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Autori: Paola De Marchi-Fusaroli
Autori: Marco Lafranchi
Data: 28 marzo 2006

Intervista di Paola Fusaroli a Marco Lafranchi, Direttore dell'Ufficio dell'orientamento scolastico e professionale

Giovani e scelte professionali

Lo scorso 18 marzo si è conclusa la 7a edizione di ESPOprofessioni, una manifestazione nata allo scopo di aiutare i giovani che, terminata la scuola dell'obbligo, si trovano confrontati con la necessità di scegliere fra percorso scolastico e percorso professionale.

Qual è il bilancio della 7a edizione di ESPOprofessioni? I giovani si dimostrano interessati a tale manifestazione?

Il bilancio conclusivo è ampiamente positivo, non soltanto dal punto di vista del numero di visitatori, che in questa edizione ha superato abbondantemente quota 25 mila, ma soprattutto dal punto di vista qualitativo. Un ringraziamento e un complimento va sicuramente agli espositori - organizzazioni del mondo del lavoro, scuole e istituzioni - che hanno saputo rendere viva la manifestazione. Stand animati da giovani al lavoro hanno mostrato dal vivo le caratteristiche delle singole professioni e i rispettivi curricoli formativi. Grazie alla possibilità di vedere all'opera gli apprendisti e gli studenti, non solo si è potuto dare un'immagine più dinamica del mondo del lavoro e della formazione, ma si è favorito anche l'incontro, lo scambio di informazione, l'approfondimento, elementi questi che sono determinanti per chi si appresta a operare una scelta professionale, a progettare un futuro professionale.

Espoprofessioni ha permesso di entrare nel vivo della campagna di collocamento a tirocinio 2006 (abbiamo sollecitato circa 6400 aziende a mettere a disposizione posti di apprendistato); lo spazio espositivo per una settimana è diventato anche luogo d'incontro tra economia, mondo della formazione e dei giovani.
Calato il sipario su Espoprofessioni 2006, il Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS) ha lanciato la campagna promozionale per la formazione professionale con lo slogan "Apprendista, apprendi e sorprendi" (vedi manifesto).


Quali sono, attualmente, le professioni verso cui si indirizzano maggiormente i giovani? Per quali motivi?

Le scelte dei giovani rimangono abbastanza costanti nel tempo e sono determinate sostanzialmente dalle opportunità formative che il mercato offre: questo sia nel campo del tirocinio aziendale sia in quello delle scuole professionali a tempo pieno, dove sovente il numero chiuso fissa il numero di posti disponibili. Le professioni del settore commerciale e della vendita figurano da sempre alla testa della graduatoria delle professioni maggiormente scelte, seguite a distanza dalle nuove professioni nel settore sociosanitario (operatore sociosanitario e assistente di cura, operatore socioassistenziale). Tra i maschi seguono poi le professioni di montatore elettricista, di muratore, di meccanico d'automobili; le ragazze scelgono maggiormente le professioni di creatrice d'abbigliamento (ex sarta da donna), parrucchiera, assistente di studio medico, assistente di farmacia. Oltre a ragioni legate al mercato del lavoro e alla disponibilità di opportunità formative, si possono aggiungere anche altri motivi che giustificano la tipologia e la persistenza di determinate scelte: il prestigio o meno che ciascuno assegna alle professioni, gli stereotipi che privilegiano o fanno rifiutare determinate scelte a scapito di altre, gli influssi consapevoli o più sovente inconsapevoli dei modelli esterni, le scelte per "imitazione" o per compensazione. Tutti questi fattori concorrono certamente a favorire questa situazione.


Rispetto al passato, è riscontrabile un cambiamento d'indirizzo nelle scelte professionali dei ragazzi e in quelle delle ragazze?

Come detto, le scelte non cambiano molto o, quando cambiano, sono legate alle nuove opportunità offerte. È il caso ad esempio delle nuove professioni che si sono affacciate nel panorama della formazione che, se ben si conciliano con le aspirazioni e le aspettative dei giovani, sono anche scelte con grande frequenza. Le professioni legate all'informatica e all'elettronica, e recentemente quella di designer, se offerte, vengono colte appieno; solo il numero limitato di posti disponibili ne impedisce una maggiore diffusione.


