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Autori: Redazione
Data: 11 dicembre 2009

La Svizzera conferma la propria immagine di patria del cioccolato: nel 2008 sono aumentate sia le esportazioni sia il consumo pro capite, il quale si assesta a 12,3 chilogrammi.

La cioccolata svizzera... e quella ticinese

Per capire da dove nasce la popolarità del cioccolato svizzero, andremo a ripercorrere la sua storia, le tradizioni, attraverso luoghi e persone che hanno esportato e fatto conoscere il marchio rossocrociato in tutto il mondo

Il cibo degli dei

La storia del cioccolato ha inizio più di 2'000 anni fa in America Centrale, dove gli indigeni Maya coltivavano e veneravano la pianta del cacao, tanto da considerarla "il cibo degli dei". Furono i primi a creare la cioccolata, che veniva consumata come bevanda durante le cerimonie sacre.

Fu Cristoforo Colombo a importare la pianta di cacao in Spagna nel 1502, ma è di Hernando Cortes la trovata di introdurre la bevanda alla cioccolata addolcita con lo zucchero in Europa. Successivamente si migliorò la tecnica di produzione e, nel 1580, in Spagna nacque il primo stabilimento di lavorazione del cacao. Ben presto "il cibo degli dei" varcò le frontiere iberiche e si diffuse soprattutto nella vicina Francia e in Inghilterra.

È solo a partire dalla metà del 1800 che si impose e diffuse l'usanza di mangiare il cioccolato solido.

I pionieri del cioccolato svizzero

A chi dobbiamo la famosa equazione "cioccolato = Svizzera"? A introdurre il cioccolato nel nostro Paese sembra sia stato il sindaco di Zurigo Heinrich Escher, che nel 1967 lo importò da Bruxelles. Il successo fu di breve durata, in quanto nel 1722 fu bandito dalla città della Limmat in quanto definito sconveniente per le sue virtù afrodisiache.

Solo nel 1750 il cibo degli dei fu "sdoganato" in Svizzera con l'apertura a Berna della prima manifattura di cioccolato. Successivamente vennero aperte altre fabbriche in tutto il paese, i cui nomi sono ancora oggi mondialmente conosciuti: Francois-Louis Cailler, Philippe Suchard, Rudolf Sprüngli, Aquilino Maestrani e Jean Tobler.

Il mito del cioccolato svizzero nasce grazie a Daniel Peter, che inventò il cioccolato al latte (nel 1875) e a Rodolphe Lindt che scoprì il cioccolato fondente (1879).

Il vero e proprio boom nacque però agli inizi del XX secolo, quando la Svizzera diventò una meta turistica ambita e i primi visitatori divennero di fatto degli ambasciatore del cioccolato "made in Switzerland".

Con la Prima Guerra Mondiale la popolarità e la diffusione del cioccolato svizzero aumentarono notevolmente, grazie anche al fatto che entrò a far parte delle razioni dei soldati al confine.

La valle del sole e... del cioccolato

Anche la storia del Ticino è strettamente legata al cioccolato, si pensi in particolare alla Valle di Blenio. I cioccolatai bleniesi, a partire dalla prima metà del Settecento, crearono in tutta Europa una fitta rete di botteghe famigliari con una propria filiera di produzione e una capillare distribuzione. Verso la fine del Settecento il talento ticinese per il cioccolato conquista anche Torino, dove il cioccolataio di Olivone Carlo Emma diventa il fornitore esclusivo della Real Casa Sabauda.

Nella storia dei cioccolatai bleniesi non si può non citare i fratelli Cima e i Maestrani, che a San Gallo fondarono una delle prime fabbriche svizzere di cioccolata, tuttora attiva.

Nei primi anni del '900 molti maestri cioccolatai bleniesi rientrano in Ticino trasformando la produzione artigianale del cioccolato in produzione industriale. La fabbrica di cioccolato Cima Norma ne è l'esempio, con la sua storia ricca di tenacia, di colpi di scena e di sfortuna: aperta nel 1903, andata distrutta dal fiume Soja nel 1908 e in seguito ricostruita, salvata dal fallimento nel 1914, andata distrutta da un incendio nel 1915 e con tenacia ricostruita e ampliata dal signor Pagani.

Nel dopoguerra gli affari si svilupparono al punto che alla Cima Norma si producevano ben 1500 tonnellate di cioccolata ed erano impiegati 350 operai. Di questi, molti abitavano in Valle, mentre altri provenivano da Biasca, Bellinzona e addirittura Lugano.

La chiusura definitiva arriverà nel 1968 con la nascita di nuove industrie cioccolatiere in tutto il paese e, soprattutto, con la revoca dei contratti di fornitura di cioccolata con le Cooperative, dopo cinquant'anni di fruttuosa collaborazione.

Oggi la tradizione cioccolatiera ticinese continua con la Chocolat Stella di Giubiasco e la Alprose di Caslano, alla quale si deve anche l'apertura del Museo del Cioccolato che racconta la storia del cacao, dalle sue origini fino al suo arrivo in Svizzera.

Per saperne di più:
- Storia completa del cioccolato
- Chocosuisse - Federazione dei fabbricanti svizzeri di cioccolato

Luca Venturi
(stagista presso l'Ufficio della comunicazione elettronica da febbraio a giugno 2009)