Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Archivio Argomenti

Autori: Paola De Marchi-Fusaroli
Autori: Silvano Beffa
Data: 03 gennaio 2006

Intervista di Paola Fusaroli a Silvano Beffa, Capo della Sezione delle risorse umane

La nuova rivista elettronica: una proposta condivisibile che merita il sostegno di tutti

Il Consiglio di Stato, riconosciuta l'importanza di mantenere uno strumento collettivo di informazione interna e valutati i vantaggi finanziari di una soluzione alternativa alla pubblicazione cartacea, ha approvato la nuova forma di rivista dell'Amministrazione cantonale pubblicata sul web (webzine), con un accesso limitato, perlomeno inizialmente, ai soli utenti Intranet. Ciò comporta evidentemente la necessità di rivedere l'impostazione degli articoli e delle interviste, al fine di renderne più veloce e scorrevole la lettura.

Lei è a capo della Sezione delle risorse umane dell'Amministrazione cantonale da oltre vent'anni. In un articolo apparso sul sedicesimo numero del periodico "Trasparenza" del giugno 1984, si parlava della sua idea di Sezione delle risorse umane come "organismo attivo e propulsivo". Ritiene che l'adozione di uno strumento di comunicazione interna dinamico quale la webzine possa rientrare in tale idea?

L'articolo pubblicato allora lasciava intravedere quelle che sarebbero poi divenute, negli anni a seguire, le grandi "opzioni" sulle quali impostare la futura politica delle risorse umane presso l'Amministrazione cantonale. In tale ottica ritengo che la comunicazione, impostata su concetti e strumenti moderni, rientri perfettamente in quell'ordine di idee, che il tempo e lo sviluppo vertiginoso delle nuove forme di comunicazione non hanno fatto altro che rafforzare. Infatti, la comunicazione è "relazione", è veicolo di contatto, è interrelazione; l'Amministrazione cantonale non può sfuggire a quest'esigenza.

Sebbene alla soluzione della rivista elettronica si possa rimproverare il fatto che il funzionario vi abbia accesso, perlomeno inizialmente, solo dalla postazione di lavoro, i grossi vantaggi da essa offerti hanno portato il Consiglio di Stato ad adottarla. In particolare, oltre al risparmio finanziario, tale soluzione facilita il rapporto d'interattività con il lettore, nella fattispecie il funzionario statale, traducendosi quindi in un mezzo di avvicinamento tra l'Amministrazione cantonale e i suoi dipendenti, nonché di maggiore coesione aziendale. Qual è la sua opinione in proposito?

La proposta, come è stata inizialmente concepita, trova invero origine nella necessità di contenere i costi di gestione corrente dello Stato da un lato e di reimpostare la politica di comunicazione-informazione a livello interno, soprattutto in relazione alle pubblicazioni edite dai diversi Servizi dello Stato, dall'altro.
Tale proposta è dunque assolutamente condivisibile e merita il sostegno di tutti; essa crea infatti le premesse per l'attivazione di un canale d'informazione privilegiato tra il datore di lavoro e il collaboratore, garantendo l'immediatezza della comunicazione e assicurando la necessaria flessibilità e trasparenza nel flusso delle informazioni. Non dimentichiamo poi l'effetto catalizzatore che tale strumento certamente ha nella diffusione della nostra "cultura" aziendale, nella condivisione di principi e valori e, per effetto della possibilità di interagire per posta elettronica con i collaboratori, di un loro coinvolgimento più diretto e attivo su argomenti di interesse generale o di più stretta attualità, se riferiti al rapporto d'impiego e alla politica delle risorse umane voluta dalla Stato.
La comunicazione elettronica è ormai un mezzo molto diffuso e generalmente ben accolto, soprattutto dalle giovani generazioni. L'Amministrazione cantonale ne ha preso atto e non poteva rimanere ferma a guardare, motivo per cui ha opportunamente intensificato gli sforzi per diffondere l'utilizzazione di tale strumento sia all'interno sia all'esterno. Occorrerà comunque vigilare affinché i collaboratori che non dispongono di una postazione di lavoro, adeguatamente equipaggiata, non siano "dimenticati" e possano beneficiare di condizioni che, se non perfettamente equivalenti, siano almeno soddisfacenti nella forma e nel contenuto.