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Autori: Moira Cardillo
Autori: Laura Rossini
Autori: Sandra Rossi
Autori: Massimo Ghezzi
Autori: Diego Rezzonico
Autori: Eros Della Monica
Data: 09 febbraio 2010

Intervista di Sandra Rossi a Moira Cardillo, Laura Rossini, Eros Della Monica, Massimo Ghezzi e Diego Rezzonico

Lenti, impacciati e macchinosi ... siamo noi: I Grezz e ... quanto ci piace!

Carnevale: tutti sanno di cosa si tratta, molti lo vivono o lo hanno vissuto più o meno intensamente, alcuni lo sopportano, altri ne possono essere infastiditi, ma nessuno rimane indifferente. La maggior parte della popolazione comincia a pensarci in gennaio, un gruppetto di nostri colleghi invece inizia a sentirlo ben prima.

Com'é nata questa vostra passione per il carnevale?

Diego: direi piuttosto dove: alle elementari, prima a Molinazzo, poi alle scuole nord di Bellinzona. Dopo aver scelto quale personaggio impersonare si passava alla costruzione della maschera e si creavano piccole scenette divertenti, per me questo era il periodo più bello dell'anno.

Moira: mia madre, che non ha mai partecipato a un carnevale, per le mie uscite, corteo dei bambini e passeggiate in città, mi vestiva sempre da zingara e a me non piaceva, lo subivo quasi fosse un'imposizione. Da ragazzina ho iniziato a divertirmi con le amiche, semplicemente confezionando e sfoggiando costumi originali. Poi è subentrata una pausa conclusasi tre anni fa quando il mio ragazzo mi ha invitato a partecipare alle attività del suo gruppo carnascialesco. Con I Grezz mi sono subito trovata a mio agio, il loro entusiasmo ha contagiato non solo me ma anche la mia nipotina di sette anni che da allora non si perde un carnevale.

Laura: nel Bellinzonese si nasce praticamente con il carnevale nel sangue, mio padre si ricorda ancora oggi delle serate al Forum. E dove non bastano i racconti famigliari subentra la scuola; durante le ore di lavoro manuale si preparavano i costumi per la sfilata del venerdì. Questi preparativi secondo me hanno contribuito a coinvolgerci come gruppo e a far nascere in noi la voglia di partecipare. In quinta elementare, a causa di una brutta influenza, mi hanno trattenuta a casa e ricordo ancora adesso il mio grande rammarico e dispiacere.

Eros: sono cresciuto a Castione, dove il carnevale si esaurisce in una giornata; verso i quindici anni ho scoperto che a Bellinzona si viveva addirittura una settimana particolare, durante la quale ti potevi vestire come volevi, diventare quello che volevi. Una volta assaporata l'atmosfera ci ho preso gusto e finora non l'ho ancora perso.

Massimo: grazie a un'enorme valigia che la nonna materna apriva solo una volta all'anno. La trasportava in garage, toglieva e sparpagliava tutti i vecchi vestiti. Insieme li passavamo in rassegna, prima di scegliere l'abito da adattare si discutevano i pro e i contro. Mio fratello, mia sorella e io abbiamo sempre trovato quello che faceva al nostro caso e ogni anno ci siamo travestiti in modo diverso.

È stata questa vostra inclinazione a farvi incontrare o vi conoscevate già prima?

