Autori: Mattia Bertoldi
Data: 02 marzo 2016
“Prendere appunti efficaci con le mappe mentali”, “Lavorare per processi”, “Gestire i conflitti”… Otto corsi per una durata che varia dalle otto alle venti ore, destinati prioritariamente ai funzionari dell’Amministrazione cantonale, ma che potrebbero essere frequentati anche da persone provenienti dalle aziende private.
«È una delle novità di quest’anno, pensata per creare una maggiore interazione tra il settore pubblico e quello privato. Il bacino di utenti che entrano in contatto con l’IFC è ampio, così come il numero di formatori a nostra disposizione. Siamo quindi felici di poter offrire questa possibilità anche a chi non lavora per l’Amministrazione cantonale.»
In base a quali criteri avete allestito il nuovo catalogo dei corsi? «Innanzitutto abbiamo cercato di proporre dei percorsi di approfondimento che potessero rispondere alle esigenze quotidiane di professionisti attivi in più ambiti; inoltre, abbiamo prestato attenzione a non replicare quanto già offerto da altri servizi dell’Amministrazione cantonale. Abbiamo anche potenziato l’offerta di corsi riservati soltanto ai funzionari cantonali, talvolta di maggiore durata: il corso di “Gestione dei processi” è per esempio un modulo da 50 ore, ma ci sono anche delle proposte relative alla gestione dei progetti, alla contabilità finanziaria, al diritto amministrativo…»
Quale sarà il vostro punto di forza, in questo nuovo corso?
«Puntiamo a essere flessibili, pronti ad allestire corsi ad hoc in base alle richieste di dipendenti e funzionari dirigenti, dall’elaborazione del progetto all’insegnamento. Terremo insomma le orecchie bene aperte per rispondere alle loro richieste, come ci è già successo in passato quando ci hanno chiesto di organizzare un corso sulla gestione di situazioni problematiche, al telefono e allo sportello.»
Lei lavora da oltre 30 anni per l’Amministrazione cantonale. Qual è a suo parere un corso che oggi potrebbe essere particolarmente utile per il dipendente pubblico?
«Secondo me bisogna lavorare molto sulla comunicazione, specialmente quando si redigono lettere rivolte al cittadino. Spesso il funzionario pubblico è molto rigoroso, ma questa caratteristica si tramuta in una lingua piena di tecnicismi che non fa capire subito al destinatario che cosa l’Amministrazione cantonale vuole da lui. Inoltre, stiamo allestendo un corso per sensibilizzare i dipendenti su una gestione oculata delle risorse sul posto di lavoro - dalla luce ai rifiuti, passando per il riscaldamento e l’uso del computer.»
Perché è così importante per una persona continuare a investire tempo ed energie nella formazione, anche durante il periodo professionale?
«Gli studi e la nuova legge federale sulla formazione continua (in vigore dal primo gennaio 2017) confermano che sul mercato del lavoro presto i titoli di studio ottenuti prima dell’avvio della carriera non saranno più sufficienti. Bisognerà puntare su corsi di formazione e di aggiornamento lungo tutte le fasi della vita professionale, per mantenersi competitivi e al passo coi tempi.»
Su quali argomenti farebbe leva per convincere un dipendente dell’Amministrazione cantonale a partecipare a uno dei vostri corsi?
«Innanzitutto l’offerta è gratuita, e se c’è disponibilità da parte del funzionario dirigente perché non approfittarne? In questo modo possiamo affrontare le sfide professionali e personali con più sicurezza e stabilità, quindi con meno timori. Inoltre, frequentare questi corsi è anche un modo per rimanere competenti e aiutare sempre meglio il cittadino, così da accrescere il prestigio dell’Amministrazione cantonale all’interno della società ticinese e trasmettere alle generazioni future qualcosa in più.»
Quali sono, infine, i corsi a cui ha partecipato da dipendente pubblico che l’hanno maggiormente segnata?
«Ne ricordo in particolare due: il primo risale al 1994 ed era curato da un professore canadese che ci ha parlato di metodi andragogici, legati quindi alla teoria dell\'apprendimento ed educazione degli adulti. Molto istruttivo. Il secondo mi ha invece portato a Berna ed era dedicato ai rapporti tra Svizzera e Unione Europea, un corso interessante e fondamentale per capire ciò che sta succedendo sul panorama nazionale e continentale.»