Autori: Coco Acquistapace
Data: 30 marzo 2006
Fra la fine e l'inizio di ogni anno si fa un gran discutere sui calendari, soprattutto da quando l'esempio "senza veli" inaugurato dalla Pirelli, identificato come mezzo di vendita e fonte di guadagno, è stato seguito da persone, gruppi di persone, riviste, quotidiani e cosa altro. Ma, fotografie a parte, quanti sanno davvero che cosa sta dietro questo magnifico strumento di misurazione?
Tanto per cominciare, proprio l'esigenza di misurare il tempo è nata con l'essere umano stesso: il tutto è comprovato da numerosi segni nei ritrovamenti dell'antichità che indicano come già all'età della pietra gli uomini "marcassero" lo scorrere del tempo.
Addentriamoci nella questione: bisogna innanzitutto rammentare che le unità base degli odierni calendari sono 3: il giorno , il mese e l'anno , ovvero ciò che costituisce una data, e che corrispondono a tre principi astronomici fondamentali: la rotazione diurna della Terra, la rotazione della Luna e la rivoluzione della Terra attorno al Sole.
Certo corrispondono, ma non coincidono! Le tre unità fondamentali non stanno in rapporto intero tra di loro: il mese lunare o lunazione è di 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi (dunque a metà strada tra 29 e 30); l'anno solare corrisponde a 365 giorni, 5 ore, 48 minuti e 46 secondi, dunque avanzano un po' meno di sei ore ogni anno; l'anno solare corrisponde pure a 12,36 mesi e dunque c'è anche un resto di poco più di 10 giorni.
Trovare una quadratura in questo bailamme di giorni, ore, minuti e secondi non è cosa facile, e una suddivisione perfetta risulta impossibile. Pertanto, ogni qualsivoglia calendario è frutto di compromessi, tant'è che nei secoli si è più volte cambiata la modalità di misurare il tempo (vedi immagine 2).
Vediamo qualche esempio: