Vai al contenuto principale Vai alla ricerca

Archivio Argomenti

Autori: Furio Vanossi
Data: 01 settembre 2008

Il Progetto mentoring, elaborato in sinergia tra la Divisione dell'azione sociale e delle famiglie, il Municipio di Locarno e pro juventute

Progetto Mentoring

Il Progetto mentoring, elaborato in sinergia tra la Divisione dell'azione sociale e delle famiglie, il Municipio di Locarno e pro juventute ci riporta al personaggio dell'Odissea di Omero.
"Il prudente Telemaco rispose: Mentore, per qual modo al rege amico m'accosterò? Con qual saluto? Esperto non sono ancor del favellar de' saggi: né consente pudor, che a far parole cominci col più vecchio il men d'etade".

Il termine mentore, come detto, si ispira al mitico personaggio dell'Odissea di Omero, Mentore, un vecchio saggio al quale Ulisse affidò suo figlio Telemaco prima di partire per la guerra di Troia.

La diffusione del vocabolo si deve al romanzo "Les aventures de Télémaque", scritto da F. Fénelon nel 1699 .

Ulisse intese il ruolo di mentore non come quello di semplice amico; infatti quando l'eroe greco partì per la guerra di Troia, lasciò la cura di suo figlio Telemaco a Mentore e questi lo educò affinché da grande diventasse forte e coraggioso come suo padre.

Ulisse non chiese a Mentore di sostituirsi a lui, ma di fungere da riferimento nelle difficili tappe evolutive del ragazzo. Secondo la mitologia greca, Mentore è l'incarnazione di Atena, Dea della Saggezza.

Ancora oggi il termine mentore è usato per indicare una guida saggia ed esperta.

Sebbene nei secoli la figura del mentore abbia assunto declinazioni differenti in ambiti specifici, il nucleo fondamentale di tale figura rimane legato al rapporto tra un individuo con esperienza e un giovane che sta costruendo la propria identità.

Avere un buon mentore può determinare la direzione e la probabilità di successo "nella vita" per un giovane che ancora non si sente pronto per affrontare e a maturare delle scelte importanti.

Le caratteristiche di base che un mentore dovrebbe vantare consistono semplicemente in un "percorso di vita vissuta", che possa fungere da riferimento solido per il giovane, così come nella conoscenza delle opportunità di "maturare esperienza" disponibili sul territorio e da mettere a disposizione del giovane mentorato - costruendo in questo modo un piccolo percorso educativo - e sostenendolo poi su un piano di sviluppo individuale e sociale.

Un buon mentore ascolta attivamente il giovane e gli offre consigli, qualora vengano richiesti, ma non gli impone nulla sul quanto egli debba fare o meno: è il giovane infatti che deve maturare e operare delle scelte! Il mentore lo aiuta a fare un esame sul piano di realtà contingente, individuandone le passioni, le propensioni e i desideri, e lo stimola - così come lo aiuta - a realizzarli.

Il mentore si adopera poi per favorire, nel giovane, la consapevolezza di ciò che fa, responsabilizzandolo di conseguenza sulle scelte fatte.
Quindi il buon mentore vuole essere sicuro che il giovane guadagni confidenza e indipendenza; pone domande e presenta questioni, fornisce informazioni e suggerisce opportunità di stabilire collaborazioni significative. In fine lo incoraggia e lo stimola continuamente.

Con queste premesse pro juventute ha implementato nella regione del Locarnese il Progetto mentoring. Grazie al sostegno della Divisione dell'azione sociale e delle famiglie e con la collaborazione del Municipio di Locarno, è stata allestita una sede all'interno del palazzo ex scuole comunali di Piazza R. Rossi a Locarno, si sono allacciati i primi contatti significativi con i partner del territorio - che per la loro funzione sono a diretto contatto con i giovani - e si è creato il Gruppo mentori, selezionando tra le varie candidature otto persone ritenute idonee per questo ruolo.

L'aspetto pionieristico dell'intero progetto, ha indotto pro juventute a fare una riflessione sugli aspetti procedurali e metodologici dell'intera azione. Ci si è dotati di un quadro di riferimento con lo scopo di dare senso al progetto e offrire un percorso di formazione con l'obiettivo di preparare gli interventi con i giovani mentorati.

Nella fase attuale (fine agosto 2008) una prima parte della formazione - che abbiamo definito "formazione empirica"- si è conclusa; a ottobre prenderà avvio una seconda parte - che abbiamo chiamato "formazione scientifica" - senz'altro più impegnativa dal punto di vista dei contenuti e della tempistica.

Gruppo di pilotaggio e Gruppo di sostegno sono due gremi che operano all'interno dell'intero Progetto e che hanno scopo e funzioni diverse: il Gruppo di pilotaggio esercita una funzione decisionale, il Gruppo di sostegno funge invece da "cassa di risonanza" sul territorio per l'intero progetto. I due gruppi collaborano attivamente nella realizzazione dell'azione, offrendo degli utili suggerimenti al coordinatore riguardo la conduzione della stessa e all'operatore della città di Locarno riguardo la sua adeguata e fattiva divulgazione.

Nel futuro prossimo occorrerà elaborare una serie di ipotesi per "l'aggancio" dei giovani - generalmente diffidenti riguardo alle Istituzioni - presentando loro il Progetto nelle sue linee generali ed evidenziando la caratteristica snella e informale dell'accompagnamento.

NOVITÀ
È disponibile, da scaricare, il Rapporto annuale per il 2009 sul progetto Mentornig:
- Rapporto annuale 2009