Diego, il fondatore de I Grezz
Le prime avvisaglie risalgono al lontano 1987. Partecipare al carnevale seguendo passivamente l'onda non mi bastava più, desideravo svolgere un ruolo più attivo e contribuire all'animazione. Un'idea ce l'avevo, per realizzarla ho coinvolto cinque o sei amici. Insieme abbiamo modificato una vecchia Morris Marina, il risultato è stato così soddisfacente che abbiamo deciso di mostralo a tutti accodandoci all'ultimo gruppo del corteo di Rabadan. La nostra prima sfilata non ha certo avuto i crismi della legalità. Il nostro gruppetto abusivo, senza numero, senza nome e non riportato nella lista ufficiale, ha comunque raccolto molti applausi e simpatia. L'esperienza è stata talmente positiva che l'anno seguente, l'88, abbiamo deciso di ripeterla, ma questa volta seguendo tutta la trafila: abbiamo fondato il gruppo I Grezz e lo abbiamo iscritto. Per la nostra prima uscita ufficiale ci siamo presentati con un vecchio carro funebre americano verace, al quale abbiamo applicato alcuni striscioni satirici, che spiccavano notevolmente sulla carrozzeria nera; il tema scelto: i nuovissimi centri Fai da te, una novità per il nostro cantone; il numero dei partecipanti raddoppiato rispetto al 1987 e composto da amici che si frequentavano tutto l'anno. Poi è stato un continuo crescere, ogni anno qualcuno si aggregava.

Gli aggregati, in ordine cronologico

Eros: specifico, in alcuni casi si può affermare veniva aggregato quasi d'autorità. Di mio posso dire che, dopo essermi fatto persuadere nel 1992 da Diego, con il quale lavoravo e lavoro tuttora, sono diventato io stesso un trascinatore. Dalla mia prima sfilata, dedicata al famoso treno di Osogna dispensatore di banconote rubate, ne sono passate parecchie ma di tutte ho ancora un vivido ricordo.

Massimo: 1996, lunedì sera, vigilia del martedì grasso, ricevo una telefonata, o piuttosto un s.o.s, dal mio collega d'ufficio Diego. All'ultimo momento si trova senza comparse sufficienti per partecipare al corteo di Nebiopoli, mi convince a prendere mezza giornata di vacanza e a mettermi a disposizione, a tutto il resto penserà lui. Nella concitazione mi dimentico persino di chiedergli che cosa dovrò rappresentare e, soprattutto, fare. Lo scopro a Chiasso dove mi fanno indossare la tutina e mi consegnano la biciclettina. Con la parodia dei ciclisti dopati vinciamo nella categoria carri e sull'onda dell'entusiasmo si decide di sfilare anche il sabato seguente a Tesserete. Morale: una volta iniziato non ho più smesso.

Moira: il mio ragazzo, che lavora con Diego, è stato ingaggiato sul campo nel 2004 quale comparsa. Si è trovato talmente bene che, alcuni anni dopo, mi ha convinta a condividere con lui e il gruppo dapprima le attività di animazione limitate al solo periodo carnevalesco, in seguito mi ha coinvolta anche nella fase di preparazione e per finire sono stata cooptata nel comitato.

Laura: ero attiva nel gruppo I Puian che faceva essenzialmente animazione, affidandosi a piccoli mezzi di traino. Al premio Cenerentola, durante il quale vengono premiati i migliori carri e gruppi dei quattro carnevali ticinesi, ho conosciuto Moira e Eros. Parlando del più e del meno hanno percepito il mio desiderio di passare alla categoria superiore e mi hanno arruolata tra I Grezz senza dover faticare molto, visto il terreno favorevole.

Vediamo di descrivere come vi preparate di solito, magari raccontando le varie fasi di avvicinamento al carnevale 2010, senza beninteso svelare ciò che potrà essere palesato solo il 14 febbraio.

A questa domanda rispondiamo a una sola voce.

