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Autori: Nicola Solcà
Data: 24 ottobre 2012

Alla scoperta del mondo della chimica, raggiungibile e alla portata di mano di tutti

La chimica quotidiana

Nell'immaginario collettivo, la chimica e i suoi prodotti vengono spesso associati alla classica provetta da laboratorio, manipolata sapientemente da "scienziati pazzi". In realtà la chimica è molto più vicina a tutti noi. Ogni giorno veniamo in contatto, direttamente o indirettamente, con una miriade di sostanze chimiche. Oltre a prodotti chimici più o meno facilmente identificabili come tali quali i detergenti, i fitosanitari, i biocidi o i medicamenti, le molecole di sintesi o di origine naturale - non per questo automaticamente più sicure! - trovano svariate applicazioni all'interno di molti materiali e oggetti. Come stanno evolvendo le conoscenze? Cosa fanno le autorità per tutelare la salute e l'ambiente da potenziali rischi? Cosa può fare ognuno di noi?

Il passato

Sino a pochi decenni orsono, i possibili pericoli derivanti dall'immissione sul mercato e dall'utilizzo di determinati prodotti erano ampiamente sconosciuti. Ancora oggi le conoscenze (eco)tossicologiche sono, per moltissime sostanze, lacunose o incerte: su un totale di oltre 13 milioni di sostanze sintetizzate dall'uomo a livello mondiale, solo per circa 7'000 la classificazione e la caratterizzazione - e quindi la loro pericolosità - sono considerate ufficialmente consolidate.

Di fronte all'evidenza di problemi specifici (amianto, para-diclorodifeniltricloroetano o DDT, ...), sono stati introdotti nel tempo numerose disposizioni e divieti, che hanno portato a prodotti più sostenibili. È possibile citare l'abbandono dei freon in fluidi refrigeranti o bombolette spray, la sostituzione di vernici e lacche con metalli pesanti o la formulazione di tensioattivi più biodegradabili nei prodotti di pulizia. Purtroppo i divieti sono spesso giunti a posteriori, quando, in alcuni casi, danni rilevanti si erano già ampiamente delineati.

Nuova strategia - prevenire invece che curare

Per evitare il ripetersi di problematiche simili, la legislazione mira oggi a responsabilizzare maggiormente i produttori, assegnando loro l'onere di provare che determinate sostanze siano veramente innocue. A livello europeo è entrato in vigore il regolamento REACH concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche. A tappe le aziende devono raccogliere informazioni e valutare l'impatto dei loro prodotti sia sull'ambiente che sulla salute. L'agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) e gli stati membri valutano la qualità delle informazioni fornite e stabiliscono le misure necessarie per eliminare "a monte" i possibili rischi. Anche in Svizzera è previsto di adottare le limitazioni che si renderanno necessarie a seguito della procedura REACH.

La chimica inizia a cambiare

I primi risultati dalla valutazione dell'ECHA includono l'allestimento di due liste periodicamente aggiornate: quella delle sostanze estremamente preoccupanti (SVHC) e quella delle sostanze soggette ad autorizzazione (Allegato XIV del REACH). Le sostanze SVHC saranno considerate "sorvegliati speciali". Per esempio, se non vorranno rinunciarvi, i produttori, gli importatori e i fornitori di prodotti contenenti sostanze SVHC dovranno fornire attivamente lungo la catena di approvvigionamento tutte le informazioni necessarie per consentire un utilizzo e uno smaltimento sicuro dell'articolo. Per contro le sostanze soggette ad autorizzazione verranno progressivamente proibite. Queste due "black-list" contengono oggi (settembre 2012) complessivamente 98 sostanze. È probabile che nel prossimo futuro questo elenco si allunghi.

...ma molto è (e resterà) nelle nostre mani!

Mentre il lavoro per la valutazione "a monte" delle sostanze chimiche continua, è fondamentale ricordare l'importanza del corretto impiego - sia professionale che domestico - di prodotti chimici nelle attività ordinarie (oltre 30'000 sostanze diverse ogni giorno in Svizzera!). Nessun prodotto chimico è innocuo se gestito male... nemmeno quelli di origine naturale. Per esempio: se gettato in un tombino, un prodotto con componenti pericolose per l'ambiente potrà causare una moria di pesci (www.aquava.ch). Contrariamente, se utilizzato e smaltito correttamente, i pericoli per la salute e per l'ambiente sono molto ridotti o inesistenti. Questo semplice esempio illustra efficacemente l'importanza di seguire scrupolosamente le modalità di impiego riportate sull'etichetta. Per i professionisti sono inoltre disponibili prescrizioni esaustive supplementari (schede di dati di sicurezza). La tutela della nostra salute e la minimizzazione di sostanze chimiche nell'ambiente - nonostante il contributo "a monte" promesso dalle nuove prescrizioni - sono e saranno sempre legate al contributo di ognuno!

Scelte sostenibili

Considerando l'aumento demografico e la crescente domanda di beni e servizi nel nostro contesto socio-economico, queste riflessioni sono sempre più importanti. Senza sorpresa, si è potuto infatti dimostrare che i ritrovamenti di microinquinanti nell'ambiente sono correlati non solo con la presenza di attività specifiche (per esempio industriali), ma anche con la pressione demografica. Mentre le prescrizioni "a monte" stanno cambiando e promettono a medio-lungo termine di migliorare lo stato del nostro ambiente, ognuno di noi può indirizzare le sue scelte di vita diminuendo i consumi e prediligendo prodotti il più possibile sostenibili. Ma anche in questo settore le scelte non sono sempre facili... all'atto pratico, la valutazione della sostenibilità di un prodotto rispetto a un altro può risultare complicata.

Oltre all'indicazione generica di ridurre i consumi, ricorrendo "alla chimica" solamente laddove veramente necessario, sono consigliabili i suggerimenti alla sostenibilità contenuti nella "Guida ai consumi responsabili" del Gruppo cantonale per lo sviluppo sostenibile (GrussTI, www.ti.ch/sviluppo-sostenibile).

Per maggiori informazioni sui prodotti chimici
Sezione della protezione dell'aria, dell'acqua e del suolo (SPASS) - Sito dei Prodotti chimici
Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP)
Ufficio federale dell'ambiente (UFAM)
Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA)