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Autori: Alessandra Barbuti Storni
Data: 16 giugno 2009

Articolo di Alessandra Barbuti Storni.

Giovani e... integrazione

Far disegnare una ragazza non vedente (che, per mantenere la sua privacy, chiameremo con il nome fittizio di Marta), come lo fanno semplicemente i suoi compagni di scuola vedenti, oggigiorno non è più una cosa impossibile. Alla Scuola media di Mendrisio la collaborazione, in totale sintonia, fra famiglia, docenti, direzione e compagni, permette a Marta di seguire tutte le lezioni di prima media. Questo è un esempio di quanto la scuola ticinese riesca a promuovere a livello di integrazione degli allievi.

Domani, mercoledì 17 giugno 2009, per gli studenti ticinesi termineranno le lezioni. L'anno scolastico 2008-2009 ha visto nel Cantone Ticino ben 54.883 allievi e studenti impegnati nei diversi ordini scolastici. Di questi 51.260 hanno frequentato un istituto scolastico pubblico mentre 3.623 uno privato. I 4.907 docenti attivi nella scuola pubblica hanno complessivamente occupato 3.889 posti a tempo pieno. Si conclude così un anno scolastico intenso che ha visto tutti gli attori del mondo della scuola impegnati nell'apprendimento delle nozioni utili che serviranno poi ai nostri giovani ad affrontare al meglio la vita, ad inserirsi nel mondo del lavoro, insomma a trovare un posto adeguato all'interno di questa società sempre più complessa e globalizzata. Questo processo diventa maggiormente importante per chi non è fortunato come gli altri perché, ad esempio, non può vedere, sentire o parlare. L'integrazione di queste persone è oggi più facilitata dagli strumenti tecnologici a disposizione, anche se l'aspetto umano gioca sempre un ruolo determinante. Nella stretta volontà di evitare di essere collocata in un istituto per ciechi, Marta, una ragazza non vedente dalla nascita che abita nel Mendrisiotto, si impegna quotidianamente a vivere la vita scolastica come tutti gli altri suoi compagni. Anche per lei domani si conclude l'anno scolastico 2008-2009 vissuto con particolare intensità grazie all'aiuto di tutti quanti le vogliono bene e le stanno vicino. Un esempio, quello di questa allieva di prima media, di come si possa condurre anche giovani affetti da cecità a seguire tutte le lezioni, anche quelle più ostiche per loro quali ad esempio educazione fisica o educazione visiva, e a svolgere i relativi compiti in classe e a casa. Un arricchimento per tutti di cosa significhi essere ciechi dalla nascita e ciò malgrado di come si possa con tanta forza di volontà sentirsi come gli altri, arrivando pure ad ironizzare sulla propria condizione fisica. Una grande lezione di umanità. Per capire come funziona l'organizzazione a scuola e a casa, siamo andati a conoscere questa simpatica ragazza.

Questa ragazza dimostra una gran forza di volontà a voler essere come gli altri

Un mondo tinto di rosso e d'azzurro: ecco come si potrebbe immaginare il mondo di Marta alla quale piacciono tanto le fragole e il mare. Non vedere dalla nascita è un handicap per la vita di tutti i giorni ma non per questa giovane che riesce comunque a percepire i colori associandoli a degli oggetti. Ma non solo, esprime senza problemi le sue preferenze secondo le quali, ad esempio, le piace il rosso perché è il colore delle fragole: per lei il frutto più gustoso. Marta dimostra tanta forza di volontà, tanto coraggio, tanto spirito d'iniziativa, tanta voglia di essere come tutti gli altri ma, soprattutto, di vivere la vita come tutti gli altri. Anche perché la vita vale sempre e comunque la pena di essere vissuta. I suoi compagni di vita sono: l'inseparabile bastone bianco, la mamma e il resto della famiglia, i docenti, il PC e i compagni di scuola. Quotidianamente si confronta con le difficoltà dell'apprendimento (come tutti gli altri) e poi deve fare i conti con l'orientamento nell'istituto scolastico, il materiale informatico, i supporti cartacei, le voci, il frastuono, il suo carattere un po' orgoglioso, le sue preferenze.

