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Autori: Marco Borradori
Autori: Paola De Marchi-Fusaroli
Data: 05 settembre 2007

Intervista di Paola Fusaroli a Marco Borradori, Direttore del Dipartimento del territorio

Perché la variante 95?

Il prossimo 30 settembre il popolo ticinese sarà chiamato alle urne, per esprimersi a favore o contro la variante 95. Abbiamo formulato in proposito alcune domande al Direttore del Dipartimento del territorio.

Quali sono le ragioni che la portano a sostenere la variante 95 a discapito di quella panoramica?

Lei mi dà subito l'occasione per correggere un grande equivoco. Il 30 settembre non si vota sulla variante 95 o sulla panoramica: quest'ultimo tracciato è solo una riga sulla carta, un'ipotesi inconsistente, non suffragata da approfondimenti. Di fatto, è stata cavata dal cappello all'ultimo momento, probabilmente solo per mettere i bastoni fra le ruote a quella che è una soluzione realistica e valida!
La variante 95 completa in modo lineare, pianeggiante e diretto la A13 che già collega la galleria Mappo-Morettina alla rotonda dell'aeroporto. È frutto di un lungo e serio lavoro di approfondimento, che ha tenuto conto di tutti gli interessi in gioco, e ha avuto l'approvazione del Governo, del Parlamento e del Dipartimento federale dell'ambiente, dei trasporti, dell'energia e delle comunicazioni.
Anche in futuro, sul Piano di Magadino dovranno convivere gli interessi legati alla mobilità, all'economia, all'agricoltura, allo svago, al turismo e la tutela delle pregiate zone naturalistiche.
La variante 95 è stata scelta dopo una consultazione a 360° proprio perché è quella che ha creato - al di là delle note opposizioni - il maggiore consenso.
Il prossimo 30 settembre, i cittadini sono dunque chiamati a votare a favore o contro la variante 95. Non c'è un'alternativa. Ripartire da zero significherebbe perdere almeno altri 15-20 anni. Quanto alla panoramica, balza subito all'occhio che è meno diretta e meno rapida; si orienta verso il Sottoceneri e quindi non risolve gli ingorghi dei pendolari diretti verso Bellinzona e la Riviera, né quelli generati dal traffico delle zone industriali e dei centri commerciali. Oltre a distruggere circa 15 ettari di bosco, incidendo profondamente il fianco della montagna, dovrà per forza attraversare le aree agricole e la zona palustre. La sua netta pendenza, poi, determinerà un maggior carico ambientale causato dai veicoli che la percorrono in salita, in particolare i camion. Infine, i costi: i referendisti hanno fatto male i conti. Un tracciato come quello immaginato, con viadotti e gallerie, non può certo costare meno di 300 milioni di franchi.

Nel caso in cui il popolo ticinese si esprima a favore del credito di 4 milioni e 660 mila franchi per l'allestimento del progetto di massima del collegamento stradale fra il Locarnese e l'autostrada (A13-A2, variante 95), sarà ancora possibile mangiare i pomodori bio del Piano?

La variante 95 è stata studiata proprio per salvaguardare le peculiarità del Piano di Magadino, produzioni bio comprese. Il nuovo collegamento veloce consentirà, infatti, lo sviluppo di un'agricoltura al passo con le esigenze dei consumatori, togliendo dalle strade interne che costeggiano i campi il traffico non agricolo e separando meglio le stesse aree di coltivazione.
La variante 95 non è in conflitto con le attività dei contadini: essa è parte integrante del futuro Parco regionale del Piano di Magadino, poiché permette di riordinare ciò che già esiste e di favorire un uso più coerente e razionale del territorio. E comunque ricordiamoci che sul Piano i contadini sono importanti, ma non ci sono solo loro. Occorre tenere conto anche dei bisogni dei cittadini che vivono nella zona. Uno degli obiettivi della variante 95, infatti, è quello di sgravare dal traffico le strade di sponda destra e di sponda sinistra. Inoltre, non potevamo certo permettere che il tracciato scelto squarciasse gli abitati di Quartino e Cadepezzo, come avrebbero preferito i fautori della variante 98 (e come verosimilmente avverrebbe con la panoramica).

Trovano fondamento le paure, espresse da alcuni abitanti della zona ai piedi del Ceneri, di possibili ricadute dei gas di scarico sull'abitato, in caso di costruzione della variante panoramica?

Indubbiamente, come ho accennato prima, il forte dislivello della panoramica causerebbe una maggiore produzione di emissioni inquinanti da parte dei veicoli. Penso in particolare al traffico pesante costretto ad affrontare la salita. È evidente che un tracciato in pianura ha un impatto molto meno gravoso sulla qualità dell'aria.

Oltre agli aspetti ecologici, esistono interessi economici legati alla scelta dell'una o dell'altra variante?

Lo ripeto: non andiamo a votare per scegliere fra la variante 95 o la panoramica. La posta in gioco è molto alta: non solo la realizzazione di un collegamento sul Piano, ma anche l'integrazione del Locarnese nella Città-Ticino, con le relative ricadute economiche e finanziarie sul benessere della regione e di tutto il Cantone. Se una parte del corpo è malata, la salute globale ne risente. Anche i cittadini del Sottoceneri staranno meglio se il Locarnese potrà sviluppare appieno le sue potenzialità.
Se vince il referendum, rischiamo di restare a piedi, cioè di perdere i finanziamenti federali. Entro la fine del 2009, il Parlamento federale deciderà infatti se inserire la variante 95 nella rete delle strade nazionali. In caso di risposta affermativa, Berna si assumerà tutti i costi, circa 344 milioni di franchi. Il Cantone, dunque, dovrà sovvenzionare solo i 4.6 milioni di franchi in votazione, destinati alla progettazione di massima. Se però dovessimo rifare daccapo tutta la procedura per individuare una qualsiasi nuova variante, creare un minimo di consenso e consolidarne la pianificazione, non riusciremmo mai a rispettare la scadenza del 2009, quindi i finanziamenti disponibili andrebbero con grande probabilità ad altri progetti svizzeri, maturi per essere realizzati.