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Autori: Thierry Jobin
Autori: Chiara Marciani
Data: 10 dicembre 2010

Lo sguardo di un direttore artistico sul Film Festival di Locarno

Locarno mon amour

Un buon espressò, la vista - quasi - sul lago e un posacenere stracolmo al centro del tavolino che immancabilmente, dondola. No, non si tratta di una scena uscita direttamente da un film di Jim Jarmush bensì dello sfondo del colloquio avvenuto con Thierry Jobin (direttore del FIFF www.fiff.ch), a proposito del festival dell'amico Oliver Père

Buongiorno Thierry e benvenuto a Locarno!
Dopo le 13 edizioni del Film festival di Locarno vissute in quanto critico cinematografico per un quotidiano svizzero romando ti ritrovi qui, oggi, nella veste di nuovo direttore artistico del Festival Internazionale del Film di Friborgo (www.fiff.ch). Che effetto fa essere a Locarno e stare dall'altra parte?
Ehhhhh [ride]! Parecchio strano anche perché prima delle 13 edizioni per Le Temps ne ho vissute altrettante per altri giornali e quotidiani romandi. Pensa che ho iniziato nel 1986! Da 15 anni sono sempre nello stesso Hotel, così ogni anno diventa una storia di famiglia: arrivi, ritrovi tutti, è come essere a casa. Locarno in questo è incredibile.
Incredibile... parli dell'atmosfera? L'accoglienza che ogni anno ritrovi qui al Festival?
Sì certamente. Locarno è casa [ride]!
E devo dire che mi sento estremamente bene qui, dall'altra parte come dici tu, é molto meno stressante che fare il giornalista... almeno fin'ora [ride]! Scrivere per un quotidiano non è evidente, soprattutto quando fai critica cinematografica. Locarno è sempre stato difficile... partendo dalla meteo! A Berlino fa sempre freddo, Cannes essendo in maggio ha una temperatura ideale, Locarno invece ... è un luogo dove arrivi a scrivere un pezzo in una tenuta poco professionale, diciamo così, talmente può far caldo [ride]!

D'accordo. Puoi raccontarmi allora le evoluzioni e i cambiamenti che hai vissuto in questi anni di festival?
Sicuramente con David Streiff il festival è esploso. Ricordo come per una proiezione, c'erano qualcosa come 10'000 persone in piazza! Era l'87 e potevi tranquillamente lasciare il tuo maglione su una sedia alle due di pomeriggio e ritrovarlo esattamente nello stesso posto senza che nessuno l'avesse spostato; oggi è impensabile!
L'arrivo di Marco Müller è stato il passo verso una professionalizzazione del festival, con Irene Bignardi invece è arrivato un enorme festino di film e registi. Frédéric (Maire) ha dato un giro di vite, restringendo i programmi e diminuendo la quantità di film aggiungendo retrospettive importanti come quella su Orson Welles. Con l'arrivo di Olivier (Père) c'è stato un "click". È arrivato con un'idea di cinema molto radicale. Da un film a luci rosse a uno classico d'autore, girato in una stanza con due personaggi. Con questa veloce sintesi delle ultime decadi di Festival non sto esprimendo una preferenza [ride], ma è un po' come se ogni giorno mangiassi la stessa cosa e non ti rendessi più conto che esistono anche altri gusti... sono belli i contrasti no [ride]?

D'accordo, ma com'è oggi il tuo sguardo sul festival di Locarno?
Professionalmente parlando, oggi non ho più gli stessi interlocutori di quando ero giornalista. Cambia il rapporto con gli artisti, se prima cercavo di interpretare l'opera oggi mi interesso di più a com'è andata la realizzazione del film e come posso aiutare l'artista.
Quindi quest'anno vivi il festival come un "leopardo" a caccia...
Un po' si, hai ragione. Sono qui per guardare molti meno film e cercare invece progetti e persone che possono andare a completare la mia rete di contatti. I festival sono diventanti sempre più importanti per produttori e venditori. Quello dei festival è un mercato parallelo, dove esistono film realizzati unicamente per girare da una rassegna cinematografica all'altra senza mai passare per le sale. Se prima era un onore, oggi si arriva a pagare pur di avere una pellicola nel proprio festival. Locarno non aveva un mercato, oggi si. E sicuramente gli Open Doors ne sono un ottimo esempio.

