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Archivio Argomenti

Autori: Alessandra Spagnolo Mantovani
Autori: Rodolfo Schnyder
Data: 17 giugno 2013

A colloquio con Rodolfo Schnyder, già Segretario generale del Gran Consiglio

Sei lustri dedicati al Ticino

A fine giugno lascerà l'Amministrazione cantonale dopo avervi lavorato per più di 30 anni, di cui 26 come Segretario del Gran Consiglio. Prima di congedarsi, abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con Rodolfo Schnyder, spaziando tra politica, media e incontri significativi.

Per molti anni ha lavorato per il Gran Consiglio; a suo modo di vedere nel corso di questi anni il Parlamento ha cambiato il suo approccio nell'affrontare i diversi temi politici?

Sì, ritengo ci sia stato un cambiamento degli attori coinvolti e delle tematiche discusse. Mi spiego meglio: verso la fine degli anni '80 il partito aveva un ruolo fondamentale e per questo l'approccio e la scelta dei temi da trattare era più ideologico. Nel corso degli anni è aumentata la volontà di discutere di temi più contingenti, portando nelle istituzioni il Paese reale. Attualmente vi è quindi più libertà nell'affrontare le diverse questioni e soprattutto il ruolo del partito è sempre meno centrale; ora l'attore principale sembra essere lo stesso deputato. In merito alle diverse trattande, le discussioni risultano quindi meno scontate, più combattute, anche per quanto riguarda temi minori.


Viviamo in un'era dove l'accesso alle informazioni è pressoché immediato e la quantità di notizie disponibili è cresciuta a livello esponenziale. Il ruolo dei mass media è diventato quindi centrale: che influenza hanno sui temi discussi in Parlamento?

Direi abbastanza importante: da una parte la possibilità di potersi rivolgere direttamente ad un vasto pubblico sottolinea ancora di più il ruolo centrale del singolo deputato, che non è più solo concentrato sul lavoro parlamentare, ma anche preoccupato di mantenere un filo diretto con i suoi elettori ed in definitiva avere un buon ritorno d'immagine. Questo è collegato ad un secondo fattore: le autorità sono sempre più sollecitate su temi puntuali. Si richiedono risposte e risultati pressoché immediati e questo non dà la possibilità di poter cogliere e approfondire temi meno contingenti ma cruciali, sulla lunga distanza, per rispondere ai nuovi bisogni della società.


Nel corso della sua lunga carriera, ha dovuto sicuramente confrontarsi con situazioni delicate. Quale è stato secondo Lei il tema più sensibile trattato in Gran Consiglio?

Ricordo in particolar modo due situazioni: una, fattiva, legata ad una vicenda giudiziaria che ha coinvolto, nel 2000, l'allora presidente del Tribunale penale e che ha dato un forte scossone all'immagine della magistratura ticinese. La seconda è legata ai forti dibattiti emersi in passato dovuti alla contrapposizione dei partiti storici su tematiche che riguardavano il rapporto Stato-Chiesa. Temi come la tassa di culto e le scuole private hanno creato momenti emotivamente pregnanti. Oggi questo tipo di contrapposizione non è quasi più presente, poiché i singoli deputati hanno maggiore libertà rispetto alla propria appartenenza partitica.


Il mantenimento dei rapporti di "buon vicinato" del Cantone si è tradotto in molte visite in Ticino da parte di Capi di Stato, di Governo e Ministri: quale è l'incontro che Le è rimasto maggiormente impresso?

Come Vicecancelliere dello Stato mi sono occupato delle visite di Stato e ho avuto l'occasione di incontrare molti politici stranieri. Seguire il protocollo cantonale era un'attività che richiedeva un buon lavoro di squadra e un considerevole investimento di tempo: ricordo ad esempio l'impegno e la meticolosità tecnica con cui abbiamo pianificato la visita di François Mitterrand, segnatamente perché Capo di Stato di una potenza nucleare. Dal punto di vista umano, l'allora Presidente di Stato Francesco Cossiga è stata la persona che mi ha colpito di più per la sua grande cultura e capacità di giudizio.


Lei fa parte del Comitato della Società svizzera per le questioni parlamentari: avete dei temi interessanti attualmente in discussione?

L'incontro annuale 2013 verterà sul mantenimento o meno del sistema di milizia nei Parlamenti. Si tratta di un argomento sollevato a più riprese anche in Ticino, poiché il carico di lavoro è effettivamente aumentato. D'altra parte la professionalizzazione porterebbe ad un divario tra i politici ed il Paese che attualmente è ridotto, un aspetto positivo del nostro sistema. Possibili soluzioni potrebbero essere l'aumento della retribuzione dei deputati, in parallelo ad una diminuzione del numero dei parlamentari - per consentire loro un impegno professionale a metà tempo - oppure l'affiancamento di un numero maggiore di professionisti a sostegno del lavoro parlamentare. Anche le modalità delle attività del Parlamento potrebbero essere riviste, al fine di un loro snellimento. Una commissione speciale si chinerà prossimamente proprio su una possibile revisione della legge sul Gran Consiglio.


Le ultime elezioni comunali hanno segnato l'ingresso di diversi giovani nel panorama politico cantonale; come si spiega con l'asserita mancanza di interesse e di conoscenze civiche da parte delle nuove generazioni?

Non credo che la conoscenza della civica da sola possa risolvere il problema dell' interesse giovanile verso la collettività; si tratta innanzitutto di una questione di ideali spesso venuti a mancare. Servirebbe anche una maggiore conoscenza della storia del nostro Paese e in generale della geografia per capire il contesto in cui si trova la Svizzera. Tuttavia sono proprio i momenti di crisi e le situazioni difficili che risvegliano l'interesse per il cambiamento e quindi portano ad una maggiore partecipazione. Questo lo possiamo riscontrare nei settori giovanili dei diversi partiti, dove l'impegno di alcuni giovani esponenti è stato premiato dal popolo. Al di là del fatto che una conoscenza più approfondita della nostra realtà sia necessaria, io non sarei così pessimista: l'interesse per la res publica lo riscontro anche nei gruppi degli scolari delle elementari che regolarmente vengono a farci visita e che risultano curiosi e molto recettivi.