni necessarie affinché potesse rispondere immediatamente alle domande tecniche dei deputati. I cardini della nuova politica agricola cantonale in breve: salvaguardia e conservazione del terreno agricolo; sostegno alla formazione, attraverso la scuola di Mezzana; sostegno alle costruzioni (stalle e migliorie alpestri); aiuto alla produzione animale di montagna. Venne inoltre introdotto un contributo, che ammontava a trecentomila franchi, chiamato azioni straordinarie; il Consiglio di Stato avrebbe definito volta per volta con un regolamento il settore da sostenere. Il primo servì a rilanciare la viticoltura; la seconda azione straordinaria si occupò, per parecchi anni, del ricupero e della bonifica dei terreni agricoli nelle regioni di montagna. Particolare peso si dava poi alla promozione dello smercio dei prodotti agricoli sostenendo la propaganda del settore agricolo effettuata dalle organizzazioni agricole come la Proviti, che fu la prima ad essere costituita a tale scopo.

Durante questi ultimi anni ci sono stati grandi cambiamenti sia a livello federale che cantonale; la nuova legge sull'agricoltura ticinese è entrata in vigore il 3 dicembre 2002 e il relativo regolamento il 23 dicembre 2003, può indicarci brevemente gli obiettivi della legge e il ruolo del Cantone, attraverso la Sezione dell'agricoltura?

A livello federale negli anni '90 c'è stata una svolta: dalla politica di sostegno dei prezzi si è passati a quella del sostegno dei redditi attraverso l'introduzione di pagamenti diretti quale rimunerazione di prestazioni di interesse generale. Con la legge federale del 1998 sono state riconosciute maggiormente all'agricoltura funzioni ecologiche e sociali essenziali: il mantenimento del paesaggio, la salvaguardia dell'ambiente e delle basi esistenziali naturali, il popolamento di aree discoste. La nuova legge quadro ticinese applica e sostiene le direttive federali garantendone pure gli aiuti federali. Continua a sostenere la formazione e a promuovere lo smercio dei prodotti agricoli (vino, latticini, legumi...); il sostegno al miglioramento strutturale (stalle, edifici rurali e strutture alpestri) è stato potenziato. Si è voluto anche responsabilizzare maggiormente le organizzazioni agricole e il ceto rurale nella gestione del proprio destino. Dall'entrata in vigore della nuova legge federale sul diritto fondiario rurale nel 1994, la Sezione dell'agricoltura si occupa anche dell'applicazione di questa legge in particolare di vigilare sulle compra-vendite dei terreni e degli stabili in zone agricole. Ha assunto inoltre compiti prima attribuiti al veterinario cantonale (l'assicurazione del bestiame e le condotte veterinarie) e all'ufficio bonifiche e catasto (edilizia rurale e migliorie alpestri).

Come sarà l'agricoltura del futuro? E il contadino del ventunesimo secolo come sarà e quale ruolo avrà?

Spero che il contadino di domani non sia troppo diverso da quello di oggi. Durante questi anni si è passati dalla massimizzazione della produzione (il produrre e ancora produrre; la legge agricola federale del 1952 è stata preparata subito dopo la guerra), all'ottimizzazione della produzione (negli anni '70 si era confrontati a sovraproduzioni, specialmente di latte) e all'odierna ecologizzazione dell'agricoltura. Secondo me il contadino dovrebbe adattarsi maggiormente a questo nuovo indirizzo. Inoltre è auspicabile un potenziamento del dialogo tra il mondo contadino e quello dei consumatori. Il ruolo tradizionale dell'agricoltura, quello di fornire prodotti, dovrebbe essere rivalorizzato; i consumatori dovrebbero essere maggiormente attenti nelle loro scelte e dare la priorità a prodotti indigeni, il cui trasporto ha una minore incidenza sull'ambiente, e non pretendere di avere fragole o pomodori tutto l'anno a scapito della stagionalità. La popolazione dovrebbe inoltre essere più consapevole delle nuove funzioni assunte dall'agricoltura nel conservare pulite e accessibili intere aree naturali, con grande vantaggio anche per il turismo, e nel mantenere la presenza umana in aree discoste e periferiche, prestazione sociale non indifferente.

Il fenomeno della siccità, nei decenni passati raro rispetto agli eventi alluvionali, negli ultimi anni sta diventando sempre più frequente; la siccità del 2003 è ancora ben viva nel mondo contadino ...

La legge sull'agricoltura permette al Consiglio di Stato di intervenire immediatamente in occasione di calamità naturali. Questo è un aspetto molto positivo che ci ha permesso di elargire subito contributi per l'acquisto di fieno sia nel 1975 che nel 2003 (più di un milione e mezzo di franchi) come pure in precedenti occasioni.

L'arrivo, nel 2000, della diabrotica virgifera, coleottero originario del Nord America, che attacca le colture di mais è stato tenuto sotto controllo grazie a quali misure preventive?


Abbiamo semplicemente proibito di coltivare mais su mais e ordinato la rotazione dei campi. Questa misura si è dimostrata efficace senza dover investire soldi. In futuro, a causa dell'attuale rapidità degli scambi commerciali con paesi lontani, saremo sempre più confrontati con l'arrivo di nuovi parassiti dannosi per i vegetali. La diabrotica virgifera, ad esempio, è apparsa inizialmente in prossimità degli aeroporti. La dinamicità dei trasporti odierni amplifica le possibilità d'entrata nel nostro paese di numerosi organismi pericolosi, come l'infestante Ambrosia artemisiifolia, le cui proprietà allergeniche coinvolgono anche il dominio della salute pubblica, o la Flavescenza dorata (organismo di quarantena che colpisce esclusivamente i ceppi di vite; il suo andamento epidemiologico rappresenta una seria minaccia per i nostri vigneti), entrambi presenti sul nostro territorio ormai da qualche anno. Inoltre altri parassiti sono segnalati in prossimità del nostro cantone: l'Anoplofora chinensis, pericoloso cerambicide che attacca numerose piante di latifoglie sia dell'arredo urbano come pure del bosco.
Il Servizio fitosanitario, attento a questi fenomeni, interviene immediatamente per segnalare il pericolo, indicare quello che si deve fare per prevenire e, in caso di manifestazione, frenare o debellare i parassiti.

Indirizzi utili:

DFE, Sezione dell'agricoltura