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Autori: Meret Bisseger
Autori: Alessandra Barbuti Storni
Data: 02 maggio 2007

Intervista di Alessandra Barbuti Storni a Meret Bissegger

Erbe e spezie profumano a maggio i ristoranti scolastici

Il Maggio profumato da erbe aromatiche e spezie con la cucina naturale di Meret Bissegger

Dopo la settimana dedicata alla cucina mediterranea (nella prima edizione del 2005 con sapori di Spagna e Grecia mentre nella seconda, nel 2006, con sapori africani) torna puntualmente la rassegna gastronomica primaverile che il DECS propone negli istituti scolastici.
Durante quattro martedì (8/15/22/29) del mese di maggio 2007 i ristoranti scolastici del Cantone propongono per pranzo a studenti ed utenti dei piatti appositamente profumati con erbe aromatiche e spezie. Per dare prestigio all'iniziativa culinaria è stata chiamata una cuoca d'eccezione: si tratta di Meret Bissegger - l'amante della cucina naturale.

Cosa l'ha spinta ad accettare questa sfida di proporre dei piatti aromatizzati e speziati a un pubblico di giovani studenti?

La voglia, come sempre, di sperimentare nuove combinazioni di cibi con erbe aromatiche e spezie. Una bella sfida per me che amo aromatizzare e speziare i piatti che preparo. Questa è anche un'opportunità di realizzare una versione soft, solitamente mi piace abbondare, adatta a ragazzi che abbisognano della combinazione equilibrata di carboidrati, vitamine e proteine per affrontare con concentrazione la giornata scolastica. E, non da ultimo, è per me un onore poter collaborare con il personale del settore della refezione scolastica del DECS che investe molte risorse ed energie nella preparazione dei pasti consumati nei ristoranti scolastici. Una sana e corretta alimentazione alla base dell'educazione alimentare dei nostri giovani è molto importante.

Come si potrebbe avvicinare i giovani al mondo culinario di erbe aromatiche e spezie?

Innanzitutto è indispensabile trasmettere ai giovani la passione per lo "sconosciuto", sia esso gusto, conoscenza, movimento o persona. Bisogna incuriosirli e invogliarli con esperienze positive: visto che l'essere umano è abitudinario ci vogliono sempre alcuni tentativi finché il nostro cervello "riconosca" un nuovo ingrediente e un nuovo sapore. Troppo spesso i giovani sono confinati nei soliti gusti facili e piatti: dolce, salato e acido... Uno studio rileva che ai giorni nostri i giovani non riconoscono più, ad esempio, il gusto amaro dei cibi. L'apertura mentale alle novità si dimostra anche in cucina.

Come è nata la sua passione per la cucina naturale?

Io sono un'amante delle verdure con una passione sfrenata per erbe aromatiche e spezie. La mia passione per la cucina naturale si è sviluppata nel tempo: in occasione dell'esperienza su un'alpe ticinese ho scoperto le piante selvatiche commestibili, a Londra mi sono avvicinata alle spezie provenienti dal mondo intero, durante la gestione della buvette del Teatro Dimitri e del ristorante Ponte dei Cavalli ho sperimentato piatti preparati con prodotti integrali e biologici. La cucina naturale è qualcosa di più dell'utilizzo di prodotti di stagione, è una sorta di pensiero ecologico nel rispetto della natura e del commercio equo.

Cosa significa ai giorni nostri cucinare in modo naturale?

Tutto e niente. La mia interpretazione privilegia l'utilizzo di prodotti freschi biologici di stagione, di coltura vicina a noi (anche se non possibile per tutto) e modi di cottura sani per mantenere intatte le parti migliori dei cibi unitamente a vitamine e proteine. Infine, cerco di evitare il più possibile i prodotti già lavorati.

Tutti possono avvicinarsi alla cucina naturale?

Certamente, non bisogna far parte di un club. Come dice Carlin Petrini «Siamo tutti dei co-produttori» nel senso che con le nostre scelte interagiamo con i produttori. Sarebbe auspicabile che tutti si avvicinassero alla cucina naturale. Dietro ad ogni alimento c'è un produttore. Il cibo buono costa e noi spendiamo ancora troppo poco per il cibo buono! Ricordiamoci che ogni "merendina" corrisponde ad 1 kg di mele che potrebbe venir coltivato nelle piantagioni di casa nostra. Sentirsi parte della Terra significa abbracciare la filosofia dello Slow Food. È importante trasmettere questa cultura ai giovani nel rispetto della salute, del lavoro di tutti e della natura stessa.

Quali progetti racchiude la valigia delle spezie che porta sempre con lei?

Da un anno mi sono trasferita a Malvaglia in una casa riattata. Il mio più grande desiderio è quello di far diventare questa casa un punto d'incontro, combinando così l'aspetto culinario con quello conviviale. Accolgo regolarmente commensali in casa mia, nella mia cucina, attorno al grande tavolo nell'intento di condividere momenti di vita e di vissuto con gli altri.