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Autori: Nadia Mondini
Data: 22 marzo 2011

Dalla politica giovanile ticinese a quella europea

Diario di una delegata ticinese al Parlamento Europeo dei Giovani

A partire dal Consiglio Cantonale dei Giovani, alcuni ragazzi ticinesi hanno potuto integrarsi nell'organismo del Parlamento Europeo dei Giovani, la più ampia piattaforma di dialogo tra i giovani europei, il Consiglio d'Europa e l'UE. Una di loro racconta la sua esperienza tra intense discussioni, sfide sconosciute e nuove amicizie.

Se un anno fa qualcuno mi avesse detto che nel giro di pochi mesi avrei conosciuto il fascino e l'incredibile divertimento della politica giovanile, discutendo e divertendomi con ragazzi provenienti dalla Svizzera e da tutta l'Europa, avrei alzato un sopracciglio scettica. Eppure adesso, guardando indietro, vedo le immagini di un anno pieno di nuove, stupende esperienze, di accese discussioni, di risate con coetanei appena conosciuti, di barriere linguistiche e ideologiche superate.

Nel mese di marzo del 2010, durante la prima riunione del Consiglio Cantonale dei Giovani, è stato presentato all'assemblea il Parlamento Europeo dei Giovani (EYP, European Youth Parliament), un'organizzazione politica giovanile che nei pochi anni dalla sua fondazione, avvenuta nel 1987, ha già raggiunto notevole prestigio in tutta Europa. Si tratta di un organismo indipendente e apartitico frammentato in 39 sezioni nazionali. Ogni sezione organizza annualmente una sessione, nel corso della quale vengono scelti i ragazzi che potranno partecipare alle sessioni internazionali, che raggrupperanno dunque giovani da tutta l'Europa.
All'epoca si cercavano sei ragazzi che avrebbero costituito la delegazione ticinese alla sessione nazionale svizzera a Basilea. Nonostante non nutrissi molta speranza in un successo mi iscrissi, e poche settimane più tardi mi venne comunicato che ero stata scelta. Presi contatto con i miei compagni di delegazione e alcuni mesi dopo mi ritrovai su un treno per Basilea, senza sapere di preciso che cosa aspettarmi.
Quella sessione fu un'esperienza straordinaria.

In generale le sessioni dell'EYP, nazionali o internazionali che siano, sono strutturate sempre nello stesso modo e comprendono, a parte le numerose attività al di fuori dei ordinari lavori, essenzialmente tre momenti: il team building, il committee work e la General Assembly. Appena arrivati si è divisi in gruppi di lavoro tematici chiamati "committees", insieme a una decina di altri giovani provenienti da tutta la Svizzera. Per comunicare si utilizza esclusivamente l'inglese, più raramente il francese. All'inizio dell'incontro si dedica del tempo al team building, vale a dire a giochi apparentemente sciocchi ma straordinariamente efficaci e divertenti, alla fine dei quali dieci ragazzi, prima completamente estranei l'uno all'altro, non sono divisi più da alcuna barriera di timore, timidezza o diffidenza. In seguito si procede al "committee work", ovvero al momento in cui ogni gruppo discute un tema predefinito ed elabora una risoluzione inerente a esso. Alla fine della sessione, durante la General Assembly, il plenum dei delegati discute e vota le risoluzioni presentate dai diversi gruppi.

Oltre a questa parte "lavorativa", le sessioni dell'EYP sono caratterizzate anche da attività con lo scopo di divertirsi o di fare conoscenza degli altri. Viene prepararo lo "swissvillage" (o "eurovillage" nel caso degli incontri internazionali) dove ogni delegazione allestisce una bancarella con cibi tipici della propria regione. Inoltre solitamente ogni delegazione si presenta con un breve spettacolo e durante l'ultima serata viene organizzata una festa a tema chiamata "farewell party", sempre molto apprezzata. Grazie anche a questi momenti di "svago" ai ragazzi provenienti da regioni geografiche e linguistiche diverse è data la possibilità di socializzare, di conoscersi e di stringere amicizia.

Al termine della sessione di Basilea, la mia delegazione non fu scelta per nessuna sessione internazionale. Nondimeno, poche settimane più tardi una mia compagna ticinese ha potuto recarsi in Ucraina per prendere parte a una sessione europea con una delegazione basilese. Inoltre io, ad aprile, potrò partecipare a un forum internazionale a Stoccolma.
Vi sono vari ruoli che si possono assumere durante una sessione: delegato, organizzatore, "chairperson" (capogruppo) o "journal" (coloro che si occupano di documentare i lavori e di allestire diversi giornali e video durante le sessioni). Una volta che una persona ha avuto la possibilità di partecipare a una sessione nazionale, anche se la propria delegazione non è stata scelta per passare a livello internazionale, ci sono molte vie per poterlo fare singolarmente. All'inizio occorre un pizzico di fortuna, ma più tardi con passione, interesse e voglia di fare si riuscirà probabilmente a raggiungere il proprio obiettivo nella politica giovanile.

Sono felicissima di aver avuto la possibilità di vivere questa stupenda esperienza che mi ha permesso di conoscere tanti miei coetanei residenti in tutta l'Europa, divertendomi e discutendo con loro di temi molto interessanti. Sono convinta che questa esperienza mi abbia fornito un arricchimento non solo per il mio presente ma anche per il mio futuro.
Quest'anno, la sessione nazionale si terrà per la prima volta in Ticino e sono contenta di potervi partecipare in funzione di organizzatrice. Conoscerò l'EYP da un lato nuovo, e spero di poter contribuire a far vivere a tanti altri ragazzi le stesse emozioni che ho provato sulla mia pelle.
Uno dei principali obiettivi del Parlamento Europeo dei Giovani è quello di favorire l'interesse e l'impegno dei giovani nella politica internazionale. Sono certa che tra pochi anni l'Europa sarà ricca di giovani adulti coscienziosi e interessati a contribuire a rendere il mondo migliore, giovani che solo poco tempo prima, grazie all'EYP, avevano conosciuto il fascino e il divertimento dell'attività politica.

Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito della Sezione della Svizzera italiana del Parlamento Europeo dei giovani.