Già che parli di Open Doors, questa è una sezione appositamente destinata al mercato in cui sono presentati progetti futuri. Dedicata interamente all'India, accanto a pellicole "embrionali" al pubblico sono presentati grandi classici della cinematografia indipendente indiana, molto lontana da quella Bollywood conosciuta ai più. Cosa pensi della selezione di questi grandi classici, orami datati, accanto a progetti così giovani?
Penso che sia semplicemente perfetto. Come hai ben detto, ci sono giornate dedicate a progetti che stanno nascendo, e fare una sezione in cui vi sono solamente progetti di questo tipo... mah, non mi convince molto, soprattutto come spettatore. Invece così come è presentata, con queste due parti opposte tra loro è geniale! Mostra come alcuni film si posso allineare tra loro, puoi metterli in contesto!
Cosa intendi con "metterli in contesto"?
Voglio dire che presentare progetti che vedranno luce e nello stesso tempo dei grandi classici del cinema indipendente indiano per ricordare quello che è stato è semplicemente geniale! Perché in quanto spettatore ti mette in prospettiva.
Come se quest'opposizione vecchio-giovane ti fornisse una linea guida?
Esattamente. Nessuno al mondo, ma proprio nessuno [ride] può conoscere tutte le cinematografie del mondo, è impensabile! Quindi bisogna far ripassare questi grandi classici ogni volta che se ne ha la possibilità. Trovo molto importante ricordare al pubblico quello che il cinema è in grado di fare. Da un lato ispira gli spettatori e dall'altro i registi stessi: con un progetto in fase embrionale si ritrovano nella stessa sezione dedicata a dei capolavori, in questo modo sono spinti a dare il meglio di sé!

D'accordo, avrai sicuramente sfogliato il programma di quest'edizione 2011. Concorso Internazionale, Pardi di Domani, Open Doors, la Piazza Grande e ancora molte altre sezioni sono quelle presentate quest'anno al pubblico di Locarno. Cosa ne pensi delle proposte e soprattutto quale di queste ultime cattura maggiormente il tuo interesse?
Sicuramente mi interessa la rassegna Open Doors, principalmente a livello professionale. Ma adorando i contrasti, come avrai già capito [ride], sicuramente è il Concorso internazionale a catturare la mia attenzione. Su tutti i tre film svizzeri, che non voglio assolutamente perdermi soprattutto perché vi è, scusa la ripetizione, un forte contrasto tra essi: da estetica curata a temi importanti e controversi.
Ed è proprio così che ho sempre vissuto il festival. Da una lato la competizione con il Concorso Internazionale, secca, in tensione e molto chiusa su sè stessa e contemporaneamente la piazza, di sera. Non ho mai amato partecipare alle sedute riservate ai giornalisti, che mostrano in anteprima i film che passeranno in piazza. Sono sempre andato sotto le stelle di sera [ride]. L'"effetto piazza" non lo puoi risentire in una sala, è impossibile paragonare le due cose. Ci sono film che si trasformano in Piazza Grande.
Il primo giorno di Festival, e forse ancora quando vi è una proiezione importante, è l'unico momento dell'anno, addirittura nemmeno nel Palazzo Lumière del Festival di Cannes dove avvengono le più belle proiezioni del mondo, che avverto quella sensazione passata che mi ha trasformato in cinefilo quand'avevo 10 o 12 anni.
Me la puoi descrivere, questa sensazione?
È difficile, direi che è come quando ti innamori: le ginocchia che tremano, lo stomaco che si chiude, l'impressione di essere ritornato nella pancia della propria madre [ride]. Fa strano, ma succede proprio solo qui.
"Effetto piazza"?
Sì, direi proprio di si. Ogni anno succede la stessa identica cosa. Mi siedo vicino allo schermo, perché è proprio uno schermo che ti mangia, e mi lascio divorare.

Cosa ti appassiona maggiormente del Film Festival di Locarno?
Gli incontri. Penso che non ci sia un altro Festival al mondo dove si possano fare gli incontri che si fanno qui. A Cannes c'é decisamente troppa gente, devi sempre sgomitare mentre qui vai a slalom fra gente che conosci, a Venezia non è lo stesso mondo perché sei su un'isola, Toronto non ha ancora molte persone che lo frequentano, e a Berlino fa molto freddo quindi tutti vogliono rientrare velocemente. Penso che un giorno o l'altro bisognerebbe scrivere una storia su tutti gli incontri che hanno portato alla creazione di film o addirittura di coppie! È un luogo unico al mondo, oltre che l'unica rassegna di questa grandezza in cui puoi sederti a un tavolo e accanto c'é, non proprio Harrison Ford, ma quasi [ride]!

Visita il sito ufficiale per maggiori informazioni sul programma: www.pardo.ch.