L'inizio di una grande avventura nel buio
Malgrado una lunga preparazione, nel settembre 2008 è iniziata questa avventura con un po' di timore da parte di tutti gli attori coinvolti. Un nuovo luogo dove doversi orientare, diversi professori, un grande istituto scolastico con, durante le pause, un gran frastuono, un po' di paura per eventuali cambi d'aula: queste erano solo alcune delle preoccupazioni di Marta che iniziava la prima media come gli altri ma con una difficoltà in più quella di non poter vedere. Tante domande ritornavano nella mente dei docenti coinvolti: un po' di panico iniziale in quanto non è per niente scontato insegnare delle nozioni scolastiche ad una non vedente. Un po' di imbarazzo serpeggiava fra i nuovi compagni di scuola. Chi la conosceva era già abituato: sapeva come prenderla, cosa dirle, come comunicare con lei. Insomma, regnava una grande incertezza: non si sapeva se le apparecchiature e il materiale sarebbero stati all'altezza della situazione. L'avventura che stava per cominciare iniziava un po' nel buio...

Il sostegno quotidiano della mamma
Insegnare a Marta come orientarsi negli spazi: forse uno degli aspetti più difficili nel crescere questa figlia cieca dalla nascita che praticamente non vede assolutamente niente. L'unica sensazione che percepisce è il calore del sole verso il quale tende a girarsi, ciò che l'ha aiutata a mantenere una corretta postura e ne ha facilitato la motricità in generale. Quasi totale assenza di suppellettili, pochi oggetti, tutto su un piano e un gran ordine regnano nella casa di questa famiglia. L'organizzazione prima di tutto. Il tatto è un senso estremamente sviluppato nei non vedenti e quindi per distinguere ad esempio lo zucchero dal sale il primo sarà in un barattolo rotondo e il secondo in uno quadrato. Oltre a questo ordine impeccabile si aggiunge una mamma "chiacchierona" che racconta, descrive, si esprime in continuazione per rendere i figli (anche l'altro figlio, più piccolo, è cieco dalla nascita) partecipi alla quotidianità, per aiutarli in questa grande avventura che è la vita, per far in modo che un giorno da adulti camminino il più possibile da soli, per far sì che siano felici.

Il grande impegno anche dei docenti e della direzione
Insegnare l'educazione visiva ad una ragazza non vedente: una grande sfida! E sì, perché sarebbe stato più facile dire: tralasciamo l'insegnamento delle materie più difficili per chi non vede. E invece, grazie alle docenti di educazione visiva e al materiale di supporto quale ad esempio: la carta cerata col piano di gomma per disegni e i fogli a micro-capsule (sui quali, attraverso un riscaldamento in un forno speciale, la parte disegnata risp. scritta emerge in rilievo) Marta riesce a realizzare con grande soddisfazione (sua e di chi la segue) dei piccoli capolavori come i suoi compagni. Questo è possibile anche grazie alla docente di sostegno che segue Marta dalla prima elementare e che adesso la sostiene anche in altre materie quali la matematica, la geografia, il francese, le scienze (soprattutto il laboratorio) e l'educazione tessile (in particolare il cucito). Fondamentale è il lavoro della docente di sostegno di adattare tutto il materiale scolastico su formato elettronico in modo da permettere a Marta di svolgere le medesime attività dei suoi compagni grazie al suo computer, soprattutto se si pensa che deve seguire anche altri due bambini con handicap visivo e purtroppo non dispone di un tempo intero da dedicare a questa allieva. Non da ultimo va messo in risalto l'impegno del docente di classe che è anche docente di scienze e matematica. Una materia, questa, non particolarmente amata da Marta ma che sa comunque offrire grandi soddisfazioni: ad esempio nel momento in cui il docente chiede alla classe di calcolare l'area di una figura geometrica Marta (favorita da una spiccata memoria) ha già il risultato calcolato a mente mentre lui pronuncia le misure dei lati. Questo docente aiuta Marta anche durante le lezioni di educazione fisica dove ad esempio nel tennis lei farà il servizio verso gli altri. La direzione è stato il primo attore a credere in questa esperienza particolare. Il direttore si è impegnato, fin dall'inizio, a coordinare una proficua collaborazione fra scuola e famiglia per permettere a Marta di conseguire in futuro una licenza di scuola media come tutti gli altri. Inoltre, dal lato pratico è venuta incontro a Marta: ad esempio per evitarle spostamenti impegnativi, ha definito un'aula fissa per la classe.

I compagni di classe e di scuola
Completamente integrata nella classe, Marta esprime chiaramente le sue preferenze nelle amicizie. Un po' orgogliosa, non chiede volentieri aiuto ai compagni; piuttosto cerca di fare da sola. Ma i suoi compagni dimostrano molta disponibilità nei suoi confronti e nel contempo la considerano come una di loro. L'esperienza si dimostra decisamente arricchente anche per i compagni: Marta realizza tutto ciò che fanno loro. Lei è felice di essere considerata come tutti e di fare ciò che fanno gli altri. Marta lavora con un computer portatile munito di una barra Braille e sintesi vocale, una stampante a getto d'inchiostro, una stampante braille e uno scanner. Grazie a questo PC, Marta "legge" con le dita e riesce a seguire le lezioni in classe, svolgendo pure i compiti a casa. E come gli altri, è contenta quando prende una buona nota in un compito in classe ed estremamente delusa quando le va male.

