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Autori: Paola De Marchi-Fusaroli
Autori: Giulio Foletti
Data: 21 febbraio 2006

Intervista di Paola Fusaroli a Giulio Foletti, Capo del Servizio inventario dell'Ufficio dei beni culturali

L'inventario dei beni culturali

Il 16 dicembre 2002 il Gran Consiglio ha approvato la concessione di un credito di 5'980'000.- franchi allo scopo di allestire, su supporto informatico, l'inventario cantonale dei beni culturali protetti. Responsabile dell'allestimento di questo inventario è Giulio Foletti, al quale poniamo le seguenti domande.


Come è nata questa iniziativa?

Si trattava di applicare la Legge sulla protezione dei beni culturali del 13 maggio 1997 che all'articolo 42 recita: "Il Consiglio di Stato allestisce ed aggiorna regolarmente l'inventario dei beni culturali protetti, distinguendo quelli di interesse cantonale e locale, nonché quelli da proteggere in caso di conflitto armato".


Qual è lo scopo principale dell'inventario dei beni culturali e quali sono i criteri di valutazione?

L'inventario comprende tutte le informazioni (aspetti amministrativi, scientifici, geografici, documentari, ecc.) relative ai beni culturali protetti. Esso è il risultato di un'analisi di ampio respiro del patrimonio culturale (censimento dei beni culturali) esistente sul nostro territorio. È compresa nel censimento una grande quantità di beni immobili (edifici borghesi e rurali, monumenti, castelli, ruderi, fontane, acquedotti, ecc.) e mobili (quadri, statue, oggetti liturgici, ecc.): tra di essi, con il preavviso della Commissione cantonale dei beni culturali, si scelgono i manufatti meritevoli di protezione cantonale o locale.
I criteri che determinano questa scelta derivano naturalmente dal significato culturale, storico e architettonico di ogni singolo manufatto.


Quante persone collaborano all'operazione?

Al progetto collaborano in molti. C'è naturalmente il Servizio inventario dell'UBC, rafforzato temporaneamente con cinque collaboratrici (due storiche dell'arte, un'archeologa, un architetto, una fotografa), che si occupa della coordinazione di tutto il progetto e della certificazione dei dati; c'è poi il Centro sistemi informativi che ha realizzato il Sistema d'informazione dei beni culturali (SIBC). Inoltre utilizzano il nuovo applicativo informatico i militi delle sei regioni di Protezione civile, una ventina di specialisti (mandatari esterni) che inseriscono informazioni particolari. Insomma è un sistema informatico flessibile e agile a disposizione di coloro che si occupano della catalogazione del nostro patrimonio culturale.


Quante e quali fasi sono state attuate?

Stiamo lavorando su questo progetto dal 2001; dopo l'approvazione del Gran Consiglio, nel settembre 2003 il Servizio inventario è stato rafforzato; nel novembre 2004 si è potuto per la prima volta utilizzare una parte dell'applicativo, che è stato aperto agli specialisti e alle Regioni di Protezione civile nel giugno 2005.


Qual è a oggi il numero di beni censiti?

In banca dati vi sono all'incirca 10'000 schede, immesse a partire dal giugno del 2005.


Chi avrà accesso alle informazioni riguardanti i beni catalogati e come?

L'accesso al sistema informatico, che avviene attraverso Internet, è oggi limitato a chi lavora per costituire la banca dati, e cioè le regioni di Protezione civile e i mandatari. Al fine di rendere più efficiente il passaggio delle informazioni all'interno dell'Amministrazione cantonale (Divisione dello sviluppo territoriale; Ufficio domande di costruzione; Demanio...) prevediamo che attorno alla metà del 2006 una parte dei dati sarà consultabile in Intranet. È probabile che in futuro alcune informazioni, quelle più importanti, potranno essere a disposizione anche in Internet.


Altri Cantoni svizzeri, oltre al Ticino, hanno allestito o stanno allestendo un inventario informatizzato dei beni culturali?

Siamo il primo Cantone a disporre di un sistema informativo che prevede la georeferenziazione dei beni culturali, aperto alla collaborazione della Protezione civile e di specialisti esterni. L'Ufficio federale della protezione della popolazione sta studiando qualcosa di analogo (ma con altri scopi) per l'Inventario federale dei beni culturali d'importanza nazionale e regionale da proteggere in caso di conflitto armato.


Per maggiori informazioni sull'argomento, vedi anche i seguenti articoli:
L'inventario dei beni culturali, di Giulio Foletti, "Dati", n. 1, 2003, pp. 40-42.
Conoscere per meglio proteggere, a cura di Stefania Hubmann, "Azione", n. 36, 2005, p.3.

Giulio Foletti
Capo del Servizio inventario dell'Ufficio dei beni culturali
mailto:giulio.foletti@ti.ch