Prima di tutto una premessa: il ciclo iniziato nel 1988 si è concluso nel 2008, quando Diego e i fondatori storici hanno lasciato il comitato alle nuove leve.
Nel corso di un ventennio un gruppo viepiù collaudato ha dato l'impulso iniziale e le direttive per concretizzare un'idea, le ha modificate e aggiornate a seconda delle esigenze del momento, accumulando un sacco di esperienza.
Nel 2009, per volontà sia dei membri del comitato uscenti che di quelli entranti, si è deciso di lasciare ai nuovi carta bianca.
Possiamo quindi tranquillamente definire il 2009 come un anno di transizione, durante il quale i subentranti si sono fatti le ossa, cercando di dare un'impostazione più consona alle loro attitudini, in perfetta autonomia e senza essere condizionati dalle notevoli conoscenze, soprattutto organizzative, dei partenti.
La stagione è poi stata esaminata a fondo durante alcuni incontri primaverili. Si sono evidenziati gli aspetti positivi e negativi, essenzialmente due: un certo ritardo nella preparazione e troppo poca considerazione per la parte creativa. Mentre stavamo facendo questo lavoro di analisi, utile per affrontare e coordinare meglio il nostro secondo carnevale, Diego, con alcuni mesi di anticipo rispetto al solito, ha avuto l'idea per il 2010, che sarebbe poi risultata vincente. Durante la riunione di settembre dello zoccolo duro de I Grezz, una ventina di persone, sono stati presentati cinque temi. Per ognuno di essi si sono valutati alcuni parametri: grado di attuazione, esigenze tecniche, possibilità di sviluppare una satira ecc., dopo aver ponderato il tutto si è proceduto alla scelta.
Una volta presa la decisione i responsabili dei vari settori hanno convocato i loro aiutanti e si sono messi all'opera.
I costruttori del carro, da settembre a metà febbraio, si sono trovati tutti i lunedì e mercoledì sera e tutta la giornata di sabato nel capannone di Monte Carasso. Sotto la supervisione degli specialisti - falegname, fabbro, elettricista e pittore - i volontari polivalenti hanno costruito il convoglio di trenta metri, composto da tre carri trainati da un trattore, sfidando le leggi della gravità. Visto lo spazio limitato, l'imponenza del convoglio e il numero degli addetti, una dozzina, è stato un ininterrotto far su e giù dalle infrastrutture, pestandosi ogni tanto anche i piedi, e un continuo spostare attrezzi.
Le responsabili dei costumi hanno dovuto immaginare gli abiti adatti al tema; per realizzarli si sono appoggiate a una sartoria, perché confezionare 121 vestiti, 89 per adulti e 32 per bambini, non è cosa da poco. Con le sarte hanno discusso stile e dettagli, scelto i tessuti, l'abbinamento dei colori, seguito passo dopo passo la confezione e organizzato le sedute di prova.
Una volta deciso il costume sono entrate in azione le cinque truccatrici che, in tutta calma e tranquillità, hanno discusso, immaginato, provato e infine stabilito quale trucco adottare. A San Valentino dovranno però essere in forma, efficienti e svelte; infatti quattro ore prima dell'inizio del corteo di Rabadan inizieranno le operazioni di trucco: ognuna di loro dovrà dipingere 24 personaggi.
E per finire le due responsabili della musica e della coreografia, due donne che sono il nostro "terrore". Anno dopo anno ci poniamo gli stessi interrogativi: questa volta che cosa ci faranno fare? Che cosa avranno mai immaginato? Quali ritmi avranno scelto e, soprattutto, quali movimenti dovremo eseguire?
Se si mettono in testa un ritmo e una coreografia ce li fanno ripetere fin quando non siamo all'altezza. Hanno pazienza e perseveranza da vendere perché, come dicono loro e noi sinceramente ammettiamo, le prime volte siamo tutti un po' lenti, impacciati e macchinosi.
L'apice della perfezione l'abbiamo raggiunto quando abbiamo presentato "Il Cardiocentro dei cuori infranchi", annata 2001. La coreografia era molto bella, da vedere, tanto che ci è valsa il primo premio della categoria. Noi, monete che ci incrociavamo in sincronia, eravamo però talmente concentrati e controllati da non riuscire quasi a divertirci. Per fortuna la moda delle coreografie perfette e asettiche è passata in fretta, nel mondo carnevalesco la spontaneità è un elemento essenziale e imprescindibile.
E poi ... ci sono i figli. Per I Grezz è fondamentale dare spazio ai bambini. Con le mamme visitano regolarmente il capannone, assistono per un po' ai lavori e, siccome sono curiosi e partecipi, cominciano subito a fioccare le domande. Durante il corteo di Rabadan sfilano davanti al gruppo, fanno animazione, ma soprattutto si divertono da matti.