Il fatto che molte mamme tendano a preferire la carriera professionale al ruolo di casalinga influisce sulle scelte professionali dei figli?

Da quanto si può evincere da studi effettuati e dal contatto quotidiano con la realtà nel nostro ruolo di orientatori professionali si nota senz'altro una maggiore tendenza alla continuazione degli studi per i figli di genitori attivi professionalmente. Le scelte verso le scuole medie superiori (licei, scuola cantonale di commercio) sono in tendenziale ascesa nell'ultimo ventennio: oltre due giovani su cinque, alla fine della scuola media, scelgono di continuare gli studi. Anche la parte di giovani che si indirizzano verso le scuole professionali a tempo pieno ha conosciuto nel tempo un costante aumento, limitato unicamente quando le scuole prevedono un numero chiuso di ammessi.

Nell'ultimo quarantennio le ragazze hanno manifestato una sempre crescente tendenza a proseguire gli studi in una scuola medio-superiore: se negli anni sessanta le ragazze che frequentavano il liceo rappresentavano poco più del 20% degli allievi, oggi esse superano il 55% e sono quindi più numerose dei loro coetanei maschi. Al di là delle considerazioni particolari è comunque rallegrante il fatto che tutti sentano l'esigenza di seguire una formazione scolastica o professionale al termine della scuola obbligatoria, piuttosto che entrare direttamente nel mercato del lavoro: ciò non era il caso, in passato, soprattutto per le ragazze.

Per quanto riguarda la differenziazione delle scelte, beh, c'è probabilmente ancora molto da fare: non è semplice cambiare le convinzioni e soprattutto gli stereotipi che portano a suddividere le professioni "maschili" da quelle "femminili". Forse la globalizzazione, tra gli altri aspetti spesso nefasti, può portare anche a una nuova visione del mondo delle professioni.


In generale, gli adolescenti che fissano un colloquio con l'orientatore professionale si presentano con idee chiare su ciò che vogliono fare in futuro, o perlomeno con qualche idea, oppure sperano che sia appunto l'orientatore professionale a fornire loro la soluzione?

La casistica che si presenta all'orientatrice o all'orientatore è veramente molto eterogenea: spazia dai casi che sanno già cosa vogliono fare (o almeno credono di saperlo) e chiedono "soltanto" informazioni o magari una conferma, a coloro che sono totalmente indecisi. Per questi ragazzi e ragazze occorre mettere in atto tutta una serie di procedure: dal colloquio anamnestico e di approfondimento degli aspetti legati alla persona alla somministrazione di prove psicotecniche, dall'organizzazione di stages preprofessionali al ricorso a strategie di consultazione particolari che possono vedere coinvolti anche i genitori o i docenti. In questi casi il processo di orientamento può protrarsi per settimane o mesi e richiedere più di tre o quattro consulenze. L'orientatore, oltre a stimolare il o la consultante a dare avvio al processo orientativo, è sovente chiamato a sostenere e ad assistere l'interlocutore nella realizzazione della propria scelta.


Vi sono genitori che spingono i propri figli a seguire una certa formazione scolastica o professionale che non coincide con la volontà di questi ultimi? In questi casi, se interpellato, come reagisce l'orientatore professionale?

L'influsso dei genitori sulle scelte dei propri figli può essere diretto e percepibile concretamente oppure indiretto e sovente non chiaramente manifestato. Riteniamo che i figli debbano essere attori della propria scelta e decidere del proprio futuro professionale in modo autonomo e consapevole, assumendosi anche le relative responsabilità. La collaborazione dei genitori è preziosa e sovente indispensabile poiché permette di chiarire aspetti legati a situazioni personali o particolari del giovane che magari non emergono durante la consulenza ma che consentono una conoscenza più approfondita dello stesso. Con la dovuta attenzione e discrezione, i genitori dovrebbero collaborare nel processo che accompagna i propri figli alla scelta scolastica o professionale, stimolandoli, motivandoli e sostenendoli nelle varie fasi che portano alla decisione, consentendo loro però di prendere infine una decisione in piena autonomia e consapevolezza.

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