Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Archivio Argomenti

Autori: Katia Balemi
Autori: Marco Lavizzari
Data: 28 dicembre 2010

"L'essenziale è invisibile agli occhi" Antoine de Saint-Exupéry

Marco, il maestro che insegna a vedere

Marco Lavizzari, cieco da 14 anni per un glaucoma, vive a San Carlo, frazione di Poschiavo. Membro dell'Associazione ciechi e ipovedenti della Svizzera italiana (Unitas) si occupa dell'integrazione e del mondo di chi vive attraverso i restanti quattro sensi. Da diversi anni visita scuole, elementari e superiori, associazioni e gruppi d'incontro proponendo momenti di sensibilizzazione, attività pratiche e lezioni che permettono di conoscere la realtà di chi davanti ha il buio

Quale lo scopo di queste attività?
Durante le giornate di sensibilizzazione ho notato che la maggioranza di ragazzi e adulti non sanno come comportarsi quando incontrano una persona cieca. Girare nelle scuole significa dunque non solo far scoprire il nostro mondo e le nostre esigenze, ma anche spiegare che la vita continua, facendo comprendere ai bambini che un handicap non pregiudica per nulla la voglia di vivere, anche se bisogna cambiare alcune abitudini.
Questi incontri mi permettono pure di far conoscere il ruolo dei volontari dell'Associazione Unitas. Certo specialmente all'inizio, il supporto della famiglia e degli amici è importantissimo, ma alla fine è la persona con l'handicap che deve trovare la strada per vivere felice e sereno. Spesso sono proprio le persone normodotate a porsi più problemi rispetto a chi la situazione la vive sulla propria pelle. Sono tante le cose che possiamo ancora fare da soli o con i nostri famigliari: io continuo a viaggiare, mi preparo la colazione, pratico trekking, lo scorso luglio per esempio sono stato sul ghiacciaio del Basodino. Spesso però il supporto di un volontario è importante e indispensabile per poter sbrigare faccende quotidiane o praticare alcune attività. Le persone in generale mi stimolano ad andare avanti, ma qualcuno in passato mi ha ferito chiedendomi che senso avesse andar per montagne, quando non si può vedere nulla. Non capiscono che non è così. Io vedo attraverso gli occhi della mia guida, sento i profumi, posso utilizzare il tatto e l'udito.

Come si diventa volontario - guida di un ipovedente o di una persona cieca?
Prendendo contatto con l'Unitas o con un suo membro.

Quali attività si possono svolgere?
Nel quadro delle attività dell'Unitas e del Gruppo Ticinese Sciatori Ciechi, i volontari possono scegliere tra diverse possibilità: lettura per la produzione di libri parlati, correzione di testi scannerizzati, trasporti e accompagnamenti di persone cieche o ipovedenti, guide per attività ricreative o sportive quali le gite, lo sci alpino, lo sci di fondo, il ciclismo, l'escursionismo, il nuoto e la ginnastica.

Quanto tempo va dedicato?
Ogni attività ha i propri ritmi e le proprie scadenze ma siccome gli ambiti di intervento per chi vuole offrire un po' del suo tempo libero sono diversi, se hai anche solo qualche ora ogni tanto da regalarci non esitare a contattarci!

Ma torniamo alle tue attività con le scuole. Con chi hai collaborato in questi anni?
Con diverse sedi di scuole elementari e medie nei Grigioni e in Ticino - Poschiavo, Giubiasco, Bedigliora, Tesserete, Gravesano e Ascona - proponendo lezioni in classe o partecipando alle settimane bianche o sportive. Con associazioni quali ad esempio Pro Natura quest'anno nell'ambito delle 72 ore di volontariato abbiamo realizzato un sentiero per ciechi che si snoda ai bordi del laghetto di Muzzano, con GEASI (Gruppo di educazione ambientale della svizzera italiana) abbiamo proposto dei giochi con i quattro sensi e una cena al buio con gli animatori.

Cosa proponi concretamente?
Incontri con la classe di circa due ore di lezione. Durante l'incontro mostro concretamente:
- come gestiamo la quotidianità: mangiare, bere, spostarsi;
- quali aggeggi tecnici o artigianali ci sono da supporto: dal computer che parla alla tavoletta dell'alfabeto Braille, dalla macchinetta leggi-carte al transistor che avverte la presenza di una fonte luminosa.
Vedere con i quattro sensi sono alcune attività a gruppi di 8/10 persone per capire il grande valore dei nostri sensi.
Condivisione tra le diverse proposte partecipo volentieri alle settimane bianche o alle uscite delle classi per condividere l'esperienza sportiva e lo svago, mostrando qual è il ruolo dei volontari.

In conclusione
Meglio accendere un lume che maledire l'oscurità. Credo che tutto ciò che succede debba, prima o poi, avere un senso. Per me una cosa è sempre stata valida: non arrendersi mai, non lamentarsi, ma avere la pazienza di accettare le sfide, adattando di conseguenza la propria vita. Pur perdendo la vista, si continua a vivere, si cambia stile di vita, ma la vita è bella ugualmente.

Per informazioni:
Marco Lavizzari
Casa Maria
7741 San Carlo
Tel./ Cell.: 076/616.91.60
E-mail: marco.lavizzari@bluewin.ch