Da grande vuole fare la psicologa
Con una spiccata preferenza per le materie umanistiche, Marta è molto ambiziosa: vuole riuscire come tutti gli altri suoi compagni di scuola. Non vuole assolutamente andare a passare le vacanze nella colonia per ciechi perché si sente normale come tutti gli altri ragazzi della sua età. Non si arrende davanti a nessuna difficoltà. Vuole arrivare: per la sua giovane età ha già le idee molto in chiaro! Da grande vorrebbe fare la psicologa: le piace ascoltare ma anche poter parlare con gli altri. Come tutti i ragazzi della sua età la diverte molto "chattare". È interessata alla lettura e al cinema. Noi che l'abbiamo incontrata siamo rimasti impressionati da questa giovane ragazza che non si arrende davanti a niente, dalla sua solarità, dalla sua maturità, dal suo ricco linguaggio e siamo convinti che questa ragazzina farà ancora molta strada. Le auguriamo ogni bene anche perché, visto l'impegno che ci mette, se lo merita tutto!

Alcune considerazioni di Diego Erba, direttore della Divisione della scuola del DECS
L'esperienza vissuta da Marta in una scuola media del Mendrisiotto non è l'unico progetto d'integrazione in atto nelle nostre scuole. Altri ragazzi e ragazze con varie disabilità stanno frequentando le scuole "regolari" seguiti da docenti appositamente incaricati e sfruttando le potenzialità delle nuove tecnologie della comunicazione. Questi interventi sono un esempio significativo di quanto possa fare la scuola per favorire l'integrazione dei nostri allievi, anche di coloro che si trovano confrontati con queste ed altre difficoltà. Integrazione, e non esclusione, è il principio alla base della nostra politica scolastica. Esso riguarda coloro che necessitano d'interventi di educazione speciale come pure per chi incontra qualche ostacolo sul suo percorso scolastico. Ognuno, indipendentemente dal sesso, dalla sua origine e dalla sua situazione personale ha il diritto ad una formazione commisurata alle sue potenzialità. Questo principio - che ci contraddistingue rispetto a quanto avviene in altri cantoni - trova piena accoglienza nell'Accordo intercantonale sulla collaborazione nel settore della pedagogia speciale recentemente approvato dalla CDPE. In questo contesto il nostro Cantone è citato come esempio da seguire. È quanto ribadiremo con il progetto di nuova Legge sulla pedagogia speciale che sottoporremo al Gran Consiglio nel 2010. Un testo di legge che preciserà gli ambiti d'intervento del Cantone nel settore scolastico per far fronte alla disabilità degli allievi e le modalità d'intervento che la scuola e i suoi servizi potranno assicurare per fare in modo che l'integrazione non sia solo un'affermazione, ma trovi pratica attuazione nelle aule scolastiche e nella società . L'esempio di Marta e la sua voglia di essere come gli altri ci spinge a proseguire su questo cammino; la sua esperienza, come quella di tutti coloro che la vivono in prima persona (docenti,compagni, famigliari), rappresenta una delle più belle pagine che una comunità può scrivere per ribadire e riaffermare valori irrinunciabili per la nostra crescita culturale, umana e spirituale. E in questi periodi ne abbiamo sempre più bisogno.

Arrivederci alla fine d'agosto - inizio settembre 2009 per iniziare un nuovo anno scolastico
La scuola chiude ma le offerte di come passare il tempo libero in maniera intelligente non mancano: ne sono un esempio concreto i Corsi di lingue e sport. Promossi dalla Fondazione "I giovani e le lingue moderne nel tempo libero" in collaborazione con l'Ufficio Gioventù e Sport Ticino, i corsi Junior vedranno impegnati 587 allievi di scuola media mentre quelli Kids ospiteranno ben 1.600 bambini di scuola elementare. Buone vacanze a tutti e arrivederci a giovedì 3 settembre 2009 per l'inizio di un nuovo anno! Attenzione: nelle sedi scolastiche del Mendrisiotto in previsione dei Campionati mondiali di ciclismo le lezioni inizieranno già da lunedì 31 agosto!