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Autori: Alessandra Ferrini Giordano
Data: 04 gennaio 2012

Il particolare fondo dei Re Magi nella collezione etnografica dello Stato

Noi siamo i tre re; venuti dall'Oriente per adorar Gesù

L'inizio di strofa di questa canzone popolare sveglierà in alcuni ricordi d'infanzia. La nostra cultura popolare ci presenta i Re Magi come tre personaggi vestiti con abiti orientaleggianti di stoffa pregiata, accompagnati spesso da esotici cammelli. Il primo è più anziano e porta in dono oro, il secondo, di mezza età, porta incenso e il terzo, in piena giovinezza e spesso ritratto con la pelle nera, mirra. Queste raffigurazioni ci sono state tramandate nei secoli con alcuni adattamenti alla situazione storica del momento.

La signora Rita Schneider* (vedi nota a piè di pagina) nata il giorno dell'Epifania, decide d'iniziare una raccolta di Re Magi. La sua collezione non è solo composta di oggetti di pregio, ma anche da altri di minor valore. Si passa dalla bustina di fiammiferi alle pregiate statuette in vetro di Murano, dai tovaglioli di carta alle monete commemorative, dai lavoretti manuali fatti da amici e parenti a quadri e sculture eseguite da artisti svizzeri conosciuti. La collezione donata al cantone nel 1997 e custodita dal Centro di dialettologia e di etnografia comprende 144 oggetti. La maggior parte appartiene alla nostra cultura, ma alcune opere spiccano per la loro particolarità, perché raffigurano la leggenda dei Magi reinterpretandola con la chiave di lettura data dal loro background culturale.

Il quadro dipinto da Colleen Young (immagine 1), artista tradizionale degli aborigeni orientali Arrents, ne è un esempio: il paesaggio occidentale è raffigurato dalle tre U che simboleggiano i Magi in adorazione, seduti nella posizione di loto. Dietro di loro vi sono tre impronte di piedi che rappresentano la fine del loro viaggio. Sopra al paesaggio un'altra U raffigura l'angelo, anch'egli seduto in posizione di loto. Le tre linee di punti indicano il viaggio dei Magi verso la stella cometa.
La caverna, luogo sacro per eccellenza e il paesaggio visto dall'alto e rappresentato come una cartina geografica, sono espressioni tipiche delle culture aborigene. Sullo sfondo del quadro sono rappresentati in forma geometrica soggetti apparsi in sogno alla madre e poi riprodotti sulle pareti della caverna di famiglia di Colleen Young. La spiegazione di questi segni è rigorosamente riservata alla cerchia degli iniziati e la loro divulgazione costituirebbe un sacrilegio.

Un altro esempio è il quadro proveniente da un pittore di Kiribati, Jonga Raotitei, che ha ritratto la sacra famiglia in una capanna tradizionale nel paesaggio tipico della sua regione (immagine 2). I Re Magi sono tre indigeni che portano in dono quello che nei loro occhi è più prezioso: pesci, un agnellino e della legna.

La collezione è in mostra nelle vetrine della Banca Julius Bär di Lugano fino al 9 gennaio 2012.

* Rita Schneider
Nasce a Zurigo il 6 gennaio del 1927. Dopo aver frequentato le scuole dell'obbligo, soggiorna prima nella Svizzera francese e in Ticino, poi presso una famiglia scozzese per perfezionare le lingue. Affascinata dalla Scozia, decide di frequentare l'Accademia d'arte di Edimburgo, dove terminerà la formazione di base. Di ritorno in Svizzera conosce suo marito, il fisico tedesco Helmut Schneider, da cui avrà due figli. Nel 1955 la famiglia si trasferisce per cinque anni in Sudafrica. Vivranno a Friburgo fino al trasferimento della coppia in Ticino nel 1990. Spesso segue il marito nei suoi viaggi.
Con i figli ormai grandi organizza visite culturali della città di Friburgo per gli ospiti dell'Università. Per quattordici anni sarà la responsabile della cultura della Società di Maria. Incontrerà numerosi padri mariani provenienti soprattutto dal mondo anglosassone.
Rita Schneider morirà il 7 novembre del 2000.