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Autori: Katia Balemi
Data: 30 marzo 2010

Con la conclusione degli studi settoriali la progettazione entra in una fase decisiva

Parco del Piano di Magadino: lavori in corso

Il Parco del Piano di Magadino è destinato a concretizzare gli indirizzi della scheda di PD R11, coinvolge 15 Comuni e occuperà poco più della metà dell'intera superficie della piana (2'200 ettari su 4'000), ponendosi in relazione col territorio circostante. L'obiettivo generale del Parco è di indirizzare lo sviluppo dell'area verso un paesaggio multiforme a carattere prevalentemente rurale, aperto e di qualità, in cui vi sia integrazione tra il settore primario, le attività del tempo libero e le misure di tutela dei preziosi ambienti naturali. Il Parco costituirà così un'area di promozione e di sviluppo mirato, inserendosi in una zona di grande interesse per lo sviluppo sostenibile del Cantone. Infatti il Piano di Magadino funge da cerniera fra le tre aree di Città-Ticino (Bellinzonese, Locarnese e Sottoceneri) e, nel suo carattere di territorio ancora relativamente libero da insediamenti, rappresenta una primaria risorsa per il Cantone.
Il lavoro di progettazione si è iniziato nel 2009 con l'intenzione di sottoporre al Gran Consiglio l'atto formale di istituzione del Parco, uno specifico Piano di utilizzazione cantonale (PUC), entro la fine della presente legislatura (2011).
Il progetto coinvolge un numero elevato di attori e concerne un'area soggetta a molteplici interessi, caratterizzata da contenuti a volte conflittuali. Da qui la definizione di una struttura organizzativa in grado al tempo stesso di essere efficace e rappresentativa delle varie parti. L'organo decisionale è la Conduzione politica (CP), mentre la responsabilità tecnica è affidata alla Direzione di Progetto (DP), che dialoga con i servizi all'amministrazione cantonale toccati dal progetto o da temi specifici. Per coinvolgere maggiormente i diversi attori è stato attivato un processo, secondo metodologie professionali, strutturato in due fasi così da conoscere argomentazioni e aspettative degli attori e raccogliere spunti e indicazioni per la progettazione.

Progettare il Parco non significa semplicemente disegnarlo sulla carta...
La superficie è nota e definita dalla scheda di PD R11. Si tratta ora di progettare i contenuti, definire gli obiettivi del futuro parco e le misure per attuarlo. Innanzi tutto, quale base di lavoro, sono state aggiornate e approfondite le conoscenze sullo stato attuale del Piano di Magadino e sulle sue vocazioni: agricoltura, natura e svago. A tale scopo sono stati fatti elaborare quattro studi che offrono un'analisi descrittiva del territorio incluso nel perimetro del Parco. Contemporaneamente si è cercato di capire visioni e aspettative degli attori interessati.
Dopo ciò andranno elaborati i contenuti e le modalità operative del Parco, definiti gli aspetti finanziari, decisa la struttura organizzativa preposta all'implementazione e alla gestione del Parco stesso, e allestiti gli atti formali che, previa approvazione del Gran Consiglio, permetteranno di passare alla realizzazione vera e propria.

L'obiettivo generale del Parco è noto, ma quali gli obiettivi specifici?
Saranno definiti dal lavoro di progettazione attualmente in corso. Sulla base dei principi e degli elementi stabiliti dalla scheda R11, degli approfondimenti svolti e degli incontri di discussione con gli attori coinvolti si elaboreranno gli specifici obiettivi e le conseguenti misure di attuazione.

Qual è stato il risultato della prima fase del processo partecipativo?
Positivo. Durante la prima fase si sono svolti 16 forum che hanno coinvolto più di 80 attori del Piano di Magadino suddivisi in quattro gruppi tematici di discussione: "Agricoltura", "Paesaggio", "Natura e ambiente" e "Svago e Turismo". Ciò ha permesso di farsi un'idea su come gli attori del Piano vedono e vorrebbero il Parco e ha consentito, su un piano generale, di identificare elementi consensuali e problematiche da risolvere. Tra i primi citiamo ad esempio l'unanime volontà di contenere il traffico di attraversamento del Piano e di separarlo in ogni caso dalla mobilità lenta e agricola, l'opzione per un turismo e svago slow, l'allontanamento di discariche e depositi abusivi, il valore didattico del Parco. Tra le seconde, sempre quali esempi, segnaliamo l'ubicazione delle porte di accesso al Parco e la rinaturazione della golena.
Le discussioni e gli approfondimenti svolti durante i forum hanno permesso di raccogliere una ricca documentazione, costituita da elementi disparati: si va dai principi generali ai primi obiettivi e in certi casi anche all'indicazione di specifiche misure; vi sono proposte già particolarmente definite mentre altre sono da chiarire e approfondire. Tutti questi elementi sono ora ripresi nella seconda fase di lavoro.

