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Autori: Carlo Monti
Autori: Alessandra Barbuti Storni
Data: 18 luglio 2007

Intervista di Alessandra Barbuti Storni, Collaboratrice di staff di Direzione del DECS, a Carlo Monti, Collaboratore scientifico presso la Divisione della cultura e degli studi universitari del DECS

Stefano Franscini a 150 anni dalla sua scomparsa

Il 19 luglio 2007 si tiene a Bodio la Commemorazione ufficiale alla presenza di rappresentanti di Autorità cantonali, comunali e patriziali.

Nel 2007 ricorre il 150° anniversario della morte di Stefano Franscini (1796-1857), lo statista leventinese comunemente conosciuto come «il padre della popolare educazione ticinese». Per sottolineare questa importante ricorrenza, il Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport (DECS) propone una serie di iniziative culturali che spazia da mostre a pubblicazioni a rappresentazioni teatrali nelle scuole. Per meglio comprendere la personalità di Stefano Franscini, diamo voce a Carlo Monti, che come collaboratore scientifico della Divisione della cultura e degli studi universitari ha potuto seguire questi progetti.

Chi era veramente Stefano Franscini?

Innanzitutto Franscini fu un grande uomo politico, probabilmente - a detta degli storici - il più grande che abbia avuto il Ticino. Ma non fu solo un insigne statista (Segretario di Stato e Consigliere di Stato più volte, Deputato alla Dieta e poi, dal 1848, Consigliere federale). Franscini fu un uomo che coltivò molteplici interessi: fu un fecondo pubblicista, uno studioso importante di statistica e di storia, un educatore.

Secondo lei cosa rende così popolare la figura di Stefano Franscini?

La figura di Franscini è per certi aspetti singolare, in parte frutto di una sorta di mitizzazione. Franscini è il «padre della popolare educazione», ma anche il padre della statistica svizzera e del politecnico federale. È ormai certamente l'unico nostro padre della patria a essere sopravvissuto fino ai nostri giorni. La popolarità di cui ancora gode non ha infatti uguali rispetto a quella di altri personaggi della nostra storia cantonale.

Che cosa significa ai giorni nostri mettere in risalto il valore di Stefano Franscini?

Vuol dire essere riconoscenti verso un uomo che ha lavorato tutta la vita per la promozione del progresso e della modernizzazione dell'intero paese in senso democratico, al di là dei campanilismi e contro i privilegi, con una dedizione totale allo Stato, tanto da morire in ristrettezze economiche.

Come si possono avvicinare i nostri figli allo studio di quanto il grande statista ha promosso nella sua breve esistenza?

Quest'anno il DECS promuove una serie di iniziative per interessare anche i più giovani, solitamente un po' restii allo studio della storia. I ragazzi potranno ad esempio visitare la grande mostra allestita a Villa Ciani a Lugano, che rimarrà aperta fino al 21 ottobre prossimo. Attraverso documenti, immagini, ricostruzioni, oggetti e filmati potranno intraprendere un affascinante viaggio tra le tappe fondamentali della vita del Franscini e della storia del nostro Ottocento. La mostra è inoltre accompagnata da un catalogo riccamente illustrato. 
In giugno hanno potuto assistere a una rappresentazione teatrale sulla vita di Franscini, messa in scena dagli allievi delle Scuole medie di Ambrì e Giornico ( a Bodio, Giornico e Ambrì).
Infine, possono leggere un'antologia di scritti fransciniani, "Franscini e la scuola", curata da alcune personalità del mondo della scuola, distribuita gratuitamente a tutti gli allievi di V elementare e nelle sedi di scuola media.

Dopo l'inaugurazione della mostra di Villa Ciani quale altro progetto o iniziativa fransciniana l'attende?

Al di là delle commemorazioni ufficiali che si terranno a Bodio, villaggio natale di Franscini e in Gran Consiglio, vorrei ricordare una seconda piccola mostra che verrà allestita in autunno nel suggestivo atrio dell'Archivio di Stato di Bellinzona, che ci farà conoscere le diverse tipologie degli scritti di Franscini (dalle lettere ai giornali, dagli opuscoli alle opere tradotte) e alcuni suoi aspetti più intimi.
Attendiamo inoltre la stampa del secondo volume dell'antologia di scritti fransciniani sopra citato, accompagnato da un CD-Rom.
Le celebrazioni del 150° della morte di Franscini dovranno concludersi con la pubblicazione della nuova edizione dell'epistolario di Franscini. Due volumi curati dagli storici Raffaello Ceschi, Marco Marcacci e Fabrizio Mena: un lavoro di notevole impegno scientifico e di grande interesse storico e culturale.

Per chi volesse saperne di più...