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Autori: Katharina Schuhmacher
Data: 10 maggio 2011

Nascosta nella stiva di una delle tre caravelle di Colombo, c'era forse l'ambrosia?

Quando piante e animali fanno autostop!

Le specie alloctone invasive sono specie animali o vegetali introdotte accidentalmente o deliberatamente in Europa dopo il 1492. Esse sono in grado di colonizzare rapidamente e formare popolazioni estese, mettendo in pericolo le specie indigene, la biodiversità, causando danni socio-economici e in alcuni casi problemi alla salute. www.ti.ch/organismi è uno sportello informativo sul tema e offre la possibilità di mettersi in contatto con i servizi coinvolti, per segnalazioni o approfondimenti.

La voglia di viaggiare ed esplorare, da sempre insita nell'essere umano, ha spesso avuto impatti rilevanti sull'evoluzione della storia umana, ma non solo. La scoperta dell'America nel 1492, ad esempio, è stata un avvenimento storico incisivo da molti punti di vista e ha plasmato l'evoluzione sino al mondo e alle società che oggi conosciamo. Anche da un punto di vista biologico, delle specie viventi, questo evento ha avuto un impatto molto importante. Da una parte lo scambio commerciale ha diffuso specie allora sconosciute in Europa, come ad esempio la patata o il pomodoro, e dall'altra parte vi è stata un'invasione - ma non solo dall'America - di nuove piante e animali che si sono diffuse sul territorio. Queste ultime sono specie alloctone (quindi non indigene) invasive, dette neofite invasive quando si tratta di piante e neozoi invasivi se animali.

Le specie alloctone invasive provengono da tutte le parti del mondo, Europa compresa, e si diffondono percorrendo un'infinità di vie diverse. L'alleato principale per la diffusione è l'essere umano: molto spesso queste specie, infatti, sono "scappate da casa", come la tartaruga dalle orecchie rosse, o da giardini, come l'ailanto. Le accomuna comunque il fatto di aver superato barriere geografiche (mari, deserti, montagne) grazie all'aiuto di attività umane.

Le specie alloctone invasive hanno la capacità di riprodursi in natura e possono quindi colonizzare nuovi habitat, formando anche rapidamente delle popolazioni estese. Queste specie, non dovendo confrontarsi con gli antagonisti del loro Paese d'origine, sono spesso causa d'ingenti danni all'ambiente. Oltretutto possono avere ripercussioni sulla salute dell'essere umano o causare problemi socio-economici (arrecando ad esempio danni alle colture). La diffusione e l'espansione di queste specie sono quindi da contrastare.

Le specie vietate in Svizzera e quelle ritenute problematiche sono elencate innanzitutto nell'allegato 2 dell'Ordinanza sull'emissione deliberata nell'ambiente (OEDA) e poi in alcune liste a livello svizzero ed europeo. Per le neofite esistono inoltre delle utili schede informative, in cui sono spiegate caratteristiche, pericoli e metodi di lotta. Per segnalazioni e richieste è per di più possibile utilizzare l'apposito modulo pubblicato su www.ti.ch/organismi.

Il Ticino figura tra i Cantoni svizzeri maggiormente colpiti da organismi alloctoni invasivi, a causa della diffusione di specie termofile provenienti da sud. Per prevenire o arginare il problema o in alcuni casi per lottare attivamente contro l'espansione di queste specie, è necessario dapprima monitorare la presenza sul territorio. E' necessario inoltre tenere gli occhi ben aperti anche su specie non ancora contemplate nelle liste allestite a livello federale, data la specificità del nostro Cantone.

Ambrosia a foglie di Artemisia (Ambrosia artemisiifolia)
Una delle specie maggiormente discussa alle nostre latitudini è certamente l'ambrosia, per la quale è stata proposta un'ampia campagna d'informazione negli scorsi anni, data la sua pericolosità per la salute. Il polline dell'ambrosia, infatti, può provocare reazioni anche forti in persone allergiche, con disturbi a livello respiratorio, oculare e cutaneo. Questa pianta è inoltre inserita nell'allegato 10 dell'ordinanza sulla protezione dei vegetali come malerba particolarmente pericolosa per la quale è d'obbligo adottare misure di lotta e annunciare ogni ritrovamento.
Per prevenire l'insediamento dell'Ambrosia è importante evitare di lasciare terreni incolti e favorire la presenza di piante concorrenti. In tutti i casi, la migliore strategia di lotta è lo sradicamento. L'ambrosia deve essere estirpata prima della fioritura indossando guanti di gomma. Il semplice contatto epidermico può causare reazioni cutanee a persone sensibili. Se la pianta è in fiore, è indispensabile indossare una mascherina di protezione antipolvere.
Le piante non possono essere compostate a causa del pericolo di contaminare i suoli con i semi contenuti nel composto e devono essere smaltite con i rifiuti solidi urbani.

Poligono del Giappone (Reynoutria japonica)
Un'altra pianta già molto diffusa in Ticino e molto difficile da estirpare è il Poligono del Giappone. Esso è iscritto nella lista delle 100 specie esotiche più invasive e più dannose del mondo. Il poligono ha una crescita molto rapida, trascorre l'inverno sotto forma di rizomi profondi ed è difficile da eliminare. Il poligono predilige habitat umidi, lungo corsi d'acqua, ed è così che colonie dense favoriscono l'erosione delle rive in inverno, quando i fusti seccano lasciando il suolo esposto. Si trova però anche su suoli ben soleggiati, come i margini forestali, le siepi naturali, i terreni incolti, le scarpate stradali e ferroviarie.
Il fatto che anche piccoli frammenti di rizomi siano in grado di dare vita a nuovi individui, anche se ubicati a tre metri di profondità, rende la lotta molto difficile. Al trasporto e allo smaltimento degli scarti deve essere dedicata particolare attenzione per evitare di diffondere il materiale. Al momento attuale va evitato il compostaggio, tutte le parti della pianta devono essere incenerite. Sono allo studio dei metodi di compostaggio professionale con fasi di igienizzazione, che permetterebbero di distruggere le parti attive della pianta senza bisogno di ricorrere all'incenerimento.

Cinipide del castagno (Dryocosmus kuriphilus)
Tra i neozoi, uno degli organismi che in Ticino desta preoccupazione è il cinipide del castagno. Questo piccolo imenottero (dello stesso ordine delle vespe) è originario della Cina e depone le uova nelle gemme del castagno. Le larve nascono da fine luglio e svernano nelle gemme senza essere visibili da un esame esterno. La ripresa dell'attività delle larve nella primavera successiva però forma delle vistose galle su germoglio, nervature fogliari e infiorescenze. Le galle sono facilmente riconoscibili a occhio nudo, si presentano tonde, con superficie liscia e lucida, inizialmente di color verde e poi rossastro.
Il cinipide è stato avvistato in Ticino la prima volta nel 2009 in un giardino privato del Mendrisiotto e si sta rapidamente diffondendo verso nord, grazie alla capacità di volare, ma anche tramite trasporti accidentali con autoveicoli.

Ulteriori informazioni sul sito internet www.ti.ch/organismi