Quale l'obiettivo di questa seconda fase?
Impegnando in una serie di workshop tematici un gruppo interdisciplinare di una ventina di persone, elette dai forum della prima fase, ha lo scopo generale di individuare i potenziali contenuti del Parco e, conseguentemente, di fornire indicazioni utili per la progettazione. La discussione si sviluppa a partire dalle indicazioni provenienti da tre fonti: le osservazioni, le proposte e gli argomenti espressi dai forum settoriali; i principi e gli elementi stabiliti dalla scheda di PD; i risultati emersi dall'analisi di approfondimenti conoscitivi svolti per il paesaggio, la natura, l'agricoltura e lo svago.
Il compito del gruppo interdisciplinare costituisce dunque un vero e proprio lavoro di accompagnamento della progettazione svolta dalla Direzione di progetto.

E gli studi settoriali?
Nell'insieme gli studi hanno permesso di aggiornare i dati conoscitivi e in particolare consentito di organizzarli in banche dati georeferenziate.
Per quanto concerne la natura, l'analisi descrittiva è stata impostata sui dati degli studi eseguiti negli ultimi vent'anni: tramite la cartografia di un rilievo tipologico, è stato aggiornato il quadro delle componenti naturali esistenti, delle aree protette, dei biotopi e del reticolo ecologico. Inoltre è stata eseguita una valutazione qualitativa e funzionale dei biotopi.
Lo studio sull'agricoltura ha rilevato la produzione agricola, presentando una visione d'assieme della struttura del settore e della tipologia delle aziende agricole sul Piano. L'analisi ha anche permesso di caratterizzare il tipo di utilizzazione delle superfici (foraggicoltura, campicoltura, ...) e la loro disposizione sul territorio rispetto ai centri aziendali. È stata così evidenziata l'importanza del comparto del Piano come pool foraggero per il Cantone.
L'analisi paesaggistica descrive un mosaico costituito da quattro aree territoriali (zone acquatiche, agricole, naturali e insediate) nel quale non mancano coerenti comparti paesaggistici, ma che soffre della mancanza di un progetto unitario. Ha inoltre ribadito l'importanza delle relazioni col conte-sto nel quale il Parco si inserirà.
Lo studio sullo svago e il turismo ha cartografato la situazione di percorsi, strutture, posteggi e altro, ponendo in luce la già attuale ma non uniforme ricchezza di offerta e come il territorio in questione costituisca un luogo privilegiato per lo svago di prossimità. (Le sintesi degli studi settoriali sul paesaggio e sullo svago saranno pubblicati sul prossimo numero della rivista DATI, statistiche e società e pubblicati sul sito internet.
Oltre a questi quattro studi è stato svolto da parte della Sezione della mobilità un censimento per rilevare il traffico sul Piano. Esso ha permesso di localizzare i punti toccati dal traffico parassitario legato ai movimenti pendolari, ossia quello formato dai veicoli che a causa della saturazione degli assi stradali di sponda destra e sinistra utilizzano come scorciatoie le strade agricole nell'ora di punta. Il problema è presente essenzialmente su via del Piano (la strada in entrata da Giubiasco) e via Baragie (in un breve tratto parallelo alla cantonale di Contone).

Gettiamo infine uno sguardo oltre l'attuale progettazione. Chi gestirà il Parco?
Sarà il progetto stesso a definire il futuro ente gestore del Parco. Ora è prematuro parlarne, prima occorre definire contenuti, obiettivi, misure, finanziamenti, poi si valuteranno proposte e ipotesi di gestione adatte alla realtà locale anche sulla base di esperienze simili fatte in Svizzera e